Cronaca

La piovosa giornata di martedì 3 ottobre, rimarrà iscritta negli annali dell’arcidiocesi metropolitana di Catania e nella memoria dei tanti fedeli catanesi che hanno partecipato ai solenni festeggiamenti giubilari in onore dell’arcivescovo mons. Salvatore Gristina, nella ricorrenza del XXV anniversario della consacrazione episcopale ricevuta la sera di sabato 3 ottobre 1992 (l’anno terribile delle stragi dei magistrati Falcone e Borsellino) nella basilica Cattedrale “Assunzione di Maria Santissima” di Palermo, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di un eminente prelato catanese, il cardinale Salvatore Pappalardo.

Di mattina, nella galleria dei vescovi, il metropolita nell’incontro avuto con gli operatori di stampa e televisione ha ricordato i predecessori, mons. Luigi Bommarito e mons. Domenico Picchinenna ed anche mons. Guido Luigi Bentivoglio e mons. Carmelo Patané nonché il Beato Cardinale arcivescovo, l’abate benedettino Giuseppe Benedetto Dusmet. Il giubilato ha ricordato con affetto e gratitudine i familiari e coloro che lo hanno aiutato a crescere e che sono stati chiamati alla casa del Padre: i genitori, il fratello Stefano, la sorella Enza, il cognato Renzo.

Palermo, Cattedrale, sabato 3 ottobre 1992 l’arcivescovo metropolita cardinale Salvatore Pappalardo consegna al novello vescovo Salvatore Gristina la mitria e il pastorale

“L’anniversario è un motivo per rinnovare l’impegno -ha detto- nel servizio pastorale da svolgere nell’amata Chiesa di Catania, tanto bella e bisognosa di diventare sempre più bella”. L’arcivescovo ha avuto un pensiero particolare per le persone che soffrono, affrontano difficoltà, vivono momenti di disagio: “queste circostanze ci impegnano ad essere più umani, più cristiani. Chiedo un particolare ricordo nella preghiera e benedico tutti come fratello, come padre in modo speciale quelle persone che hanno più bisogno di sentirsi accarezzati dal Signore, dalla Madonna, da Sant’Agata. Auguro a tutti di raggiungere felici traguardi nella vita e di sperimentare tanto amore da parte del Signore che si manifesta nell’affetto che riceviamo dagli altri”.

Nel tardo pomeriggio la basilica Cattedrale “Sant’Agata vergine e martire”, ha accolto l’imponente processione introitale, proveniente dall’interno del Museo diocesano, di 28 presuli e di centinaia di presbiteri che all’altare maggiore hanno preso parte alla solenne concelebrazione eucaristica di ringraziamento al Signore presieduta dallo stesso mons. Gristina. Le 157 parrocchie dell’arcidiocesi sono state rappresentate anche da due laici responsabili dei consigli pastorali ed economici.

l’arcivescovo giubilato con i 27 confratelli nell’episcopato, tra
cardinali, arcivescovi, vescovi e abate benedettino (foto Salvatore Agnello)

Il sacro corteo è stato aperto dai ministranti e dagli alunni della Scuola “Sant’Euplio” per i ministeri e il diaconato permanente, seguiti dal diacono con l’Evangeliario, dai diaconi, dai sacerdoti, dai segretari dei vescovi, dai 15 vicari foranei, dai canonici della Collegiata e della Cattedrale, dai vicari episcopali, dal vicario generale e moderatore della Curia arcivescovile dell’Arcidiocesi, dai cardinali arcivescovi metropoliti emeriti di Palermo Salvatore De Giorgi e Paolo Romeo, dagli arcivescovi e vescovi anche emeriti delle diocesi siciliane [mons. Giuseppe Costanzo, mons. Carmelo Ferraro, mons. Giuseppe Malandrino, mons. Ignazio Zambito, mons. Francesco Miccichè, mons. Vincenzo Manzella, mons. Salvatore Pappalardo, mons. Corrado Lorefice, mons. Giovanni Accolla, mons. Michele Pennisi, mons. Salvatore Di Cristina, mons. paolo Urso, mons. Pietro Maria Fragnelli, mons. Mario Russotto, mons. Domenico Mogavero, mons. Carmelo Cuttitta, mons. Salvatore Muratore, mons. Calogero Peri,, mons. Antonino Raspanti, mons. Rosario Gisana, mons. Demetrio Gallaro, mons. Guglielmo Giombanco] dall’abate di San Martino delle Scale dom. Vittorio Rizzone e dai vescovi nativi di Catania in servizio presso lo Stato della Città del Vaticano e il Vicariato di Roma, rispettivamente mons. Giuseppe Sciacca e mons. Giuseppe Marciante.

