Cronaca

Attraverso l’Operazione “Calepino” della Procura di Catania due persone agli arresti domiciliari, compreso il primario di Urologia, il professore Giuseppe Morgia, e altre quattro destinatarie di provvedimenti interdittivi. E’ il risultato di un’inchiesta della Procura di Catania su un appalto da 55,4 milioni di euro bandito dall’azienda Policlinico-Vittorio Emanuele. Il prof. Morgia, 60 anni, in passato ha ricoperto gli incarichi di direttore della clinica Urologica delle università di Sassari, dal 1 novembre 2001 al 30 novembre 2006 e di Messina, dal 1 dicembre 2006 al 31 ottobre 2009. Dal 1 novembre del 2009 è direttore della clinica Urologica dell’università di Catania, al Policlinico.

Guardia di Finanza in azione

L’altra persona finita ai domiciliari nell’inchiesta “Calepino” è Massimiliano Tirri, 51 anni, agente della ‘C. Bua’ srl di Bagheria (Palermo) che tratta la fornitura all’ingrosso di prodotti medicali.

Il provvedimento del Gip, che ipotizza i reati di turbata libertà degli incanti, corruzione, istigazione alla corruzione, concussione e riciclaggio, è stato eseguito dalla Guardia di Finanza.

Sospesi dall’attività professionale per un anno Tommaso Massimo Castelli, 40 anni, dirigente medico dell’equipe del prof. Morgia, Antonino Di Marco, 57 anni, rappresentante della ‘C. Buca’, Maurizio Francesco La Gattolla, di 58 anni, addetto alla vendita della ‘Boston scientific’ spa di Milano, e Domenico Tramontana, district manager della ‘Omega pharma srl’ di Cantù (Como).

Al centro delle indagini, avviate nello scorso Settembre dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Catania dopo denunce di ditte escluse, l’appalto da 55,4 milioni di euro in cui l’azienda Policlinico era capofila dell’espletamento della procedura della gara per dispositivi urologici da assegnare a ospedali di Messina, Siracusa, Ragusa, Enna e Catania.

Il prof. Morgia, pur non avendo alcun incarico formale, secondo quanto accertato dalla Procura, gestiva di fatto la gara, determinando le decisioni della commissione tecnica chiamata a formulare il suo parere su capitolati già preventivamente confezionati ‘su misura’ affinché l’assegnazione dei lotti più significativi avvenisse a favore delle società commerciali disposte ad assecondare le richieste di utilità avanzate dallo stesso Morgia.

L’operazione sarebbe stata effettuata grazie alla presenza in commissione di un dirigente medico della sua stessa equipe, Tommaso Massimo Castelli. In cambio avrebbe ottenuto ‘finanziamenti’ per partecipare a convegni, anche all’estero e apparecchiature mediche personali.

Tramontana, in cambio della prescrizione a suoi pazienti di 4 integratori prodotti dalla ditta per cui lavorava effettuava bonifici per 10 mila euro, promettendo ulteriori 12.000 euro, a favore di un’agenzia di viaggi di Catania, che metteva a disposizione di Morgia i fondi in questione per viaggi del medico e dei suoi familiari, annotando i fondi in un ‘Calepino’, che ha dato il nome all’operazione. Il prof. Morgia è accusato anche di concussione per avere bloccato gli ordini di materiale di consumo del ‘Robot da Vinci’ a una società che gli aveva negato 1.200 euro per una cena benefica di una onlus.

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