Cronaca

Interessantissima e d’alto livello, e non poteva essere altrimenti a guardare i nomi dei relatori – mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente della CEI, prof. Agatino Cariola, docente di Diritto Costituzionale all’Università degli studi di Catania e prof. Antonino Giordano, docente di Lettere a Firenze, autore del volume “Un cristiano per la città sul monte, Giorgio La Pira”, edito dalla Libreria Editrice Fiorentina (2014) – la presentazione del prezioso testo di 272 pagine, fatto di aneddoti, ricerche d’archivio e incontri con la gente che ha conosciuto il protagonista, sul già Venerabile (come lo ha dichiarato papa Francesco nel 2018) “sindaco santo” Giorgio La Pira nel giorno anniversario della morte avvenuta a Firenze il 5 novembre 1977 (era nato a Pozzallo, nel ragusano, il 9 gennaio 1904; le sue spoglie riposano nella basilica del Museo di San Marco a Firenze).

L’incontro voluto dal Movimento Cristiano Lavoratori, nelle sue componenti regionale  (Fortunato Romano) e provinciale di Catania (Pier Giuseppe de Luca), e dal Circolo MCL Giorgio La Pira di Paternò (Giuseppe Oliveri), con la moderazione del giornalista Salvo Fallica, si è svolto presso il Museo Diocesano di Catania, nella sala polifunzionale Cirinnà, alla presenza di un folto pubblico.

Lungi dal poter descrivere le profonde riflessioni e i tanti aspetti della poliedrica figura di Giorgio La Pira scaturite dalle tre relazioni, non possiamo però non richiamare alcuni tratti particolarmente innovativi della personalità del La Pira come le due dimensioni “religiose”, quasi contrapposte, di profeta e di visionario apocalittico, ma soprattutto di uomo maturo e sempre fiducioso nella Provvidenza, nella regalità di Gesù Cristo che vincerà comunque nonostante le sconfitte personali (anche nella politica) e del mondo intero, alla fine dei tempi.

Ce la faremo – buttiamo il seme, e la Provvidenza ci aiuterà. Bisogna andare avanti con fermezza”: questo, anche nella prassi politica, soleva dire e fare La Pira, da laico consacrato nell’istituto secolare “Missionari della Regalità di Cristo”, con la preghiera che lo caratterizzava, come a dare il buon giorno ogni mattina, e i suoi ricorrenti momenti di silenzio, di “nascondimento”, forse d’estasi. “Il suo messaggio – ha ribadito mons. Raspanti – andrebbe decodificato, perché a volte criptico (da “visionario”), ma la sua forza ispiratrice e di proposta è enorme”.

Da sindaco Giorgio La Pira è stato sempre concreto, promuovendo fattivamente ogni occasione a favore delle famiglie e dei lavoratori. “Un laico maturo, impegnato che si è formato sia nelle sagrestie – ha affermato Cariola – che nell’università; ma pur vivendo pienamente integrato nel mondo cattolico, in piena autonomia dal clero stesso, ha saputo parlare con tutti, e non per dividere ma per unire, cercando di “fare ponti e suture”. Come la colomba del tempo di Noè, La Pira va da un capo all’altro dei continenti, come portatore di pace, per unire e fare ponti”.

Ha promosso, tra l’altro, i “Convegni per la pace e la civiltà cristiana”, i “Colloqui mediterranei” per la riconciliazione tra le religioni della “famiglia di Abramo” e nel 1959 è stato il primo politico occidentale a superare la “cortina di ferro”, recandosi in Russia per creare unità e pace tra Oriente e Occidente. La Pira, da grande statista, ha contribuito, quale componente dell’Assemblea Costituente, a scrivere alcuni articoli della Costituzione (l’articolo 2 è opera interamente sua).

Vincenzo Caruso

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