Ha chiuso la processione d’ingresso l’arcivescovo mons. Gristina, accompagnato da due diaconi assistenti, dal cerimoniere arcivescovile sac. Pasquale Munzone e dai ministranti alla mitria e al pastorale, e preceduto dai cavalieri e dalle dame della sezione catanese “Cardinale Salvatore Pappalardo” della Luogotenenza Italia Sicilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e dai cavalieri e dalle dame della delegazione di Catania del Sovrano Militare Ordine di Malta.

 I cardinali, primi concelebranti, e i vescovi, i loro segretari, i canonici, i vicari episcopali e foranei hanno preso posto negli stalli capitolari, mentre gli altri presbiteri dinanzi alla Cappella di Sant’Agata e sul lato destro della navata centrale ad angolo col transetto. Sul lato destro del presbiterio era solennemente intronizzata la sacra antica icona tempera su tavola della Madonna di Nuovaluce (Haghiosoritissa) di anonimo fine XVI secolo, vicino l’altare maggiore finemente decorato da fiori e lumi per iniziativa del parroco e procuratore arcivescovile della Cattedrale mons. Barbaro Scionti, che ha predisposto anche un ottimo servizio d’ordine in basilica.

L’arcivescovo con i sindaci e le autorità civili e militari e i familiari (foto salvatore Agnello)

Le autorità civili e militari, col sindaco metropolitano di Catania assieme agli altri sindaci dei comuni facenti parte del territorio diocesano e a Salvatore Rini sindaco di Sciara, cittadina natale del giubilato, hanno presenziato al sacro rito così come i familiari e gli amici personali del giubilato. Dalla cantoria è riecheggiato il Grand’Organo della basilica che ha sostenuto i canti della Cappella Musicale del Duomo diretta dal m° can. Giuseppe Maieli, vicario parrocchiale della Basilica.

 All’inizio della concelebrazione, il vicario generale mons. Salvatore Genchi -che alcuni giorni fa in una circolare inviata ai confratelli sacerdoti in preparazione all’evento ha espresso a nome di tutto il clero e della comunità diocesana a mons. Gristina sentimenti di gratitudine, affetto, lealtà e  collaborazione pastorale in rinnovata e sentita obbedienza, per il servizio effuso quale successore degli Apostoli e pastore premuroso della Chiesa di Catania con attenzione e amorevole cura, come dimostra l’oneroso impegno della visita pastorale- ha letto la lettera di Papa Francesco indirizzata al metropolita in cui ricorda l’ordinazione sacerdotale del venerato fratello Salvatore Gristina da parte del Beato Paolo VI e il servizio pastorale svolto nonché l’impegnativo compito di presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, dopo esserne stato vicepresidente. “Ci rallegriamo pienamente con te e con te lodiamo Dio onnipotente, il Quale si è degnato di accompagnarti con numerosi doni lungo il tuo cammino spirituale -scrive il Santo Padre- Infatti, hai posto tutta la tua speranza nella misericordia del Signore e a Lui, che ti chiamava al sacerdozio, ha aperto il tuo cuore e la tua anima…Ben sappiamo che nel tuo ministero ti sei distinto per molteplici doti, soprattutto nell’opera dell’evangelizzazione, nonché per la tua affabile vicinanza al Clero e per le iniziative pastorali a vantaggio delle famiglie, dei giovani e dei catechisti.

Per volontà del giubilato i “regali” sono consistiti in un’offerta per la Casa del Clero di prossima apertura, intitola al canonico Tullio Allegra, apprezzato pittore di soggetti sacri, fondatore della Congregazione delle Suore Sacramentine e rettore della chiesa eucaristica “Sant’Euplio” di via Sant’Euplio, distrutta dai bombardamenti arei dell’8 luglio 1943.

