Cronaca

Non trova giustificazione il taglio di cinque storici pini che si trovavano a Catania, in una piazzetta adiacente via Cardinale Dusmet, limitrofa agli archi della marina, di fronte a Palazzo Biscari. La denuncia arriva ancora una volta dall’associazione ambientalista Free Green Sicilia.

“Una carneficina contro bellissime piante a Catania che ha abbattuto cinque pini, tre tagliati fino alle radici, degli altri due capitozzati è rimasto solo lo scheletro, condannandoli ugualmente alla morte, in quanto anch’essi dovevano fare la stessa fine degli altri tre ma, forse, qualcuno ha visto ed è riuscito, purtroppo non in tempo, a fermare la crudele e selvaggia sega, ovviamente, e non potrebbe essere diversamente, utilizzata da giardinieri improvvisati che non conoscono minimamente la fisiologia delle piante e la botanica in generale, il tutto senza una ragione plausibile, in una città dove, peraltro, la penuria di piazze alberate, parchi e aree verdi  l’ha condotta da decenni agli ultimi posti in Italia per verde pro-capite”.

“Vorremmo sapere, – afferma, ancora, Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – come ogni cittadino catanese, la verità su un deplorevole ed ingiustificato fatto del genere, chi è stato e per quali motivi tali pini, patrimonio della città, sono stati tagliati. Anche i due pini capitozzati, quando sarebbe stato sufficiente eliminare solo i rami secchi, non avranno futuro in quanto non hanno, a differenza delle latifoglie, la capacità di ricacciare rami dopo il taglio dell’intera chioma. Ed è ovvio presumere che non sia stato chiesto alcun parere scientifico ai botanici dell’Università di Catania, nel qual caso, di certo, l’insensato taglio di tali piante non sarebbe avvenuto.

Non dimentichiamo, prosegue Lisi, che nessun albero è stato piantato a Catania fino ad oggi nel rispetto della legge n.113 “un albero per ogni bambino nato” del 1992: se fosse stata recepita vivremmo sicuramente in una città eco-sostenibile a misura di bambini tra le più verdi d’Europa, ma così non è, e non lo sarà per decenni ancora!

Si continuano a tagliare, senza consapevolezza e rispetto per la città, alberi di medio e alto fusto, come già avvenuto ad aprile al lungomare (quando si sarebbe dovuto solo risistemare un muretto), o come il taglio, nel 2014, della monumentale Araucaria excelsa, alta circa tenta metri, per legge considerata da proteggere, che da oltre un secolo viveva ad Ognina, quando si sarebbe potuto sistemare razionalmente il percorso stradale, peraltro per tale pianta i cittadini, a stragrande maggioranza, avevano chiesto che non venisse abbattuta, ma l’amministrazione pro-tempore, che aveva promosso il referendum, non rispettò tale democratica decisione.

Proprio le piante, delle quali Catania ha una improcrastinabile necessità, restano abbandonate da anni, come i parchi di Librino, Cibali, Monte Po’, dimenticando la grande utilità non solo di abbellire e concedere frescura in estate alle nostre città invase dal cemento e dall’asfalto ma, se ve ne fossero in numero sufficiente ed in ogni parte della città, a depurare l’aria inquinata dallo smog, per trasformarla, come già fanno, in ossigeno; questo limiterebbe e non di poco, visto l’enorme traffico quotidiano, i danni alla salute provocati dall’aria irrespirabile”.

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