sportVari

Ennesima vittoria di Viviani. Ad Iseo quarto successo parziale, battuti in volata i soliti Sam Bennett e Bonifazio. Classifica immutata prima del gran finale, Yates sempre in rosa con 56’’ su Dumoulin e 3’11’’ su Pozzovivo.

Tappa breve bevuta in un lampo dal gruppo a ranghi compatti, 46. 500 km/h la ragguardevole media spuntata nella 17^ frazione da Riva del Garda ad Iseo. In Franciacorta un autentico campionario di strettoie, curve, inversioni di direzione, tratti con fondo in pavè, rotonde, hanno stressato la carovana soprattutto nella seconda parte della frazione. Nel finale pure un violento acquazzone ha voluto dir la sua.
E’ In questo scenario che la tappa si è sviluppata attraverso una miriade di tentativi, nessuno dei quali è riuscito a guadagnare requisiti duraturi a causa del controllo serrato di Bora e Lotto Jumbo. Nel finale la Quick Step, che a lungo ha finto di sonnecchiare, si è organizzata in modo perfetto. Comincia Stybar ai mille metri . Il ceco, che pur pochi minuti prima aveva partecipato alla sagra degli scatti, trova la forze per allungare la fila in modo prepotente. Sabatini prosegue alla perfezione il lavoro ben iniziato dal coequipier portando in carrozza Viviani sino ai duecento metri. Quest’ultimo finalizza alla perfezione , rispondendo immediatamente a Van Poppel e resistendo bene al ritorno del rivale numero uno in Giro Sam Bennett. Terzo Bonifazio, con la sua solita volata poco fluida, quarto Van Poppel rimontato netto negli ultimi cento metri.

Viviani conferma dunque la sua netta supremazia fra i velocisti del gruppo, la vittoria gli consente di allungare in modo pressoché definitivo nella classifica a punti. Sam Bennett ha fatto il possibile per opporsi allo strapotere di Elia, ma il suo livello non è evidentemente quello di Viviani. Bonifazio ha notevoli margini di miglioramento a condizione di pulire e razionalizzare le sue volate, partendo dalla scelta di tempo, e finendo alla ottimizzazione della linea scelta per fiondarsi sul traguardo.

Le montagne ritornano domani con la Abbiategrasso-Pratonevoso di 196 km, tappa pianeggiante con arrivo in salita. L’unica erta di giornata misura 16 km, la sua pendenza media oscilla intorno al 7 %. La scalata a Pratonevoso è caratterizzata da un andamento constante con poche variazioni di pendenza. Tipica salita adatta ai passisti scalatori.

Con questa sorta di antipasto si comincia il trittico finale che deciderà il Giro. Ognuno dei primi in classifica ha i suoi buoni motivi per temerlo. Yates, il capoclassifica, è in pratica alla sua prima “vera” terza settimana, un’incognita da non sottovalutare. Dumoulin ricorderà la chiara flessione nelle ultime frazioni montane che poteva costargli l’edizione scorsa dominata sino a Bormio. Pozzovivo, al suo miglior Giro, ha sempre un po’ patito le ultime giornate. Dalla sua l’esperienza ed una condizione mai avuta, non è poco. Froome, una sicurezza nei GT, ha disputato un Giro con tante ombre ed una sola luce accesasi sullo Zoncolan. Può ribaltare la corsa come affondare. Gli altri mi sembrano fuori dai giochi che contano anche se sulla carta non manca lo spazio per poter rientrare prepotentemente, sempreché riescano a tirar fuori forze finora abilmente nascoste. Difficile se non impossibile.

Inutile stare a pensarci su. La soluzione fra circa seicento chilometri e non meno di 9000 metri di dislivello da superare.
Il Giro è la corsa più dura del mondo, la più varia, la più bella.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post