All’omelìa mons. Gristina, che indossava la casula di 25 anni addietro, donatagli dai familiari, ha commentato le pagine del profeta Zaccaria e il brano di Luca che guidano nel “cammino di immedesimazione con Gesù, nella ferma decisione di avere in noi <gli stessi sentimenti di Cristo Gesù>. E’ un traguardo che coinvolge tutti i battezzati e che, quindi, ci unisce tutti, fratelli e sorelle delle comunità cristiane qui presenti: vi ringrazio per aver accolto l’invito a prendere parte a questa celebrazione. E ringrazio anche l’Iman Abdelafid per la sua significativa presenza”. Mons. Gristina ha ricordato come mons. Costanzo, Ferraro, Malandrino, Zambito, Miccichè e Manzella erano presenti il 3 ottobre 1992 e gli imposero le mani insieme al card. Tauran, Mondello, Vigo, Mazzola e Ferrara “assenti fisicamente ma presenti spiritualmente. Ciò vale soprattutto per il card. Francesco Montenegro impegnato nelle manifestazioni a ricordo di una delle più terribili tragedie dell’immigrazione: 368 morti, avvenuta il 3 ottobre 2013 a poche centinaia di metri da Lampedusa”.

Il presule, dopo aver ricordato il card. Salvatore Pappalardo, si è rivolto ai presbiteri dei quali “noi vescovi abbiamo tanto bisogno per l’esercizio del nostro ministero apostolico”, col salutare in maniera speciale catanesi, a cominciare dal vicario generale, e col rivolgere un pensiero anche ai sacerdoti di altre diocesi: il palermitano Franco Conigliaro, che lo presentò per l’ordinazione episcopale, l’acese Carmelo Costa.

Il giubilato, dopo aver fatto memoria in particolare il Beato Don Pino Puglisi, si è rivolto ai presenti: “sono qui davanti a voi <nella debolezza e con molto timore e trepidazione> per usare l’espressione di Paolo. Così mi presentai a San Giovanni Paolo II, esprimendo accettazione per la chiamata all’episcopato. Allo stesso modo mi presento oggi a Papa Francesco che ringrazio di cuore per l’amabile lettera che mi ha indirizzato, e per la benedizione che implora da Dio su tutti noi. Gli assicuro la preghiera che Egli chiede a tutti noi. Pieno di trepidazione mi vede Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Ma con fiducia filiale, a Lui mi rivolgo con i sentimenti espressi nell’immaginetta ricordo: con il salmista (31-30,15) dico: <Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani>…Pubblicamente chiedo perdono per i miei peccati e la perseveranza nella fede, nella speranza e nella carità. L’intercessione della Madre nostra Santissima, dei Santi e delle Sante che mi accompagnano nel ministero episcopale, come pure la vostra preghiera mi ottengano di restare sempre fiducioso nelle mani di Dio”.

il sindaco Enzo Bianco dona a mons. Gristina l’elefantino d’argento (foto Salvatore Agnello)

La celebrazione è stata conclusa dalla preghiera dell’arcivescovo –“Moltiplica, Signore, in me tuo servo i doni della tua grazia, che scaturiscono dal sacrificio eucaristico, perché fedele nel servizio, riceva il premio riservato agli operai del Vangelo”- dalla benedizione del Signore e dal canto “Sub tuum praesidium confugimus”, la più antica preghiera dedicata alla Madre di Dio.

L’assemblea liturgica festiva si è sciolta lodando e benedicendo il Signore, dopo che il sindaco della città metropolitana, avv. Enzo Bianco, ha donato a mons. Gristina il caratteristico <elefantino d’argento>, tradizionale simbolo civico, e ha rivolto a nome della civica Amministrazione e della cittadinanza al pastore della Chiesa di Catania, visibilmente commosso, espressioni di augurio e di gratitudine per il generoso aiuto continuamente prestato, in 15 anni di governo episcopale a Catania, al capoluogo etneo, in particolare nel prendersi cura dei poveri tramite l’opera benefica della Civitas diocesana e nell’accoglienza dei tanti migranti, extracomunitari nordafricani e asiatici, sbarcati nel nostro porto.

Antonino Blandini

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