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Dalla baracca del teatro Roots prende vita la storia di “Otello e lo stregone”, messa in scena da Steve Cable – come primo appuntamento de “Il Teatro dei Giganti”, a cura de “La Casa di Creta” – nelle vesti del burattinaio. Grandi e piccini, assorti in un’atmosfera fiabesca, sono catturati dalle simpatiche vicende di Otello, raccontate con maestria attraverso il “teatro dei burattini”, genere che affonda le sue radici nel ‘500 con la comparsa della maschera di Pulcinella e poi nel ‘700 con la nascita di vere e proprie compagnie di giro. Otello è un bambino che, data l’assenza del padre, non vuole tirarsi indietro al suo dovere di “uomo-capofamiglia” occupandosi della sorella, della madre e della nonna. Quest’ultima è molto fragile, condizione che genera già le prime risate del pubblico a causa delle continue cadute della donna. L’elemento risolutore per la malattia dell’anziana signora sarebbe la pianta dei 5 petali, che si trova, però, solo nel bosco, luogo descritto dalla mamma come pieno di pericoli e quindi troppo rischioso per un bambino. Tuttavia Otello, ad insaputa della madre, forse un po’ per affermare il suo ruolo, decide di andare alla ricerca della pianta e una volta recuperata cerca la via di ritorno. Ecco però che compare l’antagonista: lo stregone! Gli spettatori, divertiti già dai comportamenti dei personaggi e in particolare di Otello, entrano direttamente nel vivo della vicenda diventando parte dello spettacolo e, inevitabilmente, patteggiano per il protagonista avvisandolo dell’inganno tramato dallo stregone. Otello allora, credendo di aver sconfitto lo stregone, si rimette sulla strada di casa, ma ecco che dovrà affrontare un nuovo duello con l’antagonista della storia, da cui questa volta ne uscirà definitivamente vincente, facendo trionfare il bene sul male. Fino alla fine lo spettacolo coinvolge gli spettatori, soprattutto i bambini, regalando loro allegria senza stancarli, ma anzi incuriosendoli. “Otello e lo stregone” si conclude poi con la presentazione stessa del burattino che, durante la storia, ha sollecitato e divertito il pubblico e non può che salutare i suoi “amici” con l’ennesima risata. (Riflessioni – dopo lo spettacolo – di Simona Nicotra)

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