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Ritorna in scena, per poi partire in tour, Savì Manna e la sua indefinibile Patrizzia, storia di un personaggio, di un modo di essere o di un lato oscuro del nostro carattere o della nostra città. “Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker”, pièce scritta, diretta e interpretata da Savì Manna,  che ha debuttato nel 2015, torna in scena a Catania sabato 29 Febbraio, alle ore 21.00 e domenica 1 Marzo, alle ore 18.00, alla Sala Giuseppe Di Martino, in via Caronda 82. Scenografie e disegno luci di Salvo Pappalardo, produzione Leggende Metropolitane, con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania.

Lo spettacolo, dopo Catania, andrà in tour: sarà sabato 7 Marzo a “Lo Scatolino” di Torinoe sabato 21 Marzo al Teatro del Navile di Bologna. Info e prenotazioni: 347 363 7379 – Ingresso spettacoli: € 10 – Ridotto € 8.

Savì Manna in “Patrizzia”

E’ il racconto lucido di una passione verso il proibito e della disperata ricerca di un quotidiano sempre sopra le righe. Una storia “forse vera”, che comunque attinge alle cronache catanesi dei primi Anni ’80. La protagonista del monologo, Patrizzia (le due z non sono un errore d’ortografia), ha 50 anni e lavora allo storico mercato catanese della Pescheria. Oggi per campare Patrizzia vende il pesce, ma non ha fatto sempre questo nella vita. Alle prime luci dell’alba, seduta su una poltrona nera, nell’intimità della sua casa, racconterà al pubblico la sua storia eccezionale. Quelli come lei li chiamano “sensation seeker”, ovvero “cercatori di sensazioni”: uomini e donne dipendenti da stimoli intensi ed esperienze estreme, perché alla continua ricerca di adrenalina pura. Patrizzia, moderna sirena, ammalia chi la ascolta cantando le vicende della sua vita avventurