Assistere ad un loro concerto è sempre magico, esaltante e la loro musica trascina grandi e piccini catapultandoli in un modo fatto di tradizione, di semplicità, di allegria e di cultura, di amore per la nostra terra. Stiamo parlando dei Lautari che si muovono da trent’anni nel solco della tradizione popolare e del suo rinnovamento con un progetto che prevede la ricerca e la rielaborazione di canti siciliani, ma anche la composizione di canzoni inedite nel rispetto dei motivi e delle forme tradizionali.
Partendo dal forte radicamento alle origini e dallo stretto legame con la tradizione siciliana colta e popolare i Lautari si sono spinti oltre l’eredità culturale della propria terra, fino alle diverse identità etnomusicali del mondo, misurandosi anche con una prospettiva non esclusivamente autoctona e confrontandosi con impegno e naturalezza con il suono dei più vari strumenti tradizionali, provenienti da diverse parti del mondo (Europa, Sud America, Africa e Medio Oriente).
Il valore musicale e culturale del progetto artistico dei Lautari ha consentito loro di collaborare in teatro con artisti e registi di grande spessore come Pino Micol, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Armando Pugliese, Peppe Barra, e gli ha permesso di partecipare a prestigiose rassegne, come il Club Tenco e ArezzoWave, che hanno riconosciuto la valenza autorale del loro percorso. Inoltre il gruppo ha preso parte alla realizzazione di alcuni film, tra cui “La lupa” per la regia di Gabriele Lavia e “Storia di una capinera” per la regia di Franco Zeffirelli.
I Lautari celebrano domenica 24 Settembre i loro 30 anni di musica con un grande concerto che ripercorre la loro lunga storia musicale e che fa da Anteprima per l’8ª edizione del Marranzano World Fest 2017 – Voci della Tradizione, dedicato quest’anno ai Canti di tradizione orale dalla ricerca sul campo al Palcoscenico.
In occasione del concerto di domenica, che si terrà al Monastero dei Benedettini di Catania, alle ore 21.oo (biglietto € 11.50), li abbiamo contattaati, affrontando alcune tematiche inerenti al loro percorso musicale in questi anni, discutendo anche di giovani, di dialetto e di nuovi progetti.
Come è cambiato negli anni il gruppo e come è cambiata in 30 anni la vostra voglia di fare musica?
“Raggiungere un traguardo temporale è un’arma a doppio taglio. Da un lato la soddisfazione della longevità e la consapevolezza di aver ancora tanto da dire e da cantare. Dall’altro il rimpianto del tempo trascorso e di riconoscere che la maturità giunge quando non sei più giovanissimo. Però possiamo ben dire che la voglia di fare musica e di divulgare la cultura e le tradizioni della nostra terra non è mai scemata”.
Cos’era e cos’è per voi la musica?
“La musica è stata ed è, la nostra compagna di tutti i giorni. Ci ha dato tanto e ha richiesto grande impegno da noi. E riempie la nostra vita quotidiana, accompagnandoci costantemente in tutte le incombenze giornaliere.
Come vedete il futuro del dialetto siciliano ed il futuro teatrale e musicale di questa città?
“Il dialetto siciliano comincia a diventare un tesoro importante anche e soprattutto per i giovani, che lungi dal vergognarsi delle proprie radici, come accadeva un tempo, hanno cominciato a valorizzare la nostra lingua e le nostre tradizioni. Spesso in barba ai nostri politicanti, i quali pensano che l’arte e le tradizioni siano meri esercizi di stile fine a se stessi e diventano interessanti solo quando si trasformano in business”.
I giovani e la musica: come vi impegnate per la loro crescita?
“Noi insistiamo molto sul lavoro con gli alunni delle scuole e con i giovani musicisti. Sono loro il futuro e solo trasmettendo le nostre, pur piccole, conoscenze, si potrà dare continuità ai valori culturali delle tradizioni popolari”.
La soddisfazione più grande dei Lautari…
“Abbiamo avuto tante soddisfazioni in questi anni trascorsi, ma la più grande è quella di sentir cantare le nostre canzoni al nostro pubblico, che fortunatamente, va da 0 a 100 e passa anni di età”.
Come giudicate la rete ed i social network?
“Bisogna ammettere che grazie alla rete e ai social, oggi è più facile raggiungere un vasto pubblico. Tutto ciò agevola la nostra missione di cantori e divulgatori appassionati”.
Cosa vuol dire festeggiare i trent’anni ed a chi dedicate questo traguardo?
“Purtroppo, come ognun ben sa, è difficile essere profeti in patria e solo raramente le istituzioni locali, intesi come politica, ci hanno riconosciuto il merito di aver portato la Sicilia e Catania nel mondo. Ma poco importa, abbiamo tenuto duro per trent’anni e continueremo a farlo con amore e per amore. Vogliamo dedicare questo traguardo dei trent’anni proprio a loro, per dispetto. Per affetto lo dedichiamo al nostro pubblico e a tutti coloro che ci hanno supportato e sopportato”.
I progetti dei Lautari…
“A dicembre porteremo la nostra Sicilia in Giappone e subito dopo pubblicheremo un nuovo lavoro discografico”.
I Lautari sono: Giovanni Allegra (contrabbasso, plettri, chitarra e voce), Puccio Castrogiovanni (fisarmonica, plettri, marranzano e voce), Salvo Farruggio (batteria e percussioni, cori), Salvatore Assenza (clarinetto, sax), Marco Corbino (chitarre).
“Picchi nuatri semu musicanti e stori ni sapemu tanti e tanti”. Così ci salutano e salutano il loro pubblico i Lautari e noi li abbracciamo e li ringraziamo per la loro fantastica ed emozionante musica che ci hanno regalato e ci continuano a regalare.