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Michael Matthews si aggiudica in volata su Boasson Hagen la tappa con arrivo a Romans sur Isere. Terzo Degenkolb. In classifica sempre primo Froome su Aru e Bardet. Fra i primi della classe perde un paio di posizioni Daniel Martin smarritosi nel vento.
Al Tour i morsi della fatica cominciano a farsi sentire in modo sempre più deciso. La sedicesima frazione presentava un migliaio di metri di dislivello da superare nella sua fase iniziale, poi il gruppo sapeva che avrebbe incontrato folate di vento trasversale negli ultimi venti chilometri. Ebbene gli uni e gli altro hanno lasciato segni tangibili sulla corsa.

Damiano Caruso

La lotta per la maglia verde, indossata da giorni da un Kittel sempre più insofferente ad ogni piccola variazione di pendenza, stimolava il ritmo della Sunweb salendo verso il colle di terza categoria posto subito dopo l’avvio. La rete stesa dagli uomini di Matthews catturava oltre Kittel anche Groenevegen e Bouahnni. L’insistito lavoro della squadra tedesca spingeva irrimediabilmente dietro il gruppo dei ritardatari, dal quale riusciva a riemergere il solo Bouahnni con un coraggioso quanto dispendioso inseguimento. Nel finale però l’ insidia più temuta dagli uomini di classifica. Il vento laterale è temuto dai più, difficile non lasci tracce. Questa volta è la Sky di Froome a gettare la sua rete a venti dall’arrivo. Dentro ci finiscono Daniel Martin, Mentijes e Contador. La vittoria se la giocheranno una trentina di uomini usciti dal setaccio. Bennati cercherà di anticipare la volata, sarà stoppato dalla mai doma Sunweb, quindi tocca a Van Avermaet cercare un improbabile assolo. Lo scatto del belga è il preludio che in qualche modo determinerà l’epilogo. Matthews chiude sul campione olimpico venendosi nel contempo a trovare lungo in prossimità della curva che precede il rettifilo finale. L’australiano all’imbocco, “lasciandosi” trasportare dalla forza centrifuga, stringe alla sua destra Degenkolb. Il tedesco, forse un po’ timido, non riuscirà a superare Matthews bravo e fortunato a resistere al ritorno imperioso ma tardivo di Boasson Hagen. Volata al limite del regolamento o forse no. Immediato dopocorsa, pure. Il gruppo dei migliori, con dentro Froome, Aru, Bardet,Uran, Yates e Caruso e Quintana, guadagnerà 51’’ su Daniel Martin e Mentijes, 1’33’’ su Contador. Tappa interlocutoria che così non è stata. Matthews, con le buone e con le cattive, continua la sua travolgente rincorsa ad una maglia verde che a metà Tour sembrava assegnata. Sul fronte gli uomini di classifica, finale significativo con Froome che prova a cercare un vantaggio più rassicurante, ma trova Aru pronto più di quanto lo siano stati Bardet ed Uran. Attento Caruso, che continua la sua splendida scalata in classifica, ora è nono a 6’05’’.

Siamo alla resa dei conti, quella più attesa, quella della Alpi. Con la La Mure- Serre Chevalier, 4300 mt di dislivello, distribuiti su 70 km di salita, Ornon, Croix de Fer e la tenaglia Telegraphe- Galibier. Dallo scollinamento di quest’ultimo a Serre Chevalier mancano 28 km, tutti in discesa.
Tappa tecnicamente interessante, che si presta a molteplici sviluppi. Chi dei protagonisti attesi non la sfrutterà a dovere, a Parigi non potrà cercare alibi.

Alla Sky il dovere di controllare la corsa, agli altri l’obbligo di provare a ribaltare l’ordine delle cose!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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