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Finalmente, primi, però…! Attenzione: nessuna esaltazione, si è appena dentro il “pattuito” e ancora non abbiamo attraversato lo “stretto”. Vige lo stesso imperativo (“pedalare”) che è valso nei momenti di sconforto (si ricordi che il Catania ha lasciato inopinatamente quattro punti alle ultime della classe). Ma va molto meglio così, anche se sarebbe preferibile, per l’equilibrio cardiocircolatorio dei sostenitori, che qualcuna delle tante palle saltellanti indisturbate davanti alla porta avversaria fosse spinta dentro da uno dei baldi giovanotti di passaggio, per il 2, 3 a zero…

Il tabellone luminoso (Ph. calciocatania)

A tal proposito, non so che partita abbia visto dalla panchina il signor Tangorra, allenatore del Monopoli, per dichiarare che la pioggia e il terreno di gioco hanno penalizzato di più la sua squadra. A me è sembrato che non abbiano favorito alcuno, ma che la partita sia stata, comunque, vibrante. In sintonia col suo tecnico, l’ex “innamorato” della maglia rossazzurra, Paolucci, ha rilevato come quest’anno il Catania riesca a vincere anche le partite che non merita di vincere. Al “cannoniere” (lo è stato davvero, ma solo nei nostri e, sicuramente, nei suoi sogni) si potrebbe rispondere persino con sarcasmo… Per me “loro” hanno meritato quello che hanno avuto: far bella figura (di più sarebbe stato beffardo). Anche se un po’ di ansia sono stati capaci di incutercela, “agli atti” è scritto che, contando le occasioni fallite dall’una e dall’altra, la bilancia penda nettamente a favore degli etnei. Una cosa, per la verità, all’illuso che c’è dentro di me, non è piaciuta: che la rete sia stata segnata con un “verde” steso a terra proprio là dove si è avventato (stavolta, con tempismo) Curiale. Avrebbe potuto metterla dentro poco prima (delizioso “taglio” di Russotto) o dopo, avrebbe potuto farlo lo stesso Russotto o altri; lo avrei preferito. Ma, come sia, sia… a conti fatti… tante altre volte è capitato (e anche di peggio) a noi.

Curiale, autore dell’1-0

Devo confessare che il solo nome “Monopoli” per me è sempre  molto evocativo; nell’ospedale del centro pugliese è morta mia zia Mariuccia, la più cara. Ricordo ancora i circa 500 chilometri in auto, fatti con la mia famiglia sotto il sole d’agosto, sperando nel meglio. I telefoni cellulari non c’erano ancora neanche nei film di Kubrick e Spielberg. Appena superato il cancello del nosocomio, un “tipo” che sembrava in agguato ci ha chiesto a bruciapelo: “Siete venuti per la defunta?”. Allora c’erano le targhe automobilistiche provinciali e gli avvoltoi pure; era il rappresentante di una ditta di onoranze funebri…

Adesso, poiché hanno voluto a ogni costo tenere fuori dalla serie C la simpatica Vibonese del catanese Caffo, ci sarà un turno di riposo; se accadesse che… se… se… potrebbe essere mantenuta la testa della classifica. Troppi i “se” ma attendiamo speranzosi; intanto ci siamo.

E a chi si è meravigliato della bella prestazione di Scoppa, dico soltanto che, neanche quando stava qui, era un brocco, come non lo erano tanti altri (Da Silva, ad esempio, che da qualche parte c’è ancora); probabilmente, l’aria conteneva qualche virus di troppo! “Culonna o badda” si domandano i personaggi del “Contra” martogliano…

Il “Massimino”

La più fastidiosa dell’ultimo periodo, però, è stata la vicenda dello stadio, che ha visto impegnati Società sportiva e Comune, proprietario dell’impianto. Prima, durante e dopo la partita con i pugliesi, mi chiedevo “questi” signori che dicono di rappresentare, rispettivamente, tifosi e cittadini (che, in bona parte – scartando juveschi, interessi, milanomi – coincidono), perché non s’ingegnano a migliorare i servizi fondamentali dell’impianto? Per i paganti! Quando piove, fa acqua da tutte le parti, appunto… Tranne dove ri-siedono loro e i loro amici! Ripeto quanto scritto altre volte: è una grave iattura la scopertura di tre tribune su quattro.

Né, peraltro, il valzer, che aveva fatto temere per la possibilità di disputare l’incontro di sabato, aveva le note dei «mille violini suonati dal vento»… aveva invece il rumore di un “accordo” non ancora composto.

Adesso (almeno sinora), resta irrisolta la questione dell’ospitalità alla Sicula Leonzio (costretta da “discutibili” imposizioni – atte a favorire lo “sbriciolamento” del calendario – a dotare il proprio stadio dell’illuminazione, pena lo 0-3 a tavolino) che il Sindaco di Catania sembra che non voglia concedere.

Intanto, non credo che i rapporti coi lentinesi siano brutti; anzi, è strano che Lentini non faccia parte della nostra provincia o Città metropolitana. Lo Monaco è un “personaggio” sicuramente votato al protagonismo ma ancora una volta credo che abbia ragione (http://www.itasportpress.it/catania-news/lettera-di-lo-monaco-a-bianco-conceda-il-massimino-alla-sicula-leonzio/). Le esigenze di tutela del manto erboso dovrebbero valere pure quando si consente la disputa di “amichevoli” a squadre milanesi o di incontri internazionali di palla ovale. Che, poi, Catania uno stadio adatto a quella disciplina lo ha ma è ridotto in stato pietoso ed ha una tribuna limitata. Dando l’assenso per le une e per le altre, non credo che ce ne pentiremmo. Come nessuno si pentirebbe se si evitasse quell’acqua da tutte le parti…

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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