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Nello spazio esterno del Centro Zo, a Catania, a “SpiazZo”, lunedì 15 Luglio alle ore 21.00 in scena “Lupo e altre storie: da Carmelo Vassallo” con Savi Manna, ingresso 2 euro.

Carmelo Vassallo

Cocimo è in vestaglia bianca, quella di sua madre con cui divide tutto dalla nascita, in piedi sul balcone a parlarci di quell’estate da quindicenne. Adesso ha trent’anni, tanti quanti ne aveva Lupo all’epoca dei fatti narrati. Con Lupo ha diviso le gioie dei suoi quindici anni, un amico di quartiere con cui amava giocare a calcetto, fare infiniti giri in vespa ed andare a mangiare la carne di cavallo. Un legame nato come tanti per interessi e svaghi in comune. Lupo per il ragazzo rappresenta una sorta di fratello maggiore dispensatore di consigli di vita e dal quale farsi difendere dai bulli del quartiere malfamato. Un’estate intensa che lega i due in modo forte. Cocimo si attacca fortemente a Lupo il suo legame da semplice si trasforma in ossessivo, quasi morboso. Il ragazzino si accorge di essere quasi dipendente dalla figura carismatica di Lupo, se lo sogna la notte, la sua voce gli rimbalza nel cervello ad ogni ora del giorno. Cocimo è confuso da queste sensazioni e cerca di combatterle, inutilmente.

Savì Manna e Carmelo Vassallo in “Lupo”

Il rapporto del giovane nei confronti dell’amico più grande diviene sempre più ossesionante, fino ad arrivare ad un triste e doloroso delirio criminale che porta Cocimo ad accoltellare a morte Lupo.

“Lupo” è metafora di tanti rapporti nascosti e contraddistinti dall’incapacità di comunicare in modo sincero. Cocimo respinge le sue emozioni ritenendole improprie in un rapporto d’amicizia, le nasconde anche al diretto interessato, Lupo, che diventa vittima inconsapevole e passiva dei deliri ossessionati del ragazzo. Una storia ambientata nella periferia popolare catanese, ma che può essere tranquillamente trasbordata in qualsiasi altra realtà del genere dove l’apparenza è più forte e radicata delle vere sensazioni.

Attore ed autore teatrale, Carmelo Vassallo è nato a Catania nel 1955. Dal ’81 al ’85 collabora con il Teatro del Vicolo di Reggio Emilia, diretto da Antonio Fava. Nel 1983 recita per il Teatro Stabile dell’Aquila; nel ’84 scrive ed interpreta “Sala d’attesa di 2^ classe”. Tra il 1986 e il 1987 mette in scena “Colloquio notturno con un uomo disprezzato” e “Sera d’autunno” di F. Dürrenmatt per il Festival Internazionale di Lugano e per il Dicastero Musei e Cultura della città di Lugano. Dall’88 al ’92 fa parte della Compagnia del Teatro di Portaromana di Milano. Nel ’92 partecipa al lungometraggio “Veleno” di Bruno Bigoni in concorso a Locarno. Dal ’93 al ’97 collabora con il Teatro di Dioniso di Palermo, diretto da Claudio Collovà. Nel 1995 prende parte allo sceneggiato televisivo “Conto Montecristo”, prodotto dalla RAI per la regia di Ugo Gregoretti. Nel ’97 il suo testo “Lupo” viene segnalato al Premio Riccione per il Teatro. Dal ’94 al ’99 collabora con il Teatro della Tosse di Genova, diretto da Tonino Conte. Nel 2002 mette in scena “Lupo” per Zo Centro Culture Contemporanee. Nel 2004 debutta a Catania presso l’Auditorium dei Benedettini con “Farfalline” per la rassegna “A voce sola/lingue della periferia” promossa dalla Facoltà di lingue e letterature straniere dell’Università di Catania. Del 2005 è invece l’ideazione del “ToReshow” (Turisciò) nuovo format teatrale d’intrattenimento in otto puntate che si è svolto presso il Centro Zo di Catania. Sempre a Catania, a Zo Centro Culture Contemporanee, mette in scena il suo testo “Donna Nedda”. Gestualità e “devastante” forza scenica, questo era il grande teatro di Carmelo Vassallo. Carmelo se n’è andato, in punta di piedi il 10 luglio del 2010 a 55 anni. Un artista che nel suo modo di essere, nelle sue opere raccontava la sua città, soffermandosi sulla Catania popolare, degli emarginati, soffocati dal loro status sociale, offrendo uno spaccato di una periferia degradata, dove si intrecciavano, storie surreali, tragiche, paradossali, ma tanto, tanto vere.

Questo era il teatro che preferiva Carmelo Vassallo e che, da catanese purosangue, era andato via dalla sua città, con la quale aveva un rapporto controverso, ma era poi voluto tornare per regalarle delle opere che hanno riscosso e continuano a suscitare i consensi di pubblico e critica.

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