Spettacolo

Chiudendo gli occhi ed ascoltando la sua tromba o le note di “Almost Blue” o “My Funny Valentine”, mi è sembrato di ritrovarlo nuovamente sul palco, il mito Chet Baker. Quando, seduto su una sedia, il capo e le spalle curvi e completamente distante dal pubblico – di cui sembrava a malapena riconoscere l’esistenza – suonava la sua tromba e cantava le sue straordinarie canzoni. Come quel martedi sera, quell’1 Dicembre del 1987, a Catania.

Giovanni Arezzo in “Chet!”

Sul palcoscenico di “SpiazZo”, a Catania, di recente, l’attore ragusano Giovanni Arezzo ha proposto l’atto unico “Chet!”, nato da un’idea dello stesso Arezzo e di Laura Tornambene, autrice ed anche regista. Solo in scena, con una sedia, qualche spartito sospeso in aria dal vento della fantasia e con la forza della sua voce, per raccontare agli spettatori una storia, una vita, una figura straordinaria. Giovanni Arezzo in scena veste i panni di Martin, il primo e unico amico di una icona del jazz  mondiale, il trombettista e cantante, Chesney Henry “Chet” Baker Jr., nato a Yale il 23 dicembre 1929, famoso per il suo stile lirico e intimista e per essere stato tra i principali esponenti del genere conosciuto come “cool jazz”.

Arezzo, nei panni di Martin, apre e chiude lo spettacolo parlando della tragica data del 13 maggio del 1988 quando, alle tre del mattino, il musicista venne ritrovato cadavere ad Amsterdam. Era sotto effetto di droghe oppure fu spinto dall’ennesimo spacciatore di cui era debitore? La sua morte venne classificata come incidente, ma il mistero resta. Quando è morto Chet aveva 59 anni, ma ne dimostrava 80 per la sua vita sconsiderata in balia dell’eroina. Di lui ci rimangono, moltissime incisioni che testimoniano il suo valore artistico e un bellissimo documentario, realizzato nel 1988 da Bruce Weber e intitolato “Let’s Get Lost – Perdiamoci” (edito in dvd e Blu-ray da Lucky Red).

Lo spettacolo, in circa 80 minuti, racconta la vita di Chesney Henry Baker jr, più noto come Chet Baker, racconta la crescita, il carattere, la voglia di libertà, l’amore per la musica, lo straordinario talento, le storie d’amore, i problemi con la droga, la solitudine dei suoi occhi, fino alla morte. Arezzo – Martin, tra qualche brano di Chet, si agita, racconta, ruota attorno alla sedia in scena, urla, sussurra l’incredibile vita del mito Chet, una esistenza intensa, vissuta con il suo immenso talento ben presto offuscato da problemi di eroina  presto diventata la sua abituale compagna e causa principale della sua parabola discendente

“Chet!”- Locandina

Durante la serata si ripercorre, tra una miriade di ricordi, la vita e tutto ciò che rimane del grande Chet, artista, personaggio che ancora oggi incanta, fa sognare con la sua inseparabile tromba e con la sua voce da cowboy triste e solitario che quando si esibiva faceva subito strage di cuori. C’è spazio anche per le curiosità, il carattere, i segreti di Chet, i misteri di quella notte del 13 maggio 1988, ma soprattutto per quelle note così malinconiche, per quel suo vizio che lo consumava, per quella tristezza, insofferenza e solitudine che solo la sua inseparabile tromba – “sorseggiata” come una bottiglia di brandy – riusciva  a placare. Nel finale Giovanni Arezzo dopo aver regalato al pubblico un ritratto a tutto tondo dell’impenitente musicista, congeda tutti con una delle più famose rielaborazioni della canzone “Almost Blue”, che sussurrava: “Flirting with this disaster, became me…” ovvero “Flirtando con questo disastro sono diventato io”.

Chet Baker

La proposta, a tratti eccessivamente biografica, potrebbe acquistare più scorrevolezza e consistenza inserendo magari più interventi musicali dal vivo, ma rimane – comunque – prezioso omaggio ad un pezzo di storia della musica jazz, ad uno dei più noti, maledetti, malinconici e sofferenti trombettisti e cantanti.  

Una serata in compagnia del grande Chet Baker grazie all’impegno, all’iniziativa dell’autrice e regista Laura Tornambene e del rigoroso interprete Giovanni Arezzo che hanno fatto rivivere il genio e la sregolatezza di Chet ,volando dalla finestra di un hotel, si è forse lasciato alle spalle una vita di grande musica e grandi incertezze e debolezze, prigioniero di un sogno di eterna gioventù.

“Chet!”- Locandina

Personalmente lo ricordo così: magro, scavato, nervoso, timido e spregiudicato, dolcissimo e violento quasi sempre sull’orlo del baratro, tra droghe, amori disperati, e la sua inseparabile tromba, l’unica capace, forse, di regalargli un po’ di serenità. Comunque grazie Chet per ciò che ci hai lasciato, per la tua voce e la tua musica che contuiamo ad ascoltare.

CHET!
“flirting with this disaster became me”

atto unico per attore solo

di Laura Tornambene

con Giovanni Arezzo

Regia Laura Tornambene e Giovanni Arezzo

Rassegna estiva SpiazZo – Catania – 19 Luglio 2019

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