Cronaca

Anche quest’anno, all’inizio dell’autunno, a Catania, la numerosa comunità cristiano-cattolica srilankese-catanese ha festeggiato in Duomo -assieme ai correligionari-connazionali, integrati in Sicilia, provenienti anche da Messina, Siracusa, Caltagirone, Mazzarrone e Acireale- Sant’Agata con la celebrazione eucaristica in lingua srilankese.

La sera di sabato, a cura dell’Ufficio diocesano pastorale Migrantes diretto dal diacono permanente uxorato, dott. Giuseppe Cannizzo, è iniziata la festa di Sant’Agata della comunità srilankese, nella chiesa S.Maria Ogninella dove è stato acceso il Lume tradizionale e la liturgica dei vespri è stata presieduta da mons. Cletus Chandrasiri Perera, vescovo di Ratnapura.

L’indomani mattina, la processione dei fedeli srilankesi (Cingalesi e Tamil) in costume tradizionale con diverse bambine danzatrici e alcune decine di ragazze e ragazzi cresimandi vestiti di bianco, accompagnati dalla banda musicale, ha percorso piazza Ogninella, via Euplio Reina, piazza Università, via Etnea, per fare ingresso con grande compostezza in Cattedrale dove oltre mille partecipanti di madre patria, compresi anche diversi cittadini e turisti, sono stati accolti con saluti di benvenuto dal parroco e delegato arcivescovile mons, Barbaro Scionti. In basilica, dopo il rito dell’accensione del Lume, la s. messa in onore di S. Agata, durata due ore e allietata da molti canti della tradizione liturgica srilankese, è stata presieduta dal vescovo Chandrasiri il quale ha amministrato la Cresima ai ragazzi entrati in processione con i celebranti.

Al termine, il diacono Cannizzo, a nome dell’arcivescovo mons. Gristina, ha rivolto un cordiale saluto all’assemblea dei fedeli, al vescovo celebrante, al vicario generale mons. Salvatore Genchi e ai sacerdoti concelebranti cappellani etnici Cansius Fernandus Michael di Catania, Neville Perera di Messina, Sachita Fernando di Siracusa, al confratello diacono Giuseppe Calantropo.

Il direttore dell’ufficio pastorale Migrazioni, alla luce della Parola di Dio, ha invitato ad aprire il cuore all’accoglienza dei doni di Dio, che è Padre di tutti gli uomini suoi figli senza alcuna distinzione, perché in ogni creatura risiede il germe della verità, e ha sottolineato come le sfide delle migrazioni richiedono un forte impegno della comunità cristiana per <dare risposta evangelica alle tante persone che vivono il dramma migratorio, in particolare quello a carattere forzato dei profughi.

Cannizzo ha fatto riferimento a Papa Francesco che esorta continuamente a tenere viva tale sollecitudine: “Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca…”. La Chiesa -ha aggiunto Cannizzo- da sempre ha risposto <a queste sfide offrendo consolazione e conforto e ci invita ad annunciare l’amore del Padre e a condividere con l’altro il pane della nostra vita di battezzati e di consacrati. Con il testimoniare l’amore insegnato da Gesù, i cristiani devono aprire il cuore specialmente ai piccoli e ai poveri, nei quali Cristo stesso è presente in modo singolare>.

Antonino Blandini

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