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È una lotta senza quartiere, quella della polizia d stato nei confronti dell’illegalità diffusa nell’area urbana e, in particolare, il Questore Mario Della Cioppa ha fissato alcuni target fondamentali, in considerazione della maggiore incidenza di alcune fattispecie di illeciti sul tessuto sociale catanese. Se, da un canto, il contrasto al mancato utilizzo del casco alla guida di motoveicoli è stato il leitmotiv che ha dominato i controlli estivi raggiungendo l’evocativa soglia del “quota mille”, dall’altro quello dei posteggiatori abusivi ha costituito un filone d’azione altrettanto importante e impegnativo, attesa anche la grande diffusione del fenomeno nell’area urbana.

Quindi, i controlli a tappeto, la programmazione di interventi mirati in zone “sensibili”: tutto allo scopo di disincentivare questa vera e propria “piaga” che affligge gli automobilisti catanesi. La strategia è chiara e la Polizia di Stato ha giocato “a carte scoperte”: già in fase di prima contestazione, infatti, il Questore provvede a una formale diffida nei confronti dell’abusivo, avvisandolo che in caso di recidiva, ai sensi dell’art. 7 co. 15 bis del Codice della Strada, verrà denunciato all’Autorità Giudiziaria.

In breve, i controlli amministrativi sono finalizzati all’innalzamento del livello dell’azione di contrasto che passa da una fase amministrativa (con relativa sanzione pecuniaria da 771 a 3.101 euro) a una fase giudiziaria per la quale il denunciato assume la qualità di imputato in un processo per il quale si rischia una condanna all’arresto da 6 mesi a 1 anno e una ammenda da 2.000 a 7.000 euro. In ogni caso, le somme raccolte nell’illecita attività sono sempre confiscate.

Tutto ciò è stato ben sperimentato dal catenoto M.M., sorpreso dagli agenti della Polizia di Stato nel corso dei controlli presidiari, proprio mentre “esercitava” in qualità di posteggiatore abusivo in via Gambino, all’angolo con via Paternò. L’uomo è risultato plurirecidivo, essendo risultate a suo carico altre tre contestazioni da parte degli agenti della Polizia Locale, tutte concentrate nel corso dello scorso mese di luglio e tutte puntualmente ignorate.

Ciò che accadrà da adesso in poi, invece, non potrà più essere preso a cuor leggero: una condanna penale, fortemente probabile atteso che le fonti di prova sono costituite da atti formali e incontestati, condurrà M.M. a una forte presa di coscienza sociale. Oppure in carcere.

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