Cronaca

Sensibilizzare le persone al rispetto per il mare ed evitare di trasformare questa importante risorsa in una pattumiera a cielo aperto. Con queste parole stamattina gli studenti dell’Isis “Duca Degli Abruzzi” di Catania, insieme ai volontari del WWF e della Guardia Costiera, a bordo dell’imbarcazione Nopaquie, hanno liberato in mare una tartaruga Caretta caretta di due anni.

Studenti dell’Isis “Duca degli Abruzzi” di Catania con Guardia Costiera e volontari WWF liberano in mare una tartaruga della specie Caretta Caretta.

Un esemplare la cui specie è a rischio estinzione perché spesso ingeriscono materiale plastico, abbandonato in mare, rischiando così di soffocare. La tartaruga è stata trovata dall’equipaggio della Nopaquie, con a bordo il professore Ottavio Tirantola e gli studenti del politecnico del mare, dopo una consueta esercitazione. L’animale aveva ingerito un filo di Nylon e rischiava di morire.

Immediate sono scattate le procedure di soccorso con la professoressa Cristina Bellissima che ha avvisato le istituzioni competenti del caso in questione. Stamattina presenti all’evento c’era la dott.ssa Isabella De Luca a rappresentare la Guardia Costiera di Catania, il Dottor Piccinini dell’ufficio regionale preposto alla tutela e al controllo della fauna selvatica, il veterinario Giovanni Garofalo, il vice presidente O.A. Wwf della Sicilia Nord Orientale Oleana Prato. Accanto a loro molti studenti, rappresentanti dell’associazionismo e delle istituzioni sociali che non si sono voluti perdere un appuntamento tanto importante.

A rappresentare l’Isis “Duca Degli Abruzzi” di Catania c’era il professore Ignazio di Raimondo che nel corso della navigazione non ha mancato di sottolineare come questo evento sia stato possibile grazie anche all’interessamento della dirigente dell’istituto superiore Brigida Morsellino. La liberazione della tartaruga in mare è andata on line in diretta facebook, sulla pagina ufficiale della scuola, con l’obiettivo di coinvolgere più persone possibili per sensibilizzare sui rischi che le tartarughe marine devono affrontare tutti i giorni in mare a causa dell’inquinamento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post