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Nel maggio 2005, durante la cinquantottesima Assemblea mondiale della sanità, i ministri della salute di tutto il mondo hanno espresso unanime dichiarazione di impegno e sostegno alla donazione volontaria di sangue. Con la risoluzione WHA58.13, hanno designato la Giornata mondiale dei donatori di sangue come un evento annuale che si terrà ogni anno il 14 giugno.

L’evento serve a ringraziare donatori di sangue volontari e non retribuiti per i loro doni di sangue salvavita e anche a sensibilizzare sulla necessità di donazioni regolari di sangue per garantire che tutti gli individui e le comunità abbiano accesso a forniture sicure e sicure e sicure di qualità sangue e prodotti sanguigni, come parte integrante della copertura sanitaria universale e una componente chiave di sistemi sanitari efficaci.

Il paese ospitante per la Giornata mondiale del donatore di sangue 2019 è il Ruanda. L’evento globale si terrà a Kigali, in Ruanda, il 14 giugno 2019, ma l’anno prossimo sarà l’Italia, come annunciato recentemente, e  con soddisfazione condivisa, anche dal nostro ministro della salute, Giulia Grillo.

Sangue sicuro per tutti, è lo slogan di quest’anno. Sicuro perché assente o con il minimo di rischi di trasmissione di malattie infettive, ma anche – occorre subito sottolinearlo – nel quantitativo sufficiente a soddisfare i bisogni dei pazienti.

E qui casca l’asino, potremmo dire, perché siamo ancora piuttosto in un equilibrio instabile: le donazioni di sangue non sono ancora sufficienti sempre a garantire il fabbisogno. Lo vogliamo vedere cosa è successo l’anno scorso, per esempio, al Servizio di Medicina Trasfusionale dell’Arnas Garibaldi di Catania? Sono state raccolte 9375 unità di sangue nel 2018 mentre nel 2017 ne erano state raccolte  9768, un calo, quindi di quasi 400 sacche! Motivazioni varie, tante e anche giustificate, ma i risultati sono quelli che contano.

Certo non si può fare di tutta l’erba un fascio, ci sono realtà ben più “attive” come risultati in termini di numero di sangue raccolte, come notoriamente è a Ragusa, che così esporta ed aiuta, secondo un piano regionale di compensazione, chi ha bisogno di più rispetto alle richieste, ma questo non significa che bisogna stare a guardare ed aspettare l’evolversi delle situazioni. L’impegno, sempre del SMT del Garibaldi e del suo direttore, Santi Sciacca, e di tutti i partner convenzionati, quali sono i gruppi Fratres, l’Advs-Fidas, la San Marco Garibaldi e l’Avis Morgagni, c’è e anche la volontà di fare per ottenere di più.

Ecco allora il programma per la Giornata del 14 giugno promossa al Garibaldi occasione per dare energia nuova e una sferzata di ottimismo sia nei volontari che di impegno delle istituzioni per dare maggiori opportunità nei programmi di promozione de di raccolta del sangue e dei suoi componenti, fornendo i presidi necessari (bilance, emoglobinometri, ecc.) e le agevolazioni per un volontariato sempre più consapevole del ruolo civico-sociale di cui si è fatto carico.

Vincenzo Caruso

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