Cronaca

Francesco, figlio di Pietro Bernardone, ricco mercante di stoffe, e di madonna Pica, nacque ad Assisi nel 1182; al battesimo gli venne imposto il nome Giovanni, a cui il padre, tornato dalla Francia, aggiunse quello di Francesco. Dopo aver trascorso una gioventù spensierata, decise di convertirsi a Cristo, rinunciando a tutti i beni paterni per aderire fermamente a Dio. Sposò la povertà per seguire più perfettamente l’esempio di Cristo e predicò a tutti l’amore di Dio.

Raccolti i primi compagni, Francesco si presentò al sommo pontefice Innocenzo III che approvò verbalmente la loro predicazione penitenziale, che si articola nel motto <<Pace e bene>> e mira così a riconciliare le tutte le classi sociali. Ai Frati Minori, che si moltiplicarono prodigiosamente, seguirono le Povere Donne (le Clarisse) di San Damiano, non meno numerose. Nel 1219 Francesco, durante la quinta Crociata, andò anche in Oriente dove predicò alla presenza del sultano al-Malik al-Kāmil, cercando di convertirlo al cristianesimo.

Rientrato in patria, ottenne l’approvazione definitiva della seconda Regola da papa Onorio III, quindi si dedicò esclusivamente alla contemplazione, che sigillò con un’esperienza di trasformazione mistica che poi culminò, il 14 settembre 1224, con l’impressione delle stimmate avvenuta sul monte della Verna. Poco dopo Francesco si ritirò alla Porziuncola dove morì, disteso sulla nuda terra, il 3 ottobre 1226. Dante, nel Paradiso fa largo riferimento a san Francesco di Assisi, alla Povertà e all’inizio dell’Ordine Francescano[1]. Il santo padre Pio XII, il 18 giugno 1939, proclamò il Poverello di Assisi patrono primario d’Italia, insieme a santa Caterina da Siena.


 

BREVE PONTIFICIO CHE PROCLAMA SAN FRANCESCO D’ASSISI E SANTA CATERINA DA SIENA PATRONI PRIMARI D’ITALIA

PIO XII

A perenne memoria

Sacello di San Francesco d’Assisi – Basilica inferiore

La sollecita cura della Chiesa universale che Ci è stata commessa dal divino Redentore ci spinge sempre a procurare quanto più ci è possibile il bene di tutti i fedeli sparsi per tutta la terra; ma poiché la Divina Provvidenza ha voluto che la cattedra romana di San Pietro fosse stabilita in Italia, la Nostra volontà non può non rivolgersi in modo particolare a promuovere i vantaggi spirituali degli italiani e perciò appena ce ne è data l’occasione, ci disponiamo ad eseguire con solerte cura tutte quelle cose che ci sembrano le più opportune al fine predetto. Sicché nelle difficoltà dei tempi, che da ogni parte premono anche le genti d’Italia, nessun’altra cosa è più conforme al Nostro ufficio pastorale, nonché all’effetto che nutriamo verso i Nostri connazionali, quanto l’assegnare loro presso il Signore, particolari patroni celesti, i quali ne siano come i custodi e i difensori. Chi di noi invero potrebbe mai dubitare di non essere aiutato giorno per giorno dal patrocinio dei Santi presso Dio, specialmente quando, trovandosi in angustie si appoggia alla intercessione dei Santi, invoca il Signore e sente subito che il Signore lo esaudisce? E questo tanto più giustamente può dirsi di quel patrocinio, col quale i santi proteggono le genti e le nazioni, specie quelle alle quali si sforzarono in tanti modi e in tante particolari circostanze, di portare aiuto, mentre essi ancora erano in terra, spinti dall’amor di patria. Senza alcun dubbio ciò si deve affermare di San Francesco d’Assisi e di Santa Caterina da Siena che, italiani ambedue, in tempi straordinariamente difficili, illustrarono, mentre vivevano, con nitido fulgore di opere e di virtù e beneficarono abbondantemente questa loro e nostra Patria, in ogni tempo madre di santi. Difatti San Francesco poverello e umile vera immagine di Gesù Cristo, diede insuperabili esempi di vita evangelica ai cittadini di quella sua tanto turbolenta età, e ad essi anzi, con la costituzione del suo triplice ordine aprì nuove vie e diede maggiori agevolezze, per la correzione dei pubblici e privati costumi e per un più retto senso dei principi della vita cattolica. Né altrimenti si adoperò Santa Caterina, la fortissima e piissima vergine, che valse efficacemente a ridurre e a stabilire la concordia degli animi delle città e contrade della sua Patria e che mossa da continuo amore, con suggerimenti e preghiere, fece tornare alla sede di Pietro in Roma i romani pontefici, che quasi in esilio vivevano in Francia, tanto da essere considerata a buon diritto il decoro e la difesa della Patria e della Religione.

