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La festa mariana della Madonna della Neve (5 agosto, Dedicazione di S. Maria Maggiore) ci induce a considerare che a pochi metri da piazza Stesicoro, in via Neve, si trova una monumentale settecentesca edicola votiva, restaurata di recente, ma completamente vuota e incassata sul muro del palazzo che fa angolo con via Penninello.

   Non si sa quando sia scomparsa l’immagine o l’icona che doveva essere senz’altro mariana a motivo della piccolissima lapide dedicatoria che si trova sopra l’arco trionfale dell’edicola, a notevole distanza dal piano della strada che fu abbassata come tutte le altre strade del centro storico della città, livellate nella seconda metà dell’Ottocento.

   Il sito in esame doveva essere occupato prima del terremoto del 1693 dalla chiesa S. Carlo Borromeo, a ridosso della scomparsa Porta Aci e da dove nel Medioevo iniziava, la mattina del 3 febbraio, la processione della Luminaria in onore di S. Agata.

   La toponomastica del luogo rinvierebbe al culto della Madonna della Neve, che ancor oggi si zela nella vicina chiesa conventuale S. Domenico, già dedicata a S. Maria ad Nives, detta anche S. Maria la Grande, prima dell’insediamento dei frati predicatori intorno al 1313.

   In tale chiesa dei Frati Predicatori si venera il simulacro marmoreo della Madonna della Neve di Antonello Gagini, con alla base un bassorilievo che riproduce il miracolo della neve del 5 agosto 432-440 sull’Esquilino, dove sarebbe sorta la basilica papale S. Maria Maggiore.

   La lapide dedicatoria poco leggibile a causa della piccola dimensione e dell’usura del tempo è molto significativa: il vescovo Pietro Galletti, che lasciò Catania nel 1737 per ricoprire nella natìa Palermo la carica di inquisitore apostolico generale del Santo Ufficio in Sicilia, concede a tutti i passanti che devotamente recitano un “salve” 40 giorni d’indulgenza.

 

Nella ricorrenza della Madonna della Neve corrispondente alla dedicazione della basilica papale romana S. Maria Maggiore ad praesepem detta anche S. Maria ad Nives, maestoso santuario universale votivo della Divina Maternità della Vergine, nelle chiese di Catania sarà celebrata la s. messa propria della memoria liturgica: nella chiesa conventuale San Domenico la celebrazione eucaristica è fissata alle ore 19.

Nella nostra città, nel 1313, i frati predicatori dal vescovo Leonardo De’ Fieschi ebbero assegnata la chiesa S. Maria ad Nives, detta anche S. Maria la Grande (da alcuni indicata come la prima cattedrale della città), la quale poi prese il nome di S. Domenico, dove ancor oggi s’ammira la statua marmorea di Antonello Gagini raffigurante la Madonna, che poggia su una alto piedistallo con un bassorilievo che riproduce il miracolo della neve sul colle romano dell’Esquilino. Una traversa che collega piazza Stesicoro a via Penninello si chiama via Neve, dove sorgeva la chiesa di Carlo Borromeo, nei pressi della cinta muraria a Porta Aci. Nella chiesa ex gesuitica S. Francesco Borgia, nella navata sinistra si trova l’altare dedicato alla Madonna della Neve sul quale spicca il dipinto della Theotokos Odigitria Salus Populi Romani di S. Maria Maggiore.

Antonino Blandini

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