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“Filippo Mancuso e Don Lollò”, commedia di situazione di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, ha inaugurato lo scorso 25 Ottobre l’XI stagione del Teatro Vitaliano Brancati, produzione Teatro della Città. La pièce in due atti, con la regia e le scene di Giuseppe Dipasquale, risulta estremamente gradevole per un cast azzeccato e soprattutto per la presenza, nei ruoli del titolo, di due maestri, due mattatori del palcoscenico, quali Tuccio Musumeci  e Pippo Pattavina che in scena si ritrovano a meraviglia e divertono il pubblico con le loro battute, equivoci, giochi di parole e trovate.

Musumeci, Pattavina e Fioretto (Foto Dino Stornello)

Da sottolineare, prima di parlare della messinscena, che la pièce è stata scritta da Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale esclusivamente per Musumeci e Pattavina, rispettivamente Don Lollò, uomo di rispetto di Vìgata e Filippo Mancuso, un tirchio proprietario terriero. Tutto parte da una promessa nata durante la messinscena de “La concessione del telefono”, tratta dall’omonimo romanzo di Camilleri: l’unica scena nella quale Filipo Mancuso e Don Lollò si sarebbero dovuti incontrare prevedeva un’inserzione a soggetto che, per le doti comiche dei due attori, provocò uno sbilanciamento dello spettacolo (circa 25 minuti) non attuabile nelle successive repliche. Così, per riportare l’ordine, Camilleri e Dipasquale promisero ai due comici che avrebbero scritto per loro una commedia nuova, partendo proprio dai personaggi in questione.

Ecco quindi nascere “Filippo Mancuso e Don Lollò” che al “Brancati”, grazie alle esplosive doti comiche del collaudato duo Musumeci – Pattavina, regala al pubblico due ore di assolutà serenità e soprattutto di risate incontenibili. Il lavoro, indubbiamente, si rifà al repertorio classico della commedia siciliana, grazie alla maestria di Musumeci e Pattavina, che di questo segmento di spettacolo sono autentici mattatori, anche se la vicenda raccontata appare debole e vede protagonisti i giovani Lillina e Berto, l’una leggermente zoppicante figlia del boss Don Lollò, l’altro -poco sveglio – del proprietario terriero Mancuso. I due si incontrano, si innamorano e vorrebbero sposarsi, ma il loro progetto incontra l’opposizione dei due genitori. La storia va avanti quindi tra equivoci, preti complici, serve di casa e uomini di fiducia mentre Pattavina e Musumeci (Filippo e Don Lollò), a ruota libera, regalano i migliori numeri del loro repertorio comico, suscitando il divertimento degli spettatori. Sullo sfondo del contrastato amore tra Lillina e Berto c’è poi la richiesta di Mancuso a Don Lollò di raccomandare il figlio, troppo ingenuo e poco avvezzo al mondo del lavoro, per un sicuro impiego al Banco di Sicilia.

L’intero cast della commedia (Ph. Dino Stornello)

Il cast è vario ed assortito: accanto alla esplosiva coppia Musumeci-Pattavina si disimpegnano con grande professionalità Margherita Migmemi (Nunziatina, l’affamata domestica di casa Mancuso), Riccardo Maria Tarci (Padre Imbornone, parroco di Vigata), Franz Cantalupo (Gegè, l’imbranato uomo di fiducia di Don Lollò), Lorenza Denaro (Lillina, figlia di Don Lollò) e Luciano Fioretto (Berto, figlio di Filippo).

Alla fine dello spettacolo applausi reiterati del pubblico per i due mattatori Musumeci e Pattavina, per l’intero cast e per una una pièce cucita addosso ai due grandi interpreti del teatro siciliano che sul palco, insieme, danno davvero il massimo. Regia scorrevole di Giuseppe Dipasquale, costumi delle Sorelle Rinaldi, musiche gradevoli di Matteo Musumeci, luci di Sergio Noè. Lo spettacolo verrà replicato al “Brancati” sino all’11 Novembre.

Il video di “Filippo Mancuso e Don Lollò”

 

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