Intervista con...

Ritornerà a Catania, dal 23 al 28 Aprile, con la regia dell’intenso testo “La rondine” di Guillem Clua ed il 27 Aprile, alle ore 18, al Mondadori Bookstore di Catania, in piazza Roma presenterà la sua ultima fatica editoriale “I duellanti di Algeri” – Le meravigliose avventure di Miguel Cervantes e Antonio Veneziano. Il personaggio in questione è il drammaturgo e regista siciliano, Francesco Randazzo che, ricordiamo, proviene dalla fucina di Giuseppe Di Martino. Randazzo ha studiato regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, è cresciuto alla scuola di Andrea Camilleri, suo maestro e si è diplomato in Regia nel 1991.

Seminario “Acrobazie del verso” (Ph. Cristina Peccioli)

Definito come uno degli autori più originali nel panorama teatrale italiano, ha lavorato molto all’estero come regista e come autore, i suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Spagna, Francia, Cile. Nel corso degli anni oltre che per il teatro, ha scritto e pubblicato racconti, romanzi, poesie. La letteratura è per lui una sorta di porto franco creativo, svincolato dal mondo teatrale. Parallelamente svolge attività didattica con corsi di recitazione, regia, drammaturgia e scrittura creativa, storia dello spettacolo, stages e conferenze per varie istituzioni pubbliche e private. E’ stato fondatore e direttore artistico della Compagnia degli Ostinati – Officina Teatro.

Lo abbiamo sentito telefonicamente ed in attesa di ritrovarlo a Catania abbiamo parlato del suo nuovo libro, della sua terra, della sua passione per la scrittura e dei suoi prossimi impegni come uomo, artista e scrittore.

I romanzo e l’autore

“I duellanti di Algeri”- Le meravigliose avventure di Miguel Cervantes e Antonio Veneziano è un romanzo d’avventura, edito da Graphofeel, casa editrice romana. Protagonisti due campioni del passato Miguel Cervantes e Antonio Veneziano che, prigionieri insieme ad Algeri, per sopportare la reclusione, si sfidano in duelli verbali che li tengono vivi e affilano le loro menti e i loro spiriti.

Potere, Libertà, Amore, Poesia, Guerra, Tolleranza, tra i grandi temi che si rimpallano, toccando argomenti universali e sensibili anche nella nostra contemporaneità. La trama si sviluppa attraverso fantastiche peripezie, il mistero della loro fuga e il ritrovamento di un diario nascosto in una segreta biblioteca di Salamanca.

Come è venuta fuori l’idea di scrivere “I duellanti di Algeri”?

“Molti anni fa lessi “La corda pazza” di Sciascia, dove c’è un capitolo dedicato ad Antonio Veneziano, poeta e avventuriero siciliano che fu prigioniero in Algeri nello stesso periodo in cui lo era anche Miguel Cervantes; ci sono poche tracce storiche, da cui sono partito per immaginare l’incontro di quei due formidabili personaggi e mi sono molto divertito ad inventare le loro avventure, come se scoprissi un libro che nessuno aveva mai letto”.

Book trailer “I duellanti di Algeri”

Cosa le lascia ogni volta la nuova avventura editoriale, il venire a contatto con nuove storie, con nuovi personaggi?

“È un continuo rielaborare storie, avvenimenti, pensieri, personaggi che quasi si mescolano alla realtà della vita come fossero veri, probabilmente per me lo sono. Mi aiuta a sopportare la cruda realtà, a interpretarla sempre con occhi attenti, critici, reattivi attraverso il filtro della fantasia e, raccontando, a condividere tutto questo con gli altri”.

Una scena de “La rondine” – Foto Antonio Parrinello

Dal 23 Aprile a Catania sarà il regista al teatro “Verga” dell’intenso spettacolo “La “Rondine” di Clua. Cosa ci racconta questa pièce?

“Senza mai essere sentenziosa, ma attraverso un appassionante percorso drammaturgico, è una storia che ci dice quanto sia importante non solo amare, ma anche e soprattutto la sincerità, l’accettazione dell’altro nella sua verità, e che questa è l’essenza pura dell’amore. In questi tempi che vedono, accanto ai progressi nel riconoscimento dei diritti civili finalmente raggiunti, rigurgiti di oscurantismo e violente negazioni, è molto importante mettere in scena storie come quella raccontata da Clua, perché così si può dare al pubblico, e a noi artisti, la possibilità di esplorare le nostre contraddizioni e, attraverso le emozioni, trovare le ragioni per renderci migliori”.

Quale posto che ancora non ha visitato vorrebbe raggiungere e conoscere?

