Cronaca

il cardinale Paolo Romeo e il cerimoniere della sezione mons. Leone Calambrogio

Nella chiesa capitolare “San Giuliano” di via dei Crociferi, in occasione della ricorrenza liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce in felice coincidenza con la festa dell’Impressione delle Sacre Stimmate di San Francesco d’Assisi e col rito della <Nivola> per la reliquia del Santo Chiodo nel Duomo di Milano, il cardinale Paolo Romeo, gran priore della Luogotenenza Italia-Sicilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, arcivescovo metropolita emerito di Palermo e titolare della chiesa dell’Arciconfraternita romana “Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Urbe”, dopo il saluto di benvenuto del preside della sezione di Catania “Cardinale Salvatore Pappalardo” gr. uff. dott. Sergio Sportelli, ha presieduto la s. messa comunitaria della XXIV settimana per annum con il confratello cerimoniere ecclesiastico mons. prof. Leone Calambrogio. Sulla balaustra erano sistemate sei piante di basilico, a ricordo di quelle presenti sul Calvario alla morte del Redentore e il cui intenso profumo avrebbe indicato all’imperatrice sant’Elena -la <basilissa> del trono bizantino-costantinopolitano- la cisterna del Calvario dove giacevano le croci del Venerdì Santo.

 Alla solenne concelebrazione eucaristica, animata dal Coro della sezione con all’organo il confratello prof. Fabio Raciti, hanno partecipato numerosi confratelli e consorelle nonché il Luogotenente prof. dott. Giovanni Russo e i delegati di Caltagirone e di Piazza Armerina, gr.uff. dott. Mario Palmisano e gr. uff. dott. Michele Trigona della Floresta. All’omelìa il porporato ha evidenziato il dovere cristiano di perdonare senza limiti perché Dio perdona gratuitamente il peccato a chi gli chiede perdono, dimostrando una benevolenza nei confronti dei peccatori assolutamente disinteressata. Il perdono evangelico può cambiare il volto della storia e spezzare la catena dell’odio.

l’iconografo cavaliere Stefano Guglielmino

E’ seguita la benedizione liturgica invocativa con aspersione dell’icona bizantineggiante sull’Esaltazione della Croce, appositamente realizzata, grazie all’offerta di un confratello, al fine di celebrare, come ogni anno, questa importante festività dell’Ordine e che arricchirà i locali della sezione. Il suo autore, il maestro iconografo catanese Stefano Guglielmino, ha illustrato con una breve ma profonda catechesi teologico-patristica la raffigurazione sacra “descritta” su tavola che non costituisce per la spiritualità orientale un valore estetico ma esclusivamente teologico ed ecclesiale: al centro il vescovo di Gerusalemme Macario innalza la Vera Croce, con acanto due diaconi, uno rappresentante la Chiesa che ammonisce i peccatori e uno la Chiesa che dispensa la misericordia divina. Sotto una zona nera indica gli inferi in cui discese Gesù dopo la morte sul Golgota e prima della resurrezione e dove sono germogliate tenere pianticelle di basilico indicanti le prime comunità paleocristiane; ai lati a sinistra i protomartiri compatroni catanesi Agata ed Euplio e a destra il protoepiscopo san Berillo e il vescovo taumaturgo san Leone II. In alto, ai lati le cupole della chiesa bizantina catanese “Santa Maria della Rotonda” e della chiesa gerosolimitana dell’Anastasis di Cristo, a simboleggiare l’ideale gemellaggio dei cristiani di Catania.

 Antonino Blandini

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