Cronaca

In oltre 200 pagine racconta l’epopea dei “pirriaturi”, coloro che lavoravano nelle cave di basalto lavico sull’Etna, vere e proprie miniere a cielo aperto, figure che appartengono ormai ad un passato lontano, perché i moderni macchinari e le diverse tecniche di lavorazioni hanno completamente stravolto le condizioni e l’atmosfera delle cave. Nino Pràstani, dirigente scolastico in pensione, partendo dai ricordi di quando da bambino, negli anni Cinquanta, frequentava la cava gestita dal padre, ha tracciato un racconto che è al contempo storia della famiglia, omaggio alla tradizione secolare di un’attività tipica dell’Etna; conoscenza delle dinamiche della roccia, tramandata da padre in figlio, da parte di pirriaturi e scalpellini, e, infine, romanzo di sentimenti tra vita e morte. “La morbida resistenza della roccia. Il duro lavoro di un tempo”, è stato donato dall’autore al sindaco di Belpasso, Daniele Motta. Alcune copie sono disponibili nella Biblioteca comunale a disposizione di coloro che vogliono scoprire, o ricordare, una Sicilia quasi scomparsa.

“Dalla forza delle braccia e della conoscenza acquisita sul campo, imparando a convivere con il pericolo costante, alla tecnologia d’avanguardia e a condizioni di sicurezza finalmente adeguate. Sono cambiati i tempi ma Belpasso mantiene immutato il prestigio e la qualità dell’estrazione e lavorazione della pietra lavica – ha commentato il sindaco Daniele Motta, forte di una tradizione secolare. Il libro di Nino Pràstani è un prezioso documento storico”.

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