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Parlare di intimità e di salute di genere con i propri figli è tradizionalmente considerato un tabù. Si ha difficoltà ad affrontare l’argomento, spesso lo si rimanda o lo si trascura persino del tutto. Ma, a ben guardare, sembra farsi strada una maggiore sensibilità: per ben un italiano su tre (31%), infatti, l’educazione alla sessualità è tema che non può essere trascurato nella crescita dei figli ed è importante affrontare in famiglia il famoso “discorsetto” fin dal periodo delle scuole elementari, come base per il loro successivo, sano e più consapevole sviluppo durante l’adolescenza.

È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare1, che ha realizzato un’ampia indagine sull’adolescenza e su come gli italiani vedono questa fase della vita, tra salute, socialità e rapporto con le nuove tecnologie.

La maggior sensibilità dei connazionali verso questi aspetti si accompagna, per questa età, a una maggiore attenzione per la prevenzione sulla salute di genere, in cui esiste da tempo un forte, fortissimo gap. Se di solito, infatti, le ragazze iniziano fin da giovani a fare checkup andando regolarmente dal ginecologo, lo stesso non si può dire dei loro coetanei maschi rispetto all’andrologo.

Per un italiano su due (53%), tuttavia, questa differenza è frutto di abitudini, situazioni e convinzioni ormai da superare e anche per i ragazzi l’accesso a visite e controlli durante l’adolescenza è fondamentale. Ma – va detto – a fronte di una maggiore consapevolezza, le voci discordi non mancano, e ancora un italiano su quattro (25%) si dice convinto che a essere davvero necessari a questa età siano solo i controlli per le ragazze.

Quali sono allora le ragioni alla base di tutto questo? In primo luogo, dicono gli intervistati, una scarsa informazione sul tema e in particolare sulle problematiche di salute maschili (39%) ma anche una certa difficoltà a parlare dell’argomento (32%). In questo senso, un ulteriore 17% dice che questa situazione nasce dalla famiglia e che dovrebbero essere in primis i genitori a mostrarsi più sensibili. C’è poi chi, un 10%, ne fa anche una questione culturale e di bassa attenzione al tema.

Guardando poi alla salute in tutte le sue sfere, quali sono le visite e le prestazioni cui non si può davvero rinunciare per un adolescente? Per oltre un italiano su due (58%) nessun dubbio: quelle dentistiche (58%). Seguono l’oculista (42%) e il ginecologo e andrologo (36%).

Un’età fragile. La ricerca ha poi preso in esame le difficoltà e i rischi cui gli adolescenti sono più esposti in questa età di passaggio. Il più temuto, da oltre un italiano su tre (37%), è l’uso di sostanze stupefacenti, che possono avere serie conseguenze sulla crescita e la salute anche psicologica dei giovani. A destare preoccupazione sono anche gli episodi di bullismo (29%) che possono produrre disagio e difficoltà nei rapporti nei ragazzi di oggi. Un italiano su quattro (23%) vede invece il rischio maggiore in un utilizzo eccessivo, che può arrivare fino alla dipendenza, della tecnologia, con possibili ricadute sulla salute e la socialità.

In questi casi ricopre un ruolo molto importante l’educazione, ma quali sono i canali attraverso cui questa può meglio raggiungere gli adolescenti? Spiccano le esperienze di gruppo (65%), come quelle dello sport, dove si trasmettono valori positivi e l’importanza di relazioni rispettose. Quasi un italiano su tre (29%) ritiene indispensabile la figura dello psicologo, che possa ascoltare i ragazzi, intervenire e prevenire situazioni di disagio e difficoltà.

Per un italiano su quattro (27%), infine, anche i social network sono un veicolo dalle potenzialità educative: il digitale e le molte tecnologie oggi a disposizione favoriscono le interazioni e la condivisione tra coetanei (30%), possono far passare messaggi positivi (30%) e aprire canali di ascolto e intervento per gestire disagi e problematiche giovanili (29%).

“L’adolescenza è una fase molto importante per la crescita della persona. Dal nostro Osservatorio sul welfare è emersa una crescente sensibilità verso il tema della prevenzione e della salute per questa età.” – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – “In questo, le famiglie ricoprono un ruolo centrale, che è importante sostenere. Noi di Reale Mutua siamo da sempre al loro fianco con soluzioni su misura che permettono loro prendersi cura della salute dei figli in strutture d’eccellenza con specialisti qualificati e a costi contenuti”.

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

Fondata a Torino nel 1828, la SocietàReale Mutua di Assicurazioni è la più importante Compagnia di assicurazioni italiana in forma di mutua. È capofila di Reale Group, un Gruppo internazionale nel quale operano oltre 3.700 dipendenti per tutelare circa 5 milioni di Clienti. Reale Mutua offre una gamma molto ampia di prodotti, sia nei rami Danni sia nei rami Vita. I suoi Soci/assicurati sono quasi 1,4 milioni, facenti capo a 355 agenzie presenti su tutto il territorio italiano. La Società evidenzia un’elevata solidità, testimoniata da un indice di solvibilità (Solvency II), calcolato con il Modello interno Parziale, che si attesta al 370,7% (Year End 2018).

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