Cronaca

Lunedì 12 febbraio, con i riti della tradizionale “ottava” della festa liturgica si sono concluse le celebrazioni invernali in onore di Sant’Agata vergine e martire, Patrona principale della Città e dell’Arcidiocesi metropolitana di Catania. Nella basilica Cattedrale, intitolata alla Protomartire concittadina, la s. messa votiva di Sant’Agata è stata celebrata alle 7.30,9, 11, 12, 13, 16, 17.

Ottava Sant’Agata (foto Simone Orestano)

Alle 8, dopo l’apertura del sacello a cura del clero del capitolo canonicale metropolitano guidato dal parroco e delegato arcivescovile mons. Barbaro Scionti, le sacre reliquie agatine -contenute nel busto reliquiario e nei reliquiari antropomorfi custodi nello scrigno- sono state esposte alla pubblica venerazione nel tronetto a destra del presbiterio del cappellone absidale centrale, vicino all’altare maggiore, con ai lati in servizio d’onore due vigili urbani in alta uniforme.

Dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 17, i fedeli hanno potuto accostarsi al tradizionale bacio delle reliquie presso la cappella del tesoro di Sant’Agata, lato destro del transetto. Alle 10, la celebrazione eucaristica stata presieduta da mons. Salvatore Genchi, vicario generale e moderatore della Curia arcivescovile dell’Arcidiocesi.

Dalle 8 alle 12, davanti al sagrato della basilica Collegiata di via Etnea, l’autoemoteca dell’ADVS-FIDAS ha accolto in onore di Sant’Agata i cittadini che hanno desiderato donare il sangue per i bambini talassemici dell’Ospedale “Garibaldi” centro, raccolta curata dal direttore sanitario dr Vincenzo Caruso. Alle 14,30, gli ammalati e i disabili hanno potuto partecipare alla s. messa nei posti loro riservati.

Alle 18, sorteggio della “Missione Sant’Agata” a cura del gruppo diocesano di preghiera “Amici del Rosario”: il ricavato della raccolta è destinato alla Caritas diocesana per la ristrutturazione dei locali adiacenti all’Help Center, adibiti a bagni e docce a beneficio dei poveri.

Al vespro dopo il s. rosario meditato dai rosarianti, l’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina ha presieduto la solenne concelebrazione della s. messa e ha tenuto l’omelìa e al termine ha guidato con i sacerdoti, i diaconi i seminaristi, gli alunni del Corso “Sant’Euplio” per il diaconato, i ministranti, i soci agatini e gli Amici del Rosario per piazza Duomo la processione con i reliquiari di Sant’Agata, seguita dalle 13 candelore delle categorie, con la partecipazione delle autorità civili e militari cittadine nonché dei membri del Comitato per la festa di Sant’Agata. A conclusione sono stati accesi fuochi artificiali.


Omelia dell’Arcivescovo per l’Ottava di Sant’Agata

  “La nostra devozione nei riguardi della Santa Concittadina, la vergine e martire Agata, è all’origine dell’odierna celebrazione” ha esordito l’arcivescovo mons. Gristina rivolgendosi ai fedeli che gremivano la basilica durante da celebrazione eucaristica da lui presieduta. “Tutto ciò è bello, ma non basta: è necessario, infatti, che l’amore e l’ammirazione si trasformino in forte desiderio ed impegno di imitazione”.

Il metropolita si è posto la domanda “in che cosa dobbiamo imitare Agata?” ed ha suggerito di trovare la risposta nella pagina del Vangelo di Marco che parla di un incontro.-scontro tra Gesù e i farisei che “non brillavano per l’autentico spirito religioso…e si chiudevano nella loro autosufficienza: si ritenevano perfetti e disprezzavano gli altri”. “Qualcuno, tra noi, fratelli e sorelle, forse si sta meravigliando dell’atteggiamento dei farisei. Ma sono solo loro a comportarsi così? E noi, talvolta, non facciamo la stessa cosa quando pretendiamo che Dio ci venga incontro non come vuole Lui, ma come vogliano noi? Quante volte abbiamo ripetuto nel Padre nostro: <sia fatta la tua volontà>, mentre nel nostro modo di pensare e di agire abbiamo preferito la nostra volontà…Ed allora, cosa ci resta da fare per pensare ed agire diversamente? -si è chiesto il presule- La risposta ci viene dalla prima lettura, dove Giacomo…ci parla delle difficoltà che incontriamo nella vita, delle prove che quotidianamente sperimentiamo, difficoltà e prove che non ci devono far dubitare della bontà di Dio…L’apostolo ci incoraggia: <Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. La domandi, però, con fede, senza esitare…>”.

 A questo punto, l’arcivescovo ha invitato a riflettere sul comportamento di Agata nelle prove e nelle persecuzioni che subì per non arrendersi davanti alle lusinghe e alle minacce di Quinziano: “Agata si affidò totalmente al Signore e riconobbe la Sua presenza nelle vicende in cui si trovava…Agata accettò la presenza di Dio nella sua vita, così come Egli ha voluto manifestarsi; non pretese segni speciali, ma con sapienza valorizzò quello che pure noi abbiamo per grazia di Dio: il Vangelo, i Sacramenti, la Santa Messa, la gioia di far parte della Chiesa, la possibilità di fare del bene a tutti, di dare buon esempio, comportandoci da veri discepoli di Gesù e da cittadini esemplari”.

“Siamo veri devoti di Agata -ha sottolineato mons. Gristina- e la imitiamo se ci comportiamo così, facendo la volontà di Dio sempre ed ovunque…Ecco il messaggio che Agata ci consegna, quello che Lei si attende da tutti noi…Imitando Agata, anche noi diventeremo un segno positivo, un buon punto di riferimento, per tutti e particolarmente per i nostri carissimi ragazzi, coetanei di Agata. Con fede e senza esitare, chiediamo al Padre celeste di renderci veri e coraggiosi cristiani come Agata.  Vivendo come S. Agata anche noi saremo autentici discepoli di Gesù e saremo una benedizione per tutti”.


L’Arcivescovo incontra i suoi compaesani venuti da Sciara

L’arcivescovo mons. Salvatore Gristina ha avuto la gioia, nella tarda mattinata di lunedì 12 febbraio, di incontrare in Cattedrale una folta delegazione di una cinquantina di parrocchiani della parrocchia “Sant’Anna” provenienti dal suo paese nativo, Sciara, in provincia e diocesi di Palermo, e guidati dal giovane novello parroco, sacerdote Claudio Grasso, che ha presieduto la celebrazione eucaristica di mezzogiorno, vicino al busto reliquiario di Sant’Agata, esposto alla pubblica venerazione sull’argenteo tronetto settecentesco.

Il nostro metropolita ha avuto la gioia di rivolgere affettuose parole di benvenuto e di accoglienza per i suoi cari compaesani che, alla conclusione della s. messa, ha benedetti nel nome del Signore assieme ai fedeli catanesi con la sacra reliquia della mano della santa Patrona.

 Antonino Blandini

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