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Chris Froome si aggiudica la nona frazione con arrivo sulla terrazza con vista balearica di Cumbre del Sol. Sul podio, assieme all’inglese, Chaves e Woods. I migliori seguono alla spicciolata.

“Nessuna sorpresa al Cumbre del Sol” così Juan Antonio Flecha ai microfoni di Eurosport nell’immediato dopo gara. Del resto il commento stringato del bravo commentatore illustra molto chiaramente quanto era atteso e ciò che poi in pratica è avvenuto lungo l’erta finale. Semmai si potrebbe disquisire sul fatto che oggi non sia parso vero agli Sky di non dover fare in corsa né l’ordinario, né tanto meno lo straordinario. La Cannondale Drapac, più sull’onta emotiva dei problemi economici societari che improvvisamente hanno investito la formazione che sulla verve del pur bravo Woods, ha tamponato tutto il giorno l’ennesimo tentativo da lontano che cercava di gabbare il gruppo.

I verdi, in splendida parata, hanno tenuto prima i dieci uomini in fuga e poi due di loro, Ludvigsson e Soler, sempre a portata di ruota consegnando al gruppo compatto lo strappo finale da divorare. I fuochi di paglia di Bardet e del giovane equadoregno della Movistar Carapaz, non potevano impensierire Froome. Il capoclassifica, avvalendosi dello splendido lavoro del solo Nieve, ha tenuto ben in vista la testa della corsa ed ha liberato il suo sfogo a cinquecento metri dall’arrivo. Un primo allungo per ricordare a tutti chi al momento dispone di benzina con più ottani ed un secondo per respingere Chaves, che si era fatto troppo sotto, e per andare a prendersi il meritato successo. Il succo della tappa è tutto qui. I suoi avversari diretti, tutti classificatisi fra Chaves, secondo a 4’’ e Van Garderen, dodicesimo a 19’’, hanno dovuto accusare un altro piccolo distacco ed archiviano una giornata più o meno con quanto avevano preventivato di perdere. La classifica, aggiornata dal Cumbre del Sol, vede Froome ovviamente al comando, Chaves a 36’’, Roche a 1’07’’, Nibali a 1’17’’. Aru perde un posizione ed è settimo a 1’33’’.

I nostri alfieri Nibali ed Aru, un po’ come tutti i rivali dell’inavvicinabile inglese, sono stati protagonisti di una scalata finale timida in difesa evidente della loro posizione. A voler puntare il dito a tutti i costi si è visto Nibali spesso in coda al drappello dei migliori, qualche metro distante della testa quando Froome ha cambiato marcia. Un dettaglio che poco avrebbe potuto migliorare il decimo posto finale a 14’’ strappato dal messinese. Aru per conto suo ha perso qualche posizione negli ultimi metri ed è finito 12^ a 17’’.

Dopo il riposo di lunedì, un po’ tutti ci si augura che inizi un’altra Vuelta. Si riparte con la 10^ frazione da Carapaca Jubilar ad Elpozo Alimentacion di circa 165 km. Siamo nella comunità murciana e nel finale la carovana affronterà una montagna cara a Pantani, Il Collado Bermejo, salita che misura oltre quindici chilometri. Dalla cima del colle all’arrivo mancheranno 22 km. Nel successive tappe si affronteranno altre salite lunghe; dunque cambia un po’ lo spartito a cui abbiamo assistito in questa fase dove i protagonisti si sono cimentati troppe volte su rampe dei garage a favore di salite che impongono uno sforzo prolungato su pendenze più pedalabili e più adatte ai polpacci dei nostri. Non perché esista la benchè minima convinzione che possano cambiare gli equilibri in corsa, ma intanto cominciamo a cambiamo pietanza.

Magari il cannibale dovesse mal digerire le salite che durano più di mezzora.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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