Catania News

Un cardinale, 13 Vescovi, numerosi sacerdoti, numerosissimi fedeli, studenti, amici, rappresentanti di associazioni, gruppi ecclesiali, università, centri culturali, comunità religiose, hanno partecipato in Duomo a Catania, al solenne funerale di Mons. Gaetano Zito.

La sua figura poliedrica con i molteplici compiti svolti nei 42 anni di ministero sacerdotale, è stata ben tratteggiata dall’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, il quale durante l’omelia, vinto dall’emozione, ha interrotto la preghiera di saluto al carissimo Gaetano, che ha dato tanto alla Chiesa di Catania.

La lettura del testamento spirituale ha reso presente ai tantissimi amici la sua voce, il suo pensiero di gratitudine e di perdono, intercalato dal grande amore per la Chiesa di Catania, le Chiese di Sicilia e comunità catanese.

Le offerte di suffragio ed il “fiore che non marcisce” diventano contributo e dono per il pranzo di Natale che ogni anno si svolge presso la Basilica di San Nicola l’Arena per i poveri della città, dove Mons Zito era rettore.  Il prossimo Natale il ricordo di Mons. Zito per tale evento sarà una presenta viva e concreta nel dono agli ultimi e ai poveri.

Il sentito ringraziamento della sorella Antonella per i numerosissimi partecipanti alla cerimonia funebre ha reso corale l’applauso di saluto mentre si accompagnava la salma in piazza Duomo, gremita come per la festa di S Agata.

“Quando muore un sacerdote, in cielo si accende una stella” ed ora nell’oscurità della notte si vede brillare una nuova luce nel cielo e dall’alto continua la sua vigile azione di amore e di servizio per la Chiesa e la città di Catania e di Troina, sua città natale.

A numerosi suoi amici e a quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo nel loro cammino,  il compito di  conservare un caro ricordo, una viva memoria e custodire il dono della sua missione pastorale, i suoi insegnamenti di vita per una cultura a servizio dell’uomo nella ricerca del bene comune e la crescita sociale e civile della comunità cittadina e diocesana.

Giuseppe Adernò

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