Ora poi il Signor Cardinale Carlo Salotti, prefetto della S. Congregazione dei Riti, ci ha detto che gli arcivescovi d’Italia, assecondando il comune desiderio dei fedeli, fanno voti e ci rivolgono anzi supplici preci, affinché San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, vengano da noi dichiarati e costituiti Patroni Primari d’Italia con l’intento di riaccendere l’avita pietà e farla maggiormente crescere. A questi voti si aggiunge anche l’amplissima commendatizia dello stesso porporato e perciò considerate attentamente tutte le ragioni e le circostanze ben volentieri abbiamo deciso di annuirvi.

Pertanto di Nostro «Motu proprio» di certa scienza e dopo matura deliberazione colla pienezza di nostra apostolica podestà, in virtù delle presenti lettere, dichiariamo da questo momento e costituiamo in perpetuo San Francesco d’Assisi e Santa Caterina Patroni Primari d’Italia.

Con la stessa autorità e in forza delle presenti da valere in perpetuo decretiamo che in Italia e nelle isole adiacenti, si celebrino ogni anno, dall’uno e dall’altro clero, nei giorni stabiliti, le feste degli stessi Patroni con relativa Messa ed Officio in rito doppio di prima classe, ma senza ottava, nonostante qualsiasi cosa in contrario. Ciò benevolmente ordiniamo e decretiamo, comandando che le presenti Lettere rimangano sempre ferme, valide e in tutta la loro efficacia; che ottengano i loro pieni ed interi effetti che se ne possano pienamente valere oggi ed in futuro quelli cui spetta o potrà spettare; e così doversi esattamente giudicare e stabilire, dichiarando fin d’ora irrita ed inane, qualsiasi cosa che al riguardo, da chiunque o da qualsiasi autorità, scientemente o ignorantemente, possa essere attentata in contrario.

 Dato a Roma presso San Pietro sotto l’anello del Pescatore il XVIII giugno del MDCCCCXXXIX, primo del nostro pontificato.

Luigi Card. Maglione

Segretario di Stato

 

PREGHIERA A SAN FRANCESCO D’ASSISI

PATRONO D’ITALIA

O Serafico San Francesco, Patrono d’Italia,

tu che rinnovasti il mondo nello spirito di Gesù Cristo, ascoltaci!

L’avidità delle ricchezze, l’insidia dei piaceri,

la follia del disordine tornano ad offuscare le menti e ad agghiacciare i cuori.

Tu che fosti segnato dalle stimmate della Passione,

fa che il Sangue di Cristo infiammi tutti i popoli e ci comunichi la tua luce, il tuo amore, il tuo spirito.

Tu conosci le anime, le opere,

le ansie e le speranze nostre: benedicile!

Proteggi la Chiesa, proteggi l’Italia di cui sei Patrono, proteggi il mondo intero,

suscita sul cammino di tutti gli uomini un desiderio fecondo di Pace e Bene, nel quale soltanto è perfetta letizia. Così sia

 

PREGHIERA PER L’ITALIA

DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO  II

O Dio, nostro Padre, ti lodiamo e ringraziamo. Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli, accompagna i passi della nostra Nazione, spesso difficili ma colmi di speranza.

            Fa’ che vediamo i segni della Tua presenza e sperimentiamo la forza del Tuo amore che non viene meno.

            Signore Gesù, Figlio di Dio e Salvatore del mondo, fatto uomo nel seno della Vergine Maria, ti confessiamo la nostra fede.

Il tuo Vangelo sia luce e vigore per le nostre scelte personali e sociali. La tua legge d’amore conduca la nostra comunità civile a giustizia e solidarietà, a riconciliazione e pace.

Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, con fiducia t’invochiamo. Tu che sei maestro interiore svela a noi i pensieri e le vie di Dio. Donaci di guardare le vicende umane con occhi puri e penetranti, di conservare l’eredità di santità e civiltà propria del nostro popolo, di convertirci nella mente e nel cuore per rinnovare la nostra società.

            Gloria a te, o Padre, che operi tutto in tutti.

Gloria a te, o Figlio, che per amore ti sei fatto nostro servo.

Gloria a te, o Spirito Santo, che semini i tuoi doni nei nostri cuori.

Gloria a te, o Santa Trinità, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen

 

PREGHIERA PER  LA PATRIA

Dio onnipotente ed eterno, cui danno gloria la terra, il cielo e il mare, ascolta la nostra preghiera !

Giurando fedeltà alla Bandiera, abbiamo promesso amore e servizio alla Patria, nel ricordo del sacrificio di chi è caduto perché noi vivessimo in un mondo più libero e più giusto.

Donaci, o Signore, la forza di custodire e difendere il bene prezioso della pace; e, in comunione di spirito con tutti coloro che lavorano e soffrono, donaci la gioia di dare il nostro contributo per la serenità delle nostre case, per la prosperità della nostra terra, per il bene dell’Italia !

Amen

Diac. Sebastiano Mangano


[1] Dante, Parad., XI,28-117; XXII,90; XXXII,35.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post