Racconta con estrema ironia, quasi con leggerezza, facendo sorridere con intelligenza, il dramma, la improvvisa destabilizzazione di un padre, di un uomo che inizia a perdere la sua memoria, confondendo nella sua vita e soprattutto in ambito familiare, volti, nomi e luoghi. E’ davvero uno spettacolo emozionante e d’impatto “Il padre” di Florian Zeller proposto alla Sala Verga di Catania, produzione Goldenart, all’interno della stagione di prosa dello “Stabile” etneo, con la regia di Piero Maccarinelli e con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere.
In un’ora e quaranta minuti lo spettacolo, diretto con abilità ed intelligenza da Piero Maccarinelli, racconta il dramma di Andrea, padre di Anna, affetto da Alzheimer, che perde progressivamente la memoria passando da un’iniziale e spaventata consapevolezza alla totale regressione dei comportamenti. Così come accade nella realtà il familiare affettivamente più vicino, nella pièce la figlia Anna, precipita in una profonda costernazione, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Le cose, però, col tempo precipitano anche se l’uomo è deciso a non rinunciare alla sua indipendenza. La sua progressiva degenerazione e la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata nella pièce con leggerezza anche se tutto, a poco a poco, si confonde, scompaiono i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia e la figlia Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.
L’autore Florian Zeller propone la vicenda con amara e pungente ironia e poi le qualità istrioniche di Alessandro Haber e la sensibilità ed elasticità interpretativa di Lucrezia Lante Della Rovere, sapientemente gestiti dal regista Piero Maccarinelli, fanno il resto. Accanto ai due protagonisti, l’imponente e credibilissimo Alessandro Haber – nel ruolo del padre Andrea- e l’elegante Lucrezia Lante Della Rovere (la figlia premurosa e combattuta Anna), si disimpegnano egregiamente David Sebasti, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo e Alessandro Parise, dando vita ad un cast d’interpreti ben assortito. Ben congegnata e luminosa la scenografia di Gianluca Amodio (un elegante interno francese modernamente ammobiliato, con tanto di carrello degli alcolici e poltroncine rosse), colorati i costumi di Alessandro Lai ed appropriate le musiche di Antonio Di Pofi che sottolineano il progressivo precipitare della memoria di Andrea. D’effetto il gioco luci di Umile Vainieri che alterna luce ad ombra per scandire i percorsi della malattia, i vari ricordi che via via si spengono, confondendo volti, nomi e ruoli.
L’autore e l’intelligente mano regista conducono a vivere empaticamente le contraddizioni in cui il protagonista incappa, perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, coinvolgendo lo spettatore in un percorso doloroso e poetico, lastricato di ironia e sorrisi amari.
Il pubblico in sala, grazie ai personaggi di Andrea ed Anna si ritrova nel doppio ruolo di malato e di familiare del malato. Alla fine il risultato è davvero commovente, drammatico e convincente ed è sottolineato dai fragorosi applausi degli spettatori per una pièce di grande intensità e poesia e per un cast all’altezza capeggiato da Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere, autori di una prova davvero magistrale.
Scheda
“Il padre”
di Florian Zeller
con Alessandro Haber, Lucrezia Lante Della Rovere e con David Sebasti, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Alessandro Parise
Regia di Piero Maccarinelli
Scene di Gianluca Amodio
Costumi di Alessandro Lai
Musiche di Antonio Di Pofi
Disegno luci di Umile Vainieri
Produzione: Goldenart Production s.r.l
Stagione Teatro Stabile di Catania
Il video dello spettacolo
https://www.youtube.com/watch?v=jmYJQ9RZONk