Cronaca

Nella Comunità parrocchiale di SS. Pietro e Paolo di Catania, in via Siena, venerdì 20 dicembre, è stato organizzato da Pax Christi di Catania un incontro per riflettere sul documento firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam dell’Università sunnita di Al-Alahz, Ahmad Muhammad Al-Tayyib, sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”: relatori l’Imam della moschea della Misericordia di Catania e presidente della comunità islamica di Sicilia, Kheit Abdelhafid, e don Vittorio Rocca, presbitero della diocesi di Acireale e docente presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania.

Si legge nella prefazione del documento che “la fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua misericordia , il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere“.

La strada del dialogo di pace tra cristiani e musulmani, pur avviata anni fa con il Decreto conciliare Nostra Aetate e prima ancora, 800 anni fa, con l’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto, e quest’anno con il documento di Abu Dhabi, è iniziata ma ancora lunga. Esistono ancora, sia nella comunità islamica che in quella cattolica, forti resistenze a considerare l’altro come un fratello, e addirittura a considerarlo come un nemico da cui difendersi, e questo per ingiustificate paure, per ignoranza o per slogan “politici” interessati.

I relatori così come i sottoscrittori del documento auspicano –  e anche in questo caso sono le parole stesse del documento – “che questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà; sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalle religioni; sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano. Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita“.

Costruire ponti e non barricate o muri, per costruire ”un futuro luminoso per tutti”. Il documento si propone così quale preziosa “guida per le nuove generazioni” per  una cultura della fraternità e del reciproco rispetto tra tutti.

Vincenzo Caruso

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