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Un altro stop per l’Alfa Basket Catania. Scauri vince in terra d’Etna con il finale di 103-96. Nella terza giornata del girone di ritorno del campionato di Serie B Old Wild West, il quintetto allenato da coach Massimo Guerra si scioglie nel finale. Un film già visto troppe volte. I padroni di casa, nel secondo periodo si portano in vantaggio per 53-48. Al rientro dall’intervallo lungo, la gara si accende con le due formazioni che lottano punto a punto. Nell’ultimo quarto di gioco si decide l’incontro. L’Alfa commette alcune ingenuità difensive e si ritrova, improvvisamente, sul -12. Scauri, con i canestri di Longobardi e Ciman, vola sull’89-77. Georgi Sirakov, seppur non al meglio per un problema fisico, l’ex di turno Vincenzo Provenzani ed Alessandro Agosta si battono fino alla fine tentando la rimonta. Ma Scauri, nonostante qualche errore, che permette all’Alfa di avvicinarsi fino al -4, resiste e porta a casa il successo per la delusione di coach Massimo Guerra.

“Sicuramente abbiamo un problema tecnico – afferma l’allenatore alfista Massimo Guerra a fine partita –, ma anche psicologico, che è quello più difficile da risolvere. Le ultime 4 partite hanno tutte la stessa trama. Giochiamo molto bene per lunghi tratti della sfida, poi improvvisamente quando commettiamo 2-3 errori banali, non riusciamo a reagire con intensità, coraggio e determinazione. Concediamo agli avversari tiri facili e loro prendono fiducia cambiando l’inerzia della gara. Dobbiamo continuare a lavorare e credere nei nostri mezzi. Non bisogna spegnere la luce nei momenti difficili”. Mercoledì sera derby a Palermo contro il Green. Un’altra occasione importante per tornare alla vittoria. “Intanto speriamo di poter lavorare con tranquillità e con un numero adeguato di giocatori – aggiunge il tecnico dell’Alfa Catania –. Abbiamo avuto numerosi infortuni in questo periodo. Tra giovani e giocatori esperti, non siamo mai riusciti ad allenarci in 5 contro 5. Dobbiamo lavorare sui particolari e soprattutto sull’intento di squadra. Tante volte ci limitiamo ad aspettare che sia qualcuno a risolvere le cose. Invece dobbiamo metterci sulle gambe e cercare di aiutare noi il proprio compagno. E’ questo che ci manca. La squadra deve giocare arrabbiata e affamata fino alla fine della partita”.

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