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Così è se vi pare”, diceva il Girgentano; lo stesso recita il Catania battendo – come fosse normale – per 3-1 il “fanalino” Akragas sul campo neutro di Siracusa. Purtroppo, vincendo (come se anche questo fosse stato naturale) la “sua” con il penultimo Fondi, il Lecce rimane distante 4 punti e poco conforta (ma in parte, conforta) il pareggio casalingo degli amici del Trapani che vanno a meno tre dagli etnei alla vigilia dello scontro fratricida di lunedì.

Il Catania, all’andata a Trapani

In realtà, chi ha perso è stato il cassiere della derelitta società agrigentina, cui è stato negato il potenziale discreto incasso che avrebbe ricavato dall’eventuale presenza dei sostenitori catanesi sulle tribune rimaste invece tristemente deserte. Sulla carta era consentito ai siracusani di accedervi; sembrava persino che i locali avessero deciso di recarsi in massa per tifare contro il Catania. Probabilmente, è prevalso il pensiero che il gioco non valesse la candela.

Ma di corbellerie se ne vedono e sentono tante! Di ingiustizie, poi, non ne parliamo. Chi decide che alla partita in campo neutro possano andare i siracusani e non i catanesi? Forse, sarebbe stato comprensibile ed equo, se qualche settimana prima certe “arche di scienza” non avessero inibito, sempre ai catanesi, di assistere all’incontro tra Sicula Leonzio e Lecce (a Catania, anche in quel caso, campo neutro). Chi sa illustrarmi convincentemente la differenza tra le due fattispecie?

Gigi Buffon

Sono un maniaco impenitente della divagazione… No, no, la “Gobba” lasciamola al suo destino, domandandoci (e domandandolo a chi è di parte) soltanto: cos’avrebbero detto a parti invertite i suoi tifosi? Né perdo tempo a commentare le “gesta” del prode e integerrimo “sjôr” Gigi. Sulla decantata esemplarità dell’anziano portiere potrei scegliere di essere d’accordo o meno, scegliendo anche la prospettiva. È stato un esempio in ogni caso: si veda il campionario di sconcezze e infingardaggini che i detrattori (purtroppo, non passibili di smentita) in questi giorni hanno elencato. Se non ricordo male è colui che affermava che “uno coi propri soldi ci fa quello che vuole”. Senza regole, cioè; quindi, anche “contra legem”, se del caso… A Catania, non ci stancheremo mai di ricordarlo fra i protagonisti della sarabanda con Gervasoni e Rizzoli e, conseguentemente, di detestarlo. Ma noi, i catanesi che tirano solo per il Catania, siamo una minoranza. Un po’ “mbriachi”? Speriamo di sì, fra tre settimane…

A proposito di ebbrezza: la politica al Vinitaly…Nelle immagini i/le dirigenti della politica sono ritratti/e abbracciati/e a damigiane e ad avvolgere con le loro labbra (ad altro aduse) bordi di calici. La differenza cromatica o tipologica del “frutto della vite e del lavoro dell’uomo” è sembrata di secondaria importanza, come quella delle “posizioni” (guai a parlare d’ideologie!): bianco, rosso, rosato, fermo, frizzante, secco, dolce, passito… Nessun brindisi né incontri tra “diversi”; si sono parlati a distanza, com’è di moda, sembrando più produttivo il comizio dell’interlocuzione o del dialogo. A dirla tutta e memore dell’adagio “in vino Veritas”, speravo in qualcosa di “folle”, creativo, appunto, di Vero… O, forse, è stato (è) TUTTO folle e, allo stesso tempo, vero… Ma gli italiani non stanno bene e qualcosa di nuovo, di diverso, in tanti hanno creduto di ottenerlo (lo credono ancora?) dagli “Ufo” cui hanno dato il loro voto; sperano almeno che siano trasformate in atti le generiche promesse dei precedenti “comizi”. Nessuno sente il bisogno di ulteriori “alchimie non disinteressate” come quelle che i precedenti governanti e legislatori hanno gabellato per “riforme” (anche quella che reca il nome di un’insegnante torinese è stata definita riforma). Chissà se durante il Fascio chiamavano “riforme” anche le leggi razziali…

Anche nel mondo del calcio si parla tanto di riforme, soprattutto quando si rinnovano gli organismi; anche qui si cerca di gabellare per riforma ciò che consolida vecchi poteri. In questo “mare magnum” a noi catanesi serve tenere accesa la speranza della promozione diretta e augurarci che a breve sia trasformata anch’essa in atto. Senza interferenze. Che il Nerello dell’Etna prevalga sul Negramaro!… Tre all’alba?

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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