A cinquantacinque anni dalla morte, avvenuta, l’11 ottobre del 1963, mi pare giusto non far perdere la memoria e ricordare nella preghiera don Mario Mendola, Tenente Cappellano in congedo del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana (Matr. 12690 – 105 A – 156 – DM. 18 – CT). che, probabilmente, per un incidente successo non molto tempo prima, mentre scendeva dall’autobus San Giovanni Galermo-Catania, ritornò alla casa del Padre.
Mario Mendola, nato a San Giovanni Galermo di Catania il 24 settembre 1889 da Giovanni e Giovanna Rapisarda, fu studente di teologia presso la Congregazione del Preziosissimo Sangue, dove, con le lettere dimissorie dell’arcivescovo di Catania, card. Giuseppe Francica Nava, ha ricevuto gli Ordini Minori, il Suddiaconato (20 febbraio 1916) e il Diaconato (8 aprile 1916).
Durante la Prima Guerra Mondiale don Mario Mendola ha prestato servizio come Caporale della Sanità Militare (Matr. R.E. 40722) nelle Forze Armate dello Stato dal 4 maggio 1916 al 15 agosto 1919. Essendo già Diacono da prima di essere chiamato alle armi, esercitò per più di tre anni il ministero della diaconia della carità nell’assistenza ai malati e ai feriti di guerra provenienti dal fronte nell’Ospedaletto da Campo n° 78, nell’Ospedale della Caserma degli Alpini di Cividale del Friuli, fino alla ritirata di Caporetto, e in altre strutture sanitarie dell’Esercito.
Ordinato presbitero il 2 aprile 1920 dal ragusano mons. Giovanni Iacono, vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi (poi vescovo di Caltanissetta), esercitò il ministero pastorale a San Giovanni Galermo dove, ardente di zelo e carico di risorse, iniziò a scuotere la gioventù con la costituzione del Circolo Giovanile Cattolico <<Garzia Moreno>>, uomo politico e fervente cattolico dell’America Latina, vittima di un attentato mentre usciva da una chiesa” (F. Pergolizzi – S. Costante, San Giovanni Galermo, Memorie storiche, Catania 1975, pag. 33). Costituì pure l’Oratorio festivo Don Bosco, dotandolo delle necessarie attrezzature sportive e ricreative.
Nel 1925, insieme a don Orazio Lombardo, che poi fu nominato primo parroco di San Giovanni Battista in San Giovanni Galermo il 10 marzo 1939 il card. Nava incarica don Mario di svolgere il suo ministero pastorale anche nella Chiesa Madre di Camporotondo Etneo. Dopo alcuni anni, il 28 luglio 1928, per una migliore crescita pastorale della comunità di Camporotondo, don Mario Mendola, pur conservando il titolo di Vicario e amministratore di San Giovanni Galermo, si vide costretto a operare a tempo pieno nella parrocchia di Camporotondo Etneo, in qualità di parroco.

1934 La Croce Rossa di Catania celebrava la sua festa al Giardino Bellini di Catania con manifestazioni di propaganda
Nel 1934, don Mario fa eseguire sul nuovo prospetto della chiesa parrocchiale di San Giovanni Galermo, ultimato da don Orazio Lombardo, una statua di San Giovanni Battista, opera di Francesco Moschetto, autore della fontana di Proserpina nella piazza antistante la nostra Stazione Ferroviaria.
L’attività di don Mario però non poteva restringersi solo a San Giovanni Galermo così, su sua richiesta, con il Regio Decreto del 23 dicembre 1940, venne nominato Tenente Cappellano del Corpo Militare CRI nel Ruolo Normale Mobile. Un anno dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il Ten. Capp. Mario Mendola venne chiamato in servizio nel personale militare della Croce Rossa dal XII Centro di Mobilitazione di Palermo e inviato al IX Centro di Mobilitazione di Roma il 29 luglio 1942, dove, dopo aver prestato giuramento di fedeltà alla Patria, il 5 agosto 1942 venne assegnato al Treno Ospedale n° 13 per soccorrere e confortare i reduci provenienti dal fronte russo.
Collocato in congedo il 26 novembre 1944, don Mario ritornò ad esercitare il suo ministero tra i ragazzi dell’Istituto Agrario Valdisavoia, che aveva lasciato per il servizio militare, e al Campo Profughi di Catania-Cibali dove, con diverse iniziative, cercò di rendere meno pesante la sosta in quel centro di accoglienza a quei profughi tanto provati dalle dolorose vicende della guerra.
