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L’ultima montagna del Tour premia Barguil. Il francese, meritata maglia a pois, si impone davanti ad Atapuma, terzo Bardet. In classifica sempre più primo Froome con 23’’ su Bardet, terzo è Uran a 29’’. Aru cede la quarta posizione a Landa.

La Briancon- Izoard si anima tardi è lascia praticamente le cose immutate. La frazione è nata sotto i peggiori auspici con ben 54 uomini in avanscoperta a cui è stato concesso troppo spago. La Sky, tornata in vena di regali, lascia fare ed all’imbocco del Vars il vantaggio del gruppo al comando supera i sette minuti.

A tre chilometri della vetta di uno dei mitici colli alpini l’AG2R si accorge che dal gruppo maglia gialla, guidato a velocità turistica da Rowe, si sono staccati i soli Greipel e Bouhanni e decide di cambiar ritmo. La nuova situazione, condotta anche lungo la valle del Guil e per buona parte delle prime rampe dell’Izoard, cambia l’andamento della tappa e gli uomini che si susseguono al comando vedono il loro vantaggio assottigliarsi. In pieno Izoard non arriva l’atteso attacco di Bardet, che “finiti” i luogotenenti si accuccia dietro Froome, quasi una resa per il francese visti i pochi chilometri che mancano al traguardo. Non la pensa allo stesso modo Barguil a cui non manca libertà di azione e coraggio di osare. Il francese, autentica sorpresa del Tour, si lancia nella difficile rincorsa al colombiano Atapuma involatosi verso il traguardo. Nel drappello maglia gialla il tergiversare di Bardet dura ancora qualche chilometro, poi anche lui si darà da fare nell’inevitabile frenetico finale che mette in croce soprattutto chi come Aru si trova in riserva di energie. In questo frangente anche la Sky ha tentato il colpo gobbo. E’ Landa a provare uno strano allungo. Il piano sarà svelato da li a poco quando Froome cercherà di portarsi sul basco per cercare insieme lo strike. Sarà Uran a chiudere sui due e far saltare i loro piani. All’arrivo dopo il solitario Barguil, piazze d’onore appannaggio di Atapuma e Bardet in volata su Froome, e Uran, con Landa appena dietro. Aru , pur difendendosi come un leone, cede circa un primo al drappello dei migliori. Il distacco accusato gli farà perdere una ulteriore posizione in classifica generale. Ora è quinto a 1’55’’, preceduto pure da Landa il cui distacco da Froome è di 1’36’’.

Al Tour i primi bilanci, con in pratica maglie a pois e verde assegnate. Per la maglia gialla, Froome dovrà sbrigare la formalità della crono di Marsiglia, con il fastidioso fiato sul collo soprattutto del colombiano Uran. Per il colombiano si tratterà verosimilmente di una coda emotiva che accetterà di buon grado, visto che il podio, unico suo obiettivo degli ultimi giorni, è ormai cosa fatta. Tutti gli altri non rappresentano ormai un pericolo, semmai lo sono stati. Bardet, forse quello con le idee più nitide, oggi, dopo una buona condotta di gara, ha dimostrato tutto il suo smarrimento quando davanti a se non ha visto la schiena dell’ultimo sui uomini, ma una strada in salita da aggredire per mettere lo spazio necessario fra se e il Froome meno trascendentale visto sulle strade di Francia. Bravo si, ma ancora un po’distante. Landa si goda la quarta piazza. Non sono così sicuro che avrebbe fatto sfracelli senza l’onere di correre per Froome. Aru non ha recuperato nella notte le energie necessarie per tentare l’impossibile. Anche questo in fondo si sapeva, il ciclismo ci ha insegnato che invertire un trend calante è cosa assai difficile. La prestazione odierna non deve quindi lasciare alcun amaro retrogusto in un Tour corso dal sardo alla grande.

Le difficoltà altimetriche del Tour sono in pratica finite. La prossima frazione da Embrun a Salon de Provence di 222 km, riporterà la carovana in pianura dopo le interessanti ondulazioni di buona parte della tappa. Ultimo appuntamento per gli uomini di buona volontà, difficilmente le ruote veloci riusciranno a tenere cucita la fila.

Si appresta a chiudere i battenti uno dei Tour più equilibrati della storia.
E’ un merito dei suoi ideatori o un demerito di chi non è riuscito a chiuderlo in salita?
Il dubbio resterà, così come l’equilibrio sino quasi a Parigi.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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