“Mi piacerebbe viaggiare nel tempo. Ma forse, scrivendo e leggendo, già lo faccio: tutto sommato è meno rischioso, no? E, anche se può sembrare strano, ma lo dico con la levità dovuta, senza l’ombra di paure terrene, come pura idea sono molto curioso di scoprire “il luogo inesplorato, dal quale nessun viaggiatore ritorna”; partire senza nessun bagaglio, per un viaggio senza fine, né limiti,  mi sembra emozionante, sorprendente, eccezionale: potrebbe essere un viaggio straordinario ma anche deludente, quindi, nel dubbio, lo rimando per l’ultimo momento, il più tardi possibile. Diciamo che, a breve, mi piacerebbe visitare il Giappone”.

Luigi Tabita, Francesco Randazzo e Lucia Sardo (Ph. Antonio Parrinello)

Qual è il legame con la sua terra?

“Il legame con la Sicilia è forte, seppur pieno di contraddizioni e contrasti, non è una terra facile, per usare un eufemismo; ma è impossibile staccarsene, né lo vorrei, sono piuttosto, come dico spesso, autoironicamente, un siciliano della diaspora, che non può vivere nella sua terra, ma che ne vive una nostalgia atavica, idealizzata, forse migliore della realtà, perché diventa una sorta di mitopoiesis personale”.

Cosa le ha dato e le continua a dare la professione di regista e di drammaturgo…

“La possibilità di andare oltre me stesso, di conoscere persone, paesi, culture, le più diverse; il lavoro, spesso all’estero, mi ha aperto la mente e mi ha arricchito molto. Da questo discende poi, un senso di responsabilità, professionale e artistico, per tutto quel che faccio o tento di realizzare, scrivendo o facendo regie. Una responsabilità etica, intendo. Qualunque genere si affronti, commedia o dramma, che non sia solo un atto di mestiere per me e di passiva distrazione per il pubblico”.

Cosa prova davanti alla follia, alla decadenza sociale e culturale che sta investendo oggi tutti noi?.

Maratona Cervantes-Biblioteca Vallicelliana di Roma, 2016-Francesco Randazzo

“Purtroppo stiamo attraversando un periodo storico di drammatiche involuzioni, nel mio romanzo la vicenda dell’Isola Bella che diviene un luogo dannato, popolato da belve antropomorfe crudeli, è proprio la metafora con cui ho voluto raffigurare i rischi enormi che stiamo correndo. In fondo, tutto il romanzo, a legger bene, oltre il mero racconto, è un grande ragionamento su temi molto attuali”.

Prossimi obiettivi..

“Gli obiettivi, umanamente e professionalmente, per me e spero per molti altri, non possono essere altro che una strenua difesa dei giusti principi, delle libertà personali e civili, dei diritti umani, della solidarietà, dell’indignazione contro la deriva, ognuno come può e deve. L’arte e la cultura, oggi più che mai, hanno questo compito, difficilissimo, apparentemente impossibile, assolutamente necessario”.

 

L’autore, Francesco Randazzo

Francesco Randazzo si è laureato in Regia nel 1991 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Lavora in Italia e all’estero come regista e autore per importanti teatri e festival. È fondatore della Compagnia degli Ostinati – Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato testi teatrali, poesie, racconti e due romanzi; ha ottenuto numerosi premi di drammaturgia e letteratura nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora, Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d’autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Moak, Premio Ugo Betti. Suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Slovenia, Belgio, Spagna, Francia, Cile.

Il romanzo

Il libro

Autore: Francesco Randazzo

Codice Prodotto: INT036

Pagine: 130

ISBN:978-88-32009-34-7
Prezzo: 14.00€

Sinossi
Un romanzo d’avventura colto e appassionante. Miguel Cervantes, futuro autore del Don Chisciotte, e Antonio Veneziano, irrequieto poeta e avventuriero palermitano, condivisero i loro giorni di prigionia ad Algeri e divennero amici. Il ritrovamento di un manoscritto di Cervantes, in una segreta biblioteca di Salamanca, svela al narratore della storia di questo libro, le avventure dei due particolarissimi compagni di prigionia e le loro fantastiche fughe..

L’editore

Graphofeel Edizioni è una casa editrice romana. Si propone sul mercato editoriale con un’offerta che va dalla riscoperta dei best seller italiani degli anni Venti e Trenta alla presentazione di romanzi di scrittori esordienti contemporanei. Particolare attenzione è dedicata alla scrittura al femminile attraverso una scelta di titoli che suggeriscono una visione della donna scevra da stereotipi. Graphofeel pubblica anche saggistica su temi contemporanei, scienze umane e storia.

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