Cultura

Assunzione della Vergine -Nicolas Poussin (1650), Louvre – Parigi.

Il tema della Dormizione-Assunzione di Maria al cielo inizialmente è stato celebrato e studiato con grande intensità e partecipazione solo in Oriente, mentre in Occidente è stato pressoché ignorato. Possiamo aggiungere che è questo il tema mariano più tipico e più approfondito sotto l’aspetto teologico degli ultimi secoli dell’era patristica orientale. Protagonisti di questo approfondimento sono ancora una volta, i Padri dell’Oriente cristiano che hanno sostenuto, ispirati dagli apocrifi, un ruolo essenziale nello sviluppo della dottrina assunzionista. Degno di nota è inoltre il fatto che, unitamente alla Grande Chiesa, anche tutte le Chiese precalcedonesi – che si separarono dalla Chiesa greco-latina nel V-VI sec. in reazione alle definizioni conciliari di Efeso (431) e di Calcedonia (425) – considerano la Dormizione o il Transito o l’Assunzione gloriosa di Maria ai cieli come la festa più grande e come verità sicura. Il Discorso sulla sepoltura della santa Genitrice di Dio di Giacomo di Sarug (†521) della Chiesa precalcedonese Siro-Occidentale, è una delle prime testimonianze su questo tema. In Occidente invece il tema sulla conclusione dell’esistenza terrena della Madre del Signore è pressoché ignorato. Troviamo solo nel VI secolo, in forma del tutto isolata, il vescovo Gregorio di Tours († 594), il quale, descrivendo in sintesi, sulla scia degli scritti apocrifi, l’Assunzione di Maria al cielo, scrive:   «Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa. Quando sentirono che ella stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei; ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’arcangelo Michele e si allontanò. All’alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso».

La basilica dell’Assunzione e la tomba vuota della Vergine al Getsemani – Gerusalemme

Siamo informati che la versione trasmessaci da Gregorio di Tours dipende da un apocrifo greco di cui era venuto a conoscenza attraverso una traduzione latina del V sec. ormai scomparsa. Non sembra che questi documenti abbiano attirato molto l’attenzione dei contemporanei occidentali. Soltanto Isidoro di Siviglia (†636), nel suo De ortu et obitu,  qualche tempo dopo, riprendendo il pensiero di Epifanio di Salamina (†403), non tralascia di sottolineare il silenzio delle fonti autentiche sulla morte della Madre di Dio, infatti scrive: «La Scrittura ha serbato in proposito il silenzio più completo a causa della grandezza del prodigio per non suscitare uno stupore eccessivo nell’animo degli uomini» (Panarion: PG 42,737). Epifanio di Salamina presenta anche la notizia della tomba di Maria nella valle di Giosafat con un  generico “si dice”, al quale egli non sembra accordare nessuna importanza.

 

 

La basilica dell’Assunzione e la tomba vuota della Vergine al Getsemani – Gerusalemme

In Oriente è la liturgia che ha svolto un ruolo essenziale nello sviluppo della dottrina assunzionista. Come ci informa lo studioso George Gharib, archimandrita della Chiesa Melchita, la festa palestinese della Dormizione o Assunzione di Maria era celebrata già tra il V e VI secolo a Gerusalemme presso il sepolcro della Theotokos al Getsemani «dal quale – ci racconta l’Anonimo di Piacenza nel suo Itinerarium, intorno al 570 – la  santa Maria sia stata assunta ai cieli». È probabile che questa festa sia sorta dalla presenza del sepolcro della Vergine. L’Imperatore Maurizio, nel 600, con un  suo decreto, estendeva la festa dell’Assunzione a tutte le Chiese dell’impero stabilendone la celebrazione il  15 Agosto. La denominazione della festa era diversificata: Dormizione, Passaggio, Traslazione, Assunzione, ma in Occidente la festa fu introdotta più tardi da  Papa Sergio (†701). In concreto si celebrava il dies natalis della Madre di Dio. È chiaro che questa festa diede vita ad un filone omiletico sull’Assunzione attraverso i Padri  dell’ultimo periodo, come Teotekno di Livia, Germano di Costantinopoli, Andrea di Creta, Giovanni Damasceno, approfondirono il tema del mistero della fine della vita terrena della Madre di Dio.

