Cronaca

“La fotografia è senza dubbio l’arte visiva di maggiore evoluzione tecnica e concettuale e le opere dell’artista Giuseppe Piccione sono un esempio tangibile e concreto di un espressione artistica, audace ed affascinante che conquista e sorprende sin dal suo momento creativo”. Così Marco Eugenio Di Giandomenico, critico della sostenibilità dell’arte presso l’Accademia di Brera, dall’accogliente galleria KoArt presenta ai numerosi giornalisti ed amanti dell’arte il catalogo “Muse X” dell’artista siciliano Giuseppe Piccione, apprezzato dalla critica internazionale per le sue originali opere fotografiche che trovano vita in diversi supporti come tele o stoffe dipinte dallo stesso autore capaci di far emergere gli aspetti più nascosti del proprio rapporto con le donne. Presenti all’incontro, coordinato dalla giornalista Elisa Guccione, l’attrice Vanessa Galipoli, l’artista Giusy D’Arrigo.

“Muse X”, lavoro presentato per la prima volta nella nostra città di cui è possibile ammirare alcune creazioni più rappresentative esposte fino al 5 agosto nello show room di via San Michele 28 diretto da Aurelia Nicolosi, racchiude una serie di opere visive, di figure femminili metropolitane. I volti non hanno caratteristiche specifiche e identificabili ma arrivano a diventare maschere tribali contemporanee.

“La genesi di questi ritratti parte tutta da un primo piano– spiega l’artista Giuseppe Piccione- i cui volti vengono ritratti in determinati contesti come strade, città, pubblicità e riviste”. Ed ancora aggiunge. “Deciso il soggetto da ritrarre ricerco altri segni da sovrapporre al volto, il quale diventa un piccolo universo ricco d’implicazioni e dotato di straordinaria interiorità”.

“Una collezione d’opere dall’ampio respiro internazionale, che– come ha sottolineato il critico Marco Eugenio Di Giandomenico- racconta un amore negato dove i legami tra le parti, quella “femminile” e quella “maschile” costituiscono solo declinazioni terrene del mondo sensibile diventando un punto di riferimento tra le voci più autorevoli dell’arte contemporanea”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post