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Una incursione potente, innovativa, nel mondo graffiante, poetico, dissacrante del poeta e scrittore Charles Bukowski associato spesso alla corrente letteraria del realismo sporco. Prendendo spunto da tre suoi racconti (“Time-lapse”, “Trentacentimetri” e “Hank&Tess”) l’associazione culturale MezzAria Teatro di Filippo Trepepi ha proposto lo scorso fine settimana al Teatro del Canovaccio, in via Gulli 12, a Catania, all’interno del cartellone 2018-2019, la pièce “Shots” di e con Francesco Bernava e Alice Sgroi, coppia affiatata e già applaudita in precedenza da pubblico e critica in lavori come “Aquiloni”, “Tutto il resto ha poca importanza”, grazie ad interpretazioni coerenti e di grande duttilità.

Charles Bukowski

L’atto unico, di circa 50 minuti, si focalizza proprio su tre storie di rapporti tra un uomo e una donna legati da un preciso bicchierino, lo “shot”, che nel mondo anglosassone si usa nei locali per bere liquori, tutto d’un fiato. Con una scenografia più che essenziale (due sedie rosse, un tavolinetto e due bicchierini), lo spettacolo – scritto e diretto dagli stessi interpreti -è incentrato principalmente sulla presenza dei due dinamici interpreti che accolgono all’ingresso ed introducono il pubblico in sala e sulla poetica potente e graffiante di Bukowski. Francesco Bernava e Alice Sgroi esaltano i colori nero e rosso e con i tre racconti fanno fare allo spettatore un salto nella complessità, nella variegata atmosfera amorosa dei rapporti tra uomo e donna in cui l’alcool (il bicchierino) è il collante e dove sesso, amore, stranezze, insoddisfazione, particolarità, follia, sentimenti e delusioni fanno a pugni ogni giorno, ogni istante della nostra vita, confezionando così storie al limite del surreale.

Quelle che vengono presentate al pubblico nella sala del “Canovaccio” sono davvero storie ad alta gradazione sessuale dove, però, sesso e ironia, crudeltà, poesia e solitudine sfidano i limiti della vita, della convivenza, dei rapporti tra uomo e donna, ieri come oggi. La narrativa è dinamica e frizzante e gli attori in scena non hanno un compito semplice: l’impegno è totale, fisico e mentale ed il messaggio che arriva allo spettatore è poetico, a volte straziante.

Francesco Bernava ed Alice Sgroi (Ph. di Dino Stornello)

“Time-Lapse”, la prima delle tre storie, parla del rapporto sentimentale di un uomo e una donna i quali, proprio come dentro a un film a velocità accelerata, ripercorrono gli istanti di vita vissuta assieme in un circuito ripetitivo ma non chiuso, perchè ad ogni giro completato la ripartenza è accompagnata sempre da una piccola rinascita.

In “Trentacentimetri” (premio “miglior regia” al Festival Nazionale di corti teatrali “O Curt”, edizione 2018) si consuma la trasformazione di un uomo nell’oggetto sessuale della sua donna. Trasformazione intesa nel senso più letterario della parola, pur in chiave surreale, una trasformazione che è frutto di amore, sicuramente erotico, ma che sempre all’amore rimanda.

Il terzo ed ultimo racconto “Hank&Tess” racconta l’incontro tra due anime smarrite, due ultimi che si sforzano con fatica di risalire la china di quella società che li ha emarginati, relegandoli negli angoli più bui. E quando ci riescono, anche se solo per un illusorio momento, raggiungono quello stato di grazia che giustifica tutta la loro vita, la riempie di senso e dà finalmente movimento ai loro cuori, da sempre compromessi.

Grande amalgama ed intesa sulla scena tra i due interpreti, mai ripetitivi, volgari e fuori luogo nel raccontare le tre storie forti, di sesso ed amore di Bukowski, all’ombra di uno “shot”: intensa, passionale, sensuale nei panni delle tre donne Alice Sgroi, elegante, coerente Francesco Bernava nel disegnare i caratteri, le debolezze, i bisogni dei tre uomini.

Spettacolo che si avvale anche di alcuni piacevoli ed azzeccati insert musicali, tra questi “Tre settimane da raccontare” del magico Fred Bongusto e “Ma cosa hai messo nel caffè” di Antoine del 1969, che contribuiscono a rendere il lavoro ancora più godibile, stemperando la tensione che nasce quando si parla di rapporti uomo-donna, di amore e sesso, di riuscire a portare avanti una storia pur conoscendo i propri limiti, le proprie follie di coppia che finisce per evidenziare, ingigantire.

Nei 50 minuti di performance i due convincenti e sanguigni interpreti danno il massimo nel disegnare tipi, caratteri, manie e stranezze e tutto è scandito dal famoso bicchierino che serve per aprire il dialogo tra una lei ed un lui, per indagare e sviscerare attraverso il sesso rapporti di ieri, di oggi e di domani.

I saluti finali (Foto Dino Stornello)

Applausi reiterati alla fine per il testo e per i due interpreti che sentono, vivono, in modo straordinario i tre racconti e li porgono all’attento uditorio con fermezza ed eleganza suscitando una riflessione amara su come siano sempre state difficili, complicate le relazioni tra un uomo ed una donna.

“Shots” nello scorso fino settimana, in quattro serate, ha riscosso i consensi degli spettatori e sono state programmate altre due repliche straordinarie per il 25 e 26 Gennaio.

Lo spettacolo, ricordiamo, che per motivi tecnici, ha sostituito nel cartellone del Teatro del Canovaccio, “L’aria del continente – 2030” di Eliana Esposito.

Scheda

Shots

di Francesco Bernava e Alice Sgroi

Liberamente ispirato ai racconti di Charles Bukowski

con Francesco Bernava e Alice Sgroi

Organizzazione di Filippo Trepepi

Luci e fonica di Carmelo Lombardo

Produzione mezzARIA Teatro

Stagione Teatro del Canovaccio – Catania – 17-20 Gennaio 2019- Repliche straordinarie il 25 e 26 Gennaio.

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