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Nuovo appuntamento con la rassegna Raizes World Music Fest. Giovedì 13 febbraio alle ore 21 da Zo centro culture contemporanee a Catania, Matilde Politi presenta il Canto della Donna nella tradizione siciliana, intesa come punto di intersezione di tradizioni varie, che si espandono nel tempo e nello spazio. Il canto di madri e figlie, nonne e ave, sorelle e zie, cummari, majare e indovine, levatrici e balie, lamentatrici, guaritrici… il canto delle ragazze, maestre dell’acqua… ogni voce di donna ha cantato le sue proprie formule magiche e tramandato alcune conoscenze nascoste nel canto: perché il canto di tradizione orale conserva e tramanda alcuni segreti sul senso della vita.

Le donne rappresentano un segmento della realtà sociale particolare, in cui si compenetrano in maniera unica esigenze della sfera privata e familiare con le esigenze della sfera pubblica, socio-economica; alle donne il compito di assicurare la sopravvivenza e la crescita degli attori sociali del futuro, i figli, e alle donne il compito di far girare la ruota economica della microsocietà familiare. Da sempre.
Anche il repertorio musicale di cui le donne sono portatrici è spesso una commistione di generi diversi che afferiscono sia al classico ciclo della vita (ninne, canti di fidanzamento e matrimonio, lamenti funebri) sia all’ambito del lavoro, sia all’ambito religioso. E se non abbiamo una documentazione di alcuni repertori tradizionali specifici in versione femminile, come quello tradizionale del cantastorie, troviamo invece altri repertori come il canto narrativo, o il canto a distesa e sul marranzano, che riportano la forte presenza e compartecipazione delle donne accanto ai più diffusamente noti esecutori al maschile.

Accompagnandosi con la chitarra o il tamburello, o con la sola forza della semplice voce che risuona nello spazio, Matilde ci farà ascoltare frammenti di un repertorio ormai scomparso dal paesaggio sonoro siciliano, insieme a brani originali che nella loro varietà ritmica ed espressiva rispecchiano l’impasto culturale che si va creando in una terra multietnica come la Sicilia di oggi. Ingresso 10 euro (ridotto 8 euro).

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