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Alla fine del suo triennale mandato di Direttore artistico, Emanuela Martini ha more solito annunciato nella conferenza stampa di presentazione il denso programma della 37.a edizione dell’ormai storico Torino Film Festival, in programma nel capoluogo piemontese dal 22 al 30 novembre. Il festival, nato nel lontano 1982, ha da tempo conquistato una vetrina europea, superando i confini nazionali ed imponendosi con le sua formula “anti glamour” e le sue molte sezioni (concorso, lungometraggi, documentari, corti, ecc…) all’attenzione del mondo. Quest’anno un grande omaggio è dedicato al cinema horror, uno dei generi più amati, 35 film (dai classici del muto a quelli degli anni ‘60), icona l’attrice inglese Barbara Steele, il cui volto emblematico è stato scelto per il manifesto 2019, alla quale verrà assegnato l’ambito “Gran Premio Torino”. Con un budget di 1.900.000 euro, l’edizione 2019 proietterà nei cinema del festival (multiplex “Reposi”, multisala “Massimo” e “Cinema Classico”) ben 197 film, di cui 142 lungometraggi, 11 mediometraggi e 31 cortometraggi, selezionati tra più di 4000 opere visionate; 45 saranno le anteprime mondiali, 28 quelle internazionali e 64 quelle italiane, come sempre ripartite nelle tradizionali sezioni del concorso: “Torino 37”, “Festa Mobile”, “After Hours”, “TFFdoc”, “Italiana Corti”, “Onde”, con l’aggiunta della retrospettiva horror “Si può fare! L’horror Classico 1919-1969”.

Novità di quest’anno il concerto d’apertura “Prendete posto. Inizia il film”  di Torino Città del cinema 2020 (giovedì 21 novembre al Teatro Regio) con l’orchestra del Teatro Regio, che interpreterà le più famose colonne sonore del cinema italiano. Al nastro di partenza un film attesissimo «Jojo Rabbit» di Taika Waititi, satira al vetriolo del nazismo (già vincitore del Premio del pubblico al Festival di Toronto e candidato a molte nomination ai prossimi premi Oscar), opera più che opportuna in un momento in cui in Germania ed Austria rinascono pericolosi rigurgiti e migliaia di adolescenti tedeschi vengono allevati al culto del nazionalsocialismo. Prescelta come opera di chiusura, anch’essa particolarmente attesa alla prova del pubblico, «Knives Out» di Rian Johnson, un giallo che (a quanto pare) si rifà ai canoni della letteratura di Agatha Christie, firmato dal regista di «Star Wars – Gli ultimi Jedi», nelle sale italiane con il titolo “Cena con delitto”. Notissimo il cast, da Daniel Craig a Michael Shannon, passando per Chris Evans, Ana de Armas, Toni Collette, Jamie Lee Curtis e Don Johnson. Quindici i titoli del concorso principale tutti inediti in Italia: ALGUNAS BESTIAS di Jorge Riquelme Serrano (Cile, 2019, DCP, 97’), LE CHOC DU FUTUR di Marc Collin (Francia, 2019, DCP, 84’), DYLDA/BEANPOLE di Kantemir Balagov (Russia, 2019, DCP, 130’), FIN DE SIGLO di Lucio Castro (Argentina, 2019, DCP, 84’), IL GRANDE PASSO di Antonio Padovan (Italia, 2019, DCP, 96’), EL HOYO / THE PLATFORMdi Galder Gaztelu-Urrutia (Spagna, 2019, DCP, 90’), HVÍTUR, HVÍTUR DAGUR/ A WHITE, WHITE DAYdi Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia, 2019, DCP, 109’), MS. WHITE LIGHT di Paul Shoulberg (USA, 2019, DCP, 97’), NOW IS EVERYTHINGdi Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis (Italia/USA, 2019, DCP, 80’), OHONG VILLAGEdi Lungyin Lim (Taiwan/Repubblica Ceca, 2019, DCP, 91’), PINK WALL di Tom Cullen (UK, 2019, DCP, 85’), PRÉLUDE di Sabrina Sarabi (Germania, 2019, DCP, 95’, RAF di Harry Cepka (Canada/USA, 2019, DCP, 91’), LE RÊVE DE NOURAdi Hinde Boujemaa (Tunisia/Francia/Qatar, 2019, DCP, 90’), WET SEASONdi Anthony Chen (Singapore/Taiwan, 2019, DCP, 103. Giuria formata dalla regista Cristina Comencini (presidente),  Fabienne Bebe (attrice francese), Bruce McDonald (regista canadese), Eran Riklis (noto regista israeliano) e la regista macedone Teona Strugar Mitevska, a cui il Festival dedica una personale con 5 titoli (“Festa Mobile”). Al miglior film andrà un premio di 18.000 euro. Spiccano nella sezione “Festa Mobile”(30 film, divisa nei temi “Coppie in fuga”, “Coppie in mero”, “Coppie sbagliate” ed altro) generalmente la più ricca di  lungometraggi perlopiù firmati da registi molto noti, da Bill Condon con «L’inganno perfetto» a Corneliu Porumboiu con «The Whistlers», passando per Alejandro Amenábar («Mientras dure la guerra») e Justin Kurzel («True History of the Kelly Gang»). In programma anche due film di Abel Ferrara («Tommaso» e «The Projectionis») e numerosi titoli italiani, tra cui «Lontano lontano» di Gianni Di Gregorio, «Magari» di Ginevra Elkann, «Nour» di Maurizio Zaccaro. Attesa anche la personale della regista macedone Teona Strugar Mitevska, della quale verrà proiettato l’ultimo lavoro «God Exists, Her Name Is Petrunija».