Nel lontano 16 luglio del 1958 ho incontrato e conosciuto don Mario Mendola in occasione del 25° di sacerdozio del fine poeta dialettale mons. Giovanni Cima, cappellano delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli di via San Pietro di Catania, al tempo della serva di Dio suor Anna Cantalupo.
Padre Mendola, che fu parroco di Camporotondo Etneo fino al 6 marzo 1933, fu molto vicino ai Padri Passionisti di Mascalucia collaborando con scritti e disegni alla diffusione del mensile “L’Addolorata”.
Tra i suoi scritti, che “ricreavano ed insieme edificavano”, possiamo ricordare alcune poesie pubblicate dal giornale dei Padri Passionisti: “Ho compito quarant’anni”, del 1961 in occasione del quarantennio della fondazione del mensile L’Addolorata, in cui dice al lettore: Vieni ai piedi di Maria e trovi la pace e l’armonia; “Il soliloquio dell’astronauta russo” del 1962, che ha visto e ammirato la grandezza del Creato; “La missione pacifica di Nikita Kruscev” anch’essa del 1962; “Un’ancora di salvezza – il Concilio Ecumenico” del 1963 che, rivolgendosi a ciascuno di noi, scrive: Se tu cerchi con certezza/ il cammin de la salvezza:/ odi e segui piano, piano/ il Concilio Vaticano!”. In alcuni fogli manoscritti, recentemente trovati dall’attento studioso dott. Simone Caruso, Dirigente scolastico della Scuola “Padre Santo Di Guardo” di San Giovanni Galermo, don Mario Mendola, con la poesia del 1963, “Viva u papa novu”, celebra con gioia l’elezione di “n’autru papa Piu”, certamente Pio XII, scrivendo che “La Chiesa sempri giuvini/ chistu è di gran cunfortu:/ è mortu già un puntefici/ ma u papa non è mortu… Avanti, avanti sempiri/ uniti in fitta schiera/ col papa, col pontefici/ è la nostra Bandiera/ O gioventù cattolica/ vuvatri spicialmenti/ sariti all’avanguardia/ Ca non paventa nenti” . In un’altra poesia, “U circulu cattolicu”, probabilmente dedicata ai giovani del Circolo “Garzia Moreno”, scrive che questa associazione, posta sotto il patrocinio di San Giuvanni Battista, è “Simbulu di vittoria/ e di fraternu amuri/ pirchì porta la Cruci/ du nostru Ridinturi”.
In occasione del 17° centenario del Martirio di Sant’Agata nel 1951 e del XVI Congresso Eucaristico Nazionale, tenutosi a Catania dal 6 al 13 settembre del 1959, don Mario Mendola ebbe prestigiosi riconoscimenti letterari. Negli ultimi anni della sua vita si dedicò pure all’Associazione dei Cappellani Militari in congedo tenendo la segreteria provinciale e animando tutti gli incontri con i suoi umoristici versi.
Nell’agosto del 1963, il Capo dello Stato Mario Segni nominò don Mario Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana per aver presso parte alle due Grandi Guerre, per i suoi trent’anni di insegnamento all’Istituto Agrario Valdisavoia di Catania, per l’assistenza ai profughi raccolti nel Campo di Cibali, per le sue brillanti doti di poeta estroso e mordace (L’Addolorata, Madre di Dio, pubblicazione mensile religiosa dei Padri Passionisti di Sicilia, anno 41, vol. XXXIII, fasc. 456, ottobre 1963, pag. 159). Don Mario Mendola, consapevole della provvisorietà di ogni creatura, dettò l’epigrafe da scrivere sulla sua tomba nel cimitero di San Giovanni Galermo:
ARRIVEDERCI!
Nella fatidica valle dove,
credenti o increduli,
ascolteremo l’eterna sentenza
del tremendo, infallibile, inappellabile
Giudizio di Dio
11/X/1963
Il Tenente Cappellano del Corpo Militare della CRI don Mario Mendola è stato veramente un fedele servitore di Cristo, della Chiesa e della Patria.
Diac. Sebastiano ManganoIncaricato Diocesano per La Pastorale delle F.A.