Catania News

Anche se nei secoli scorsi l’introduzione a Catania del presepio pare che si debba ai padri Gesuiti del Collegio degli studi “San Francesco Borgia”, va riconosciuto ai frati francescani la diffusione della verosimile e virtuale ricostruzione devozionale della scena della Nascita di Gesù a Betlemme.

   Ed ecco che nella chiesa più antica della città, officiata dai seguaci di San Francesco da Assisi, i frati minori conventuali, anche quest’anno è stato allestito un grande presepio opera di un artigiano-artista, il sig. Salvo Facineroso, secondo la più genuina tradizione popolare siciliana che non si limitava ad una semplice visione del luogo notturno in cui nacque dalla Vergine Madre il Figlio di Dio ma considerava <sacro> il sito della rappresentazione della Natività davanti al quale le comunità cristiane si riunivano, secondo le diverse usanze, per pregare e cantare con i testi della Novena di Natale che alimentava la gioia dell’attesa di Gesù come bambino: 26 metri quadri, 10 mesi di lavoro per un totale di 1600 ore, 240 metri di cavo elettrico, 60 metri di luce led, 25 metri per il passaggio dell’impianto idrico, 110 fogli di polistirolo, 90 chili di sughera, 40 chili di gesso, 90 metri di listelli di legno, 35 chili di colla vinifica, 70 chili di vernice acrilica, 8 chili di carta.

   Questi sono i numeri del presepe interamente artigianale nato dalle mani e dalla mente dell’autore, un autodidatta con l’hobby per il modellismo e la passione per i presepi. I fedeli-visitatori possono ammirare un presepe che anno dopo anno si ingrandisce con nuovi scorci romani e palestinesi, per ricreare al meglio il paesaggio che si doveva presentare agli occhi di coloro che ebbero il privilegio e la gioia di vedere la nascita di Gesù.

   Un lavoro minuzioso: ogni parte del presepe è costruita a mano: le palme da tronchi presi da rametti di alberi etnei e le foglie di carta, i personaggi romani, i leoni, i ruderi e le colonne di gesso, le case della Palestina, il tempio romano, i paesaggi di polistirene incisi  mano, scale, stipiti, infissi delle porte in legno, i cespugli, il muschio e l’erba della nostra vegetazione pedemontana.

  Negli addobbi natalizi, il presepio tradizionale continua ad avere un primato, un fascino insuperabile perché tocca dal profondo il cuore del credente che si ferma non tanto ad ammirare la scena evangelica della notte santa quanto ad adorare il Dio Onnipotente fattosi bambino per la redenzione dell’umanità.

 Antonino Blandini

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