Nella sezione “Onde” (19 film) sono due in particolare i film da vedere già vincitori all’estero di prestigiosi premi: «Synonymes» di Nadav Lapid, Orso d’oro all’ultimo Festival di Berlino e il trionfatore del Festival di Locarno «Vitalina Varela» regia di Pedro Costa. Tra le opere scelte per la sezione “After Hours” (17 film), che come sempre presenta i film più estremi ed eccentrici ad emergere sono soprattutto «The Barefoot Emperor» di Jessica Woodworth e Peter Brosens e «Dreamland» di Bruce MacDonald e ancora il thriller italiano “Un confine incerto”, firmato dalla regista Isabella Sandri, con Valeria Golino, nei panni di una poliziotta impegnata ad indagare nel torbido mondo della pedopornografia. Un film di fantasmi invece è “Letto 26” regia di  Milena Cocozza, interprete Carolina Crescentini, ambientato in una clinica pediatrica religiosa, mentre  “Paradise” è una commedia, di David De Delgan su un testimone sotto protezione che si ritrova in un remoto luogo di montagna con lo stesso killer che ha visto in azione. Guest director della manifestazione individuato quest’anno è Carlo Verdone che ha proposto cinque titoli inseriti nel cartellone della kermesse: «Viale del tramonto» di Billy Wilder, «Ordet» di Carl Theodor Dreyer, «Divorzio all’italiana» di Pietro Germi, «Oltre il giardino» di Hal Ashby e «Buon compleanno Mr. Grape» di Lasse Hallström.

Sempre attivissimo il “Torino Film Lab”, quest’anno impegnato anche nell’organizzazione di  un Meeting Event, durante il quale verranno presentati i nuovi progetti di film sviluppati nel 2019 all’interno dei programmi “ScriptLab” e “FeatureLab”.Tre i classici restaurati e riproposti al pubblico in “Festa Mobile”: il poetico e sdegnato “Il ladro di bambini” regia di Gianni Amelio, un viaggio da Milano alla Sicilia di tre giovani protagonisti, attraverso l’Italia dei primi anni 90 (restaurato da Minerva Pictures); “La grande strada azzurra” esordio di Gillo Pontecorvo nel lungometraggio, ruvido mélo realistico con Yves Montand e Alida Valli (restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino). Un vero e proprio evento speciale sarà la proiezione del film  “Troppo tardi t’ho conosciuta”(1940), storia di un giovane e ingenuo tenore di origine contadina che si lascia abbindolare da una maliarda, unico film diretto nel 1939 dal “futurista veloce” (come lo definì Marinetti) Emanuele Caracciolo, fucilato dai nazisti alle Fosse Ardeatine. Restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, il film tratto da una commedia del siciliano Nino Martoglio e interpretato dal tenore di Paternò (Catania) Franco Lo Giudice (allora famosissimo), è stato ritrovato nel 2003 dallo storico del cinema e gestore di sale cinematografiche torinesi Lorenzo Ventavoli, a cui verrà attribuito quest’anno il Premio Maria Adriana Prolo. L’aria “Troppo atrdi t’ho conosciuta”, che dà il titolo al film, è tratta dalla “Norma” di Vincenzo Bellini e viene cantata da Lo Giudice nel corso del film. Una giornata sarà dedicata allo scrittore, regista, sceneggiatore, autore televisivo e viaggiatore Mario Soldati (“Festa Mobile”) con proiezioni di film e interventi, dalle ore 13.00 di lunedì 25 fino alla sera, nella sala 3 del Cinema Massimo che, dallo scorso anno è stata intitolata  allo scrittore. Oltre a tre dei suoi film maggiori (“Malombra”, “Fuga in Francia” e “La provinciale”), saranno anche  proiettati spezzoni ed episodi delle sue serie televisive, delle molte inchieste giornalistiche, delle interviste. Ancora sette saranno i film del “Torino Film Lab”, due quelli della “Film Commission Torino-Piemonte”. Copiosa la selezione dei documentari (ai vincitori premi in denaro) presentati nella sezione del “Torino Film doc” (“Internazionale doc”, “Italiana doc”, “Desiderio”, “L’unica cosa che ho è la bellezza del mondo”), quindi “Italiana corti” (tre programmi). Molti i premi e i premi collaterali. Un programma ricchissimo che conferisce al festival il prestigio di sempre.
Franco La Magna

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