Cronaca

“Dopo il Sud Africa, l’Argentina, l’Uruguay e da ultimo il Brasile, ora il CBS (Citrus black spot, o macchia nera degli alimenti) è arrivato in Tunisia: il che significa che il pericolo può dirsi alle porte di casa, se si diffondesse provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione. Già ogni giorno a causa del virus ‘Tristeza’ muoiono centinaia di piante di agrumi, la Sicilia agricola è abbandonata a se stessa nel silenzio del Governo nazionale e delle istituzioni locali”.  Così, il presidente Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro commenta la notizia assolutamente allarmante della presenza per la prima volta in Europa del  fungo CBS, tipica fitopatia degli agrumi  del sud America, su alcuni carichi di agrumi tunisini ispezionati dagli organismi di controllo della Commissione europea.

“In un momento in cui il comparto sta cercando di superare il problema della ‘Tristeza’ con ingenti investimenti e sforzi nella ricerca di nuovi mercati di sbocco, non possiamo assolutamente permetterci l’arrivo di una nuova fitopatia – dice Di Silvestro – proponiamo un immediato blocco delle importazioni dalla Tunisia, l’incremento dei controlli ed un impegno della Commissione ad una rapida revisione della normativa comunitaria”.

“Di emergenza in emergenza, ci sono 70 mila ettari dedicati all’agrumicoltura, di questi 15 mila ettari sono coltivati a limoni, gli altri ad agrumi arancia amara, e fatta eccezione per i 10 mila ettari trasformati dalle imprese, i restanti 45 mila ettari di agrumeti sono in ginocchio, alle imprese servono aiuti economici per la riconversione e materiale vegetale sano– sottolinea Di Silvestro –La Sicilia faccia sentire la propria voce, proprio come ha fatto la Puglia che sul fenomeno Xilella è riuscita a firmare un accordo  con il ministro Centinaio che si è impegnato e reperire 200 milioni di euro dall’Europa e almeno altrettanti da altri fondi per fronteggiare la fitopatia che ha colpito duramente il settore olivicolo”.

“Chiediamo al presidente Musumeci di far sentire altrettanto la propria voce sui tavoli nazionali per affrontare l’emergenza”. Questo l’appello del presidente Di  Silvestro  che ha inviato  un  lettera aperta al massimo rappresentante della Regione.

“Il nostro territorio, dove si concentra il 57% delle produzioni nazionali di agrumi, con oltre 10 milioni quintali di arance, 4 milioni di limoni, 600 mila di mandarini e 500 mila quintali di clementine all’anno –  aggiunge Di Silvestro – contribuisce alle produzioni delle coltivazioni agricole per 2 terzi del raccolto nazionale. Dati che ci pongono in una posizione centrale nei tavoli di confronto sia nazionali che europei”.

 “Gli unici aiuti ricevuti dai governi passati sono stati di 10 milioni di euro, davvero una goccia nell’oceano, come ci confermano peraltro i numeri sul caso Xilella nell’accordo tra il Mipaaf e la Regione Puglia, per affrontare la quale servono almeno 500 milioni di  Euro”. “Ne servono altrettanti per l’emergenza Tristeza – ribadisce Di Silvestro – non lo dimentichi il Governo nazionale e la Regione non abbassi la guardia,  siamo contenti per gli olivicoltori pugliesi, anche perché l’emergenza Xilella potrebbe arrivare in Sicilia, come emerso nel corso del convegno sul florovivaismo che si è  svolto nelle scorse settimane a Mazzarà Sant’Andrea, Milazzo, perché il virus può attaccare anche alcune colture ornamentali”. “Ma restiamo molto preoccupati per i nostri produttori agricoli – conclude – perché nonostante le tante iniziative promosse per una sensibilizzazione a livello nazionale, anche quest’ultimo Governo nazionale resta sordo, motivo per cui ci appelliamo con forte apprensione ai vertici regionali, ai quali non ci stanchiamo di ricordare neppure le altre emergenze rimaste irrisolte, come il caso Cracking che ha colpito le uve di Mazzarrone e le alluvioni dello scorso ottobre”.

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