Va rilevato che rimane oscillante anche in campo omiletico la determinazione esatta dell’oggetto della festa: incorruzione del corpo traslato in attesa della comune risurrezione oppure risurrezione e assunzione gloriosa. È significativo rilevare come questa celebrazione liturgica abbia subito goduto di grande popolarità ed intensità. Teotekno di Livia († sec. VI-VII), nella sua Omelia sull’Assunzione della santa Madre di Dio, definisce «l’assunzione della Sempre Vergine la festa delle feste ». Andrea di Creta († 740), nell’Omelia II per la Dormizione della santissima Madre di Dio,  sembra quasi voler riparare il silenzio precedente su questo mistero intensificandone la celebrazione: «Dunque il dono deve essere celebrato e non deve essere nascosto: ma non perché esso sia di recente ritrovamento, bensì perché è ritornato all’antico splendore. E se non fu riconosciuto da alcuni dei nostri, non per questo esso è degno di essere taciuto anche ora: anzi – poiché non fu trascurato del tutto -, è giusto che sia proclamato». Giovanni di Eubea († c. 750), nell’Omelia sulla concezione della beata Vergine Maria, afferma che bisogna celebrare la Dormizione di Maria come la festa più solenne dedicata alla Madre di Dio. Essa – celebrata dopo l’ascensione di Gesù in cielo e la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli – sta a significare quale sia la bontà del Signore e il completamento dell’economia e della giustizia di Dio.

Mosaico della Dormizione – Assunzione della Vergine. Chiesa di S. Maria dell’Ammiragliato (La Martorana) – Palermo

Nel Messale gotico-gallicano (sec. VI-VII) il giorno dell’Assunzione è detto «sacramento non spiegabile», ed è «da onorarsi più degli altri giorni», perché «la Vergine Madre di Dio è emigrata dal mondo a Cristo. Non è stata contagiata dalla corruzione e non ha patito la schiavitù del sepolcro». Martin  Jugie –  uno studioso che si è occupato molto dei problemi relativi al mistero della morte e assunzione di Maria – nel suo lavoro, La mort et l’assomption de la Sainte Vierge. Étude historico-doctrinal del 1946 ritiene che «una tradizione antica in questo senso deve essere certamente esistita, altrimenti risulterebbe incomprensibile quella esplosione di testimonianze degli apocrifi e non, che si verificò nel V secolo. L’abbondante letteratura delle Koimesis e dei Transitus non poteva proliferare dal nulla e all’improvviso». In questo contesto occorre prendere atto di due dati che sono emersi. Il primo riguarda la “tradizione liturgica” quale possibile via per giungere alle più antiche testimonianze della fede del Popolo di Dio nel mistero dell’Assunzione. Andrea di Creta, parlando della festa della Dormizione, rileva che detta celebrazione nei tempi precedenti era celebrata da pochi mentre al suo tempo era divenuta universale. Questa informazione è un invito a continuare ad indagare nella tradizione liturgica per arrivare ad avere indizi più precisi in merito all’evento della Dormizione di Maria. Il secondo dato riguarda la “tradizione letteraria dei Transitus“. La tradizione raccontata dai Transitus deve avere come attraversato la vita della Chiesa, quale fiume sotterraneo per poi sfociare apertamente nei sec. V-VIII. Giustamente A. Muller, ne La posizione e la cooperazione di Maria del 1973,  puntualizza che in merito al compiersi della vita terrena di Maria e la sua glorificazione, occorre ammettere una tradizione di fede. In questo contesto i trasitus sono “memoria” di una tradizione di fede mai ignorata nella Chiesa anche se silenziosamente veicolata.

 L’Occidente patristico è sempre stato piuttosto riservato e titubante nei confronti degli apocrifi dell’Assunzione. L’Oriente patristico invece ne ha saputo individuare il valore e li ha rilegittimati. Infatti Modesto di Gerusalemme (†634) e con lui i grandi omileti dell’VII sec. -Germano di Costantinopoli, Andrea di Creta, Giovanni di Damasco in linea con Teotekno di Livia e Giovanni di Tessalonica – hanno presentato linee portanti degli apocrifi sostanziandoli con contenuti dottrinali ed eucologici di alta fattura ed operando il passaggio formale dallo stile apocrifo a quello omiletico. Così facendo, e questo è fondamentale, essi hanno legittimato l’apocrifo del transito di Maria, rendendolo uno scritto riconosciuto dall’autorità della Chiesa.

Pio XII mentre proclama il Dogma dell’Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo – 1 novembre 1950

Il santo padre Pio XII, con la Bolla Munificentissimus Deus, il 1 novembre 1950, “anno del massimo giubileo”,  definì l’Assunzione di Maria “dogma da Dio rivelato”:  <<Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo>>. 

 

Diac. Sebastiano Mangano

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