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Crisi dell’artista e dell’uomo in genere, instabilità interiore e confusione, voglia di esprimersi e frustrazioni in attesa di una improbabile opportunità di vita o lavorativa, travaglio interiore e lotta tra l’io che vuole andare avanti e l’io critico e sfiduciato, denuncia sociale per una situazione politico-culturale di assoluto appiattimento e degrado, episodi di cronaca, di ieri e di oggi, che confermano i dubbi sulle regole che governano la nostra realtà. C’è davvero tanto, forse troppo, nella nuova pièce “Tutto il resto ha poca importanza”, scritta e diretta da Nicola Costa, attore, regista, autore e Direttore dell’Accademia d’Arte drammatica Centro studi Teatro e legalità, proposta a Catania, all’interno della stagione del Teatro del Canovaccio, in via Gulli 12.

Locandina “Tutto il resto ha poca importanza”

L’atto unico, in circa 80 minuti – che lo stesso autore non riesce a catalogare e che anzi definisce “una cosa”, scritta in un momento di interessante confusione – vede protagonisti in scena la vibrante ed intensa Alice Sgroi ed il più compassato, ma efficace, Francesco Bernava che esplicitano una vera e propria presa di posizione, una sorta di denuncia sociale nei confronti di una società votata ormai ai social ed al loro linguaggio, che ha virato verso l’individualismo, l’arroganza e l’ingiustizia.

I due interpreti, entrati nel teatro al buio e con una torcia in mano, tra gli spettatori in sala, sono due attori in crisi – lei  caparbia e decisa ad andare avanti, lui titubante, insicuro e molto critico, due facce della stessa medaglia – e che simbolicamente occupano uno spazio teatrale ed in quel luogo si ritrovano – tra versi di Shakespeare, Alda Merini, le incantevoli ed evocativi brani musicali  di Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Lucio Dalla – a parlare di teatro, della loro condizione di artisti emarginati e senza domani, delle loro frustrazioni, dei loro bisogni, mettendo in discussione l’assetto globale della nostra società e trovandosi anche a riflettere ed a far ripensare il pubblico a fatti di cronaca giudiziaria come quella che ha colpito il celebre conduttore di “Portobello” Enzo Tortora, proprio nel trentesimo anniversario della morte, o fatti di cronaca nera come quello più recente, accaduto proprio a Catania e che ha cambiato la vita di Laura Salafia, la studentessa universitaria colpita da un proiettile vagante in piazza Dante.

I due protagonisti in scena (Ph. Dino Stornello)

In un impianto scenografico volutamente confuso, in abbandono, tra libri, copioni appesi ad un filo, oggetti accatastati, sedie e sgabelli in legno (un plauso- a tal proposito – a  Gabriele Pizzuto per gli elementi scenici e per il supporto alla regia), i due interpreti, tra citazioni, accuse (attraverso tre diversi megafoni di cartone), profonde riflessioni, enunciano quelle che sono le idee, i pensieri, dell’autore Nicola Costa che fa – come capita spesso nei suoi articolati testi – una analisi della nostra attuale società, che affoga in un marciume che inghiotte tanti giovani costretti a lasciare il paese e che vede il confronto solo nei social. Confronto solo virtuale, tralasciando la consapevolezza del nostro vero essere, la nostra vera identità. Alla fine i due protagonisti, dopo una dura analisi, si rendono conto – come riassume l’autore nel titolo della pièce – che “tutto il resto ha poca importanza” e che l’unico modo per salvare tutto e tutti, al di là della confusione, dei proclami, della rabbia, è solo l’amore.

Durante le prove, da sinistra, Alice Sgroi, l’autore Nicola Costa e Francesco Bernava

Una drammaturgia quella di “Tutto il resto ha poca importanza” in linea con lo stile di Nicola Costa non nuovo, con il suo teatro contributivo, alla denuncia della situazione in cui versa l’arte e la società in genere. Spettacolo sicuramente di analisi, complesso, intricato e non facile da portare in scena, sorretto da un testo troppo carico di concetti, di immagini e riflessioni che a volte si rincorrono e si specchiano tra loro, facendo perdere magari linearità e scorrevolezza allo sviluppo drammaturgico, a tratti poco fluido e lento nei ritmi. Testo e pièce che, forse, andrebbero leggermente sfoltiti, evitando magari luoghi comuni e pause.

Rappresentazione che, comunque, lascia passare idee interessanti, spunti ed emozioni, con i due interpreti (la volitiva e scatenata Alice Sgroi ed il pacato ed ironico Francesco Bernava) che sulla scena si disimpegnano con molta determinazione, leggerezza e professionalità ed alla fine, accompagnati dall’autore, si godono i calorosi e convinti applausi del pubblico.

Scheda spettacolo“Tutto il resto ha poca importanza”di Nicola CostaCon Francesco Bernava   e   Alice SgroiRegia di Nicola CostaElementi scenici  e assistenza alla regia Gabriele PizzutoProduzione Teatro del Canovaccio con la collaborazione di Centro Studi  Teatro  e Legalità Accademia d’Arte drammatica diretta da Nicola CostaStagione Teatro del Canovaccio – Catania – 3-8 Aprile 2018Foto di Dino Stornello

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