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Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato – Commissariato Borgo Ognina – ha eseguito un’ordinanza di applicazione misura cautelare in carcere nei confronti di F.V. S. nata a Catania il 26/10/1992, in ordine al reato di cui agli artt. 575 e 577 c.p. perché, dapprima scuotendolo con veemenza e poi lanciandolo al suolo e sbattendolo più volte, cagionava il decesso del figlio F. L. (di soli tre mesi), Con l’aggravante di aver agito contro il discendente, In Catania il 14/11/2018 (decesso de/15/l1/2018).

Lo scorso 14 Novembre, il piccolo F. L., di soli tre mesi di vita (nato il 31 luglio 2018), è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania e poi, da qui, intubato per via oro-tracheale, non sedato, pallido ed ipoteso, presso l’unità di rianimazione pediatrica dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, dove è stato ricoverato in prognosi riservata per la presenza, tra l’altro, “di un imponente ematoma nella regione parietotemporale destra con numerose emorragie sparse su tutto l’ambito retinico.

Ospedale Garibaldi

Nonostante tutte le cure e l’assistenza prestate dai sanitari e attestata dalle certificazioni, il bambino è morto il giorno successivo. Quando il bambino è stato ricoverato, come si legge anche nel certificato di pronto soccorso, la madre, indagata, ha raccontato che il figlio si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia a causa di una spinta datasi da solo. Successivamente, però, attraverso l’audizione di tutti i soggetti intervenuti nell’immediatezza e della stessa F. L. V. S. , alla presenza del difensore di fiducia, si accertava che la caduta del bambino non era stata accidentale bensì che era stata la madre dello stesso a scaraventarlo a terra con forza.

All’esito anche di consulenza neuropsichiatrica, la Procura ha richiesto la misura di custodia cautelare, accolta dal Gip che ha ritenuto “integrata una continuità di azione dell’indagata la quale -attesa anche la tenerissima età del figlio – agiva di certo al fine di ucciderlo (dolo intenzionale) e, comunque, si è rappresentata l’evento omicidiario come realizzabile con elevato grado di probabilità o anche con certezza come conseguenza diretta ed immediata della propria azione (dolo diretto).

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