Cronaca

A Sant’Agata Li Battiati, nei locali dell’Auditorium del Comune, alla presenza di un folto pubblico, in occasione della “Prima Giornata Nazionale delle tradizioni popolari e del folklore”, a cura dell’Associazione Incontri e cultura presieduta dalla Professoressa Ida Moschetto, il documentarista Giuseppe Paradiso ha presentato il suo ultimo lavoro: “Quando Tradizioni e folklore diventano spettacolo“. La presidente si è detta soddisfatta di avere promosso questa manifestazione “che esalta e vivifica la cultura siciliana”.

Prima della proiezione, Giuseppe Paradiso ha introdotto il suo documentario precisando che tradizioni e folklore testimoniano secoli di costumi, di modi di vivere e di pensare di una comunità, e che grazie ad essi è possibile risalire alle radici di un popolo. Paradiso ha sottolineato poi che Antonio Gramsci rivalutò gli studi sulle tradizioni e sul folklore, ritenendoli essenziali per capire le origini di un popolo, in contrasto con Benedetto Croce, che invece li riteneva “cultura di seconda classe”. Paradiso ha ricordato il grande contributo culturale dato dagli studiosi di questa materia, tra cui, i più noti, Giuseppe Pitré, Salomone Marino, De Martino, Lombardi Satriani, Sciascia, Antonino Uccello, quest’ultimo autore di un importante Museo della vita contadina a Palazzolo Acreide. Ha inoltre sottolineato che il fascino del folklore e delle tradizioni di Sicilia ha incantato molti grandi Autori tra cui Wagner, Goethe, Verga, Capuana, Maupassant. 

A conclusione della interessante introduzione l’Autore ha ricordato che il suo documentario “Quando Tradizioni e folklore diventano spettacolo“. è frutto  di oltre trent’anni di personali ricerche socio antropologiche.

Dopo questa introduzione è stato proiettato il documentario, che è una interessante carrellata di tradizioni e di folklore rilevate dall’autore in decenni di riprese. Il filmato mostra brani significativi dall’annuale festa del folklore ad Agrigento, le evoluzioni del carretto siciliano, l’antica fabbrica di campane a Burgio, il restauro dei libri dei monaci di Mezzojuso, i preziosi lavori di Caltagirone, gli antichi fabbri ferrai, le lavoratrici dei tappeti e le ricamatrici del tombolo, ormai quasi del tutto scomparse.  L’autore si è soffermato sulle varie feste religiose più antiche e più interessanti, come “i nuri” di S.Alfio, la Vara di Randazzo, i Babaluti di S. Marco d’Aluzio, e altre manifestazioni religiose che fanno anche folklore. L’Autore ha inoltre documentato molte attività isolane cadute in disuso come la coltura del cotone, la produzione dello zolfo, i mulini ad acqua, e la Targa Florio. Ha pure mostrato la pesca del tonno e quella del pesce spada  e altri antichi e interessanti mestieri che fanno della Sicilia un prezioso contenitore culturale per chi vuole capire le sue origini e il senso della sua identità.

Alla fine del documentario l’Autore è stato moto applaudito da parte del pubblico che si è mostrato interessato all’opera proiettata e ha posto molte domande all’Autore.

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