Cronaca

L’assolata mattina di domenica 23 settembre, prima domenica successiva all’equinozio del caldo autunno catanese, ha favorito l’afflusso di tanti cittadini e turisti in Cattedrale dove, all’altare maggiore, il parroco e delegato arcivescovile, mons. Barbaro Scionti, ha presieduto la solenne santa messa festiva e tenuto un’omelia ispirata ai testi biblici propri della domenica XXV tra l’anno B, nel commosso ricordo, mai sopito e obliato, del 183° anniversario della morte di Vincenzo Bellini.

I canti liturgici della celebrazione eucaristica sono stati mirabilmente animati da un gruppo di coriste del Teatro Massimo “Bellini” che, accompagnate dal Grand’Organo suonato dal m° Piero Figura, organista della Cappella Musicale del Duomo, ha fatto riecheggiare nella maestosa basilica agatina celebri brani musicali in gregoriano nonché tratti da composizioni di grandi musicisti come Fauré, Guarneri, Mozart e Brahms.

foto Giovanni Crisafulli

Hanno partecipato ufficialmente al sacro rito delegazioni ad alto livello della civica Amministrazione (in rappresentanza del sindaco dott. Salvo Pogliese guidata dall’assessore alla P.I. e BB.CC. dott.ssa Barbara Mirabella, con il cerimoniere onorario del Comune gr.uff. Luigi Maina e  due vigili urbani in uniforme di gala come scorta d’onore del gonfalone del Municipio), del massimo teatro lirico della città (rappresentato dal direttore artistico, il maestro pianista Francesco Nicolosi), intitolato al nostro indimenticato Bellini, uno dei più grandi compositori di musica lirica di imperitura fama mondiale di tutti i tempi.

Non hanno fatto mancare la loro qualificata presenza, anche quest’anno, studiosi del Museo Belliniano, dell’Istituto Musicale “V. Bellini”, del vasto ed impegnativo repertorio belliniano, musicisti, musicologi, musicofili, melomani, cantanti lirici, coristi, concittadini amanti del bel canto e dell’intramontabile repertorio operistico. Prima della benedizione finale, celebrante con i ministranti, autorità, e tutti i presenti intervenuti a qualunque livello e accomunati dal bisogno di onorare ancora una volta l’illustre concittadino famoso in tutto il mondo, si sono recati processionalmente davanti al monumentale sepolcro del Cigno, <luogo del cuore dei catanesi> dopo il sacello delle reliquie di Sant’Agata, addossato al 2° pilastro della navata destra e opera dello scultore e patriota garibaldino, il genovese Giovanni Battista Tassara.

La tomba era adornata dalla corona d’alloro della Municipalità con i colori della città e da fiori donati dal mondo lirico teatrale e da anonimi ammiratori del genio catanese posti sul sarcofago dove è inciso un verso dell’aria della parte iniziale dell’opera “La sonnambula”: <Ah! Non credea mirarti/sì presto estinto, o fiore>.

Mons. Scionti, con accanto il diacono Filippo Nunzio Rapisarda, ha guidato una breve pausa di raccoglimento e un commovente momento rituale di cristiana preghiera di suffragio, innalzata a Dio nella fede del Signore risorto e di benedizione, conclusosi con l’aspersione dell’acqua benedetta ed incensazione della tomba che racchiude, dal 1876, i resti mortali di Vincenzo Bellini.


AL MUSEO BELLINIANO OMAGGIO MUSICALE-CANORO AL CIGNO DI CATANIA

Nella ricorrenza del 183° anniversario della morte di Vincenzo Bellini, com’è ormai tradizione, il maestro prof. Fabio Raciti, la mattina di domenica 23 settembre, ha diretto al Museo Civico Belliniano, del settecentesco palazzo Gravina Cruillas in piazza San Francesco d’Assisi, il concerto del Quartetto Catanese per omaggiare il Cigno di Catania, nella sua casa natale. L’evento culturale era inserito nell’àmbito delle Giornate europee del patrimonio.

   Numerosi cittadini e turisti hanno visitato, con interesse e commozione, la Casa-Museo del sommo compositore lirico-operistico dell’Ottocento e hanno assistito, compiaciuti e ammirati, al concerto del Quartetto: violino Fabio Raciti, violoncello Giulio Nicolosi, soprano Angela Curiale e pianoforte il m° Giovanni Raddino.

   Nel repertorio eseguito con magistrale bravura dai quattro artisti catanesi e rigorosamente costituito da celebri musiche del nostro Bellini, non poteva mancare l’immortale aria “Casta Diva” dall’opera “Norma”.

  Antonino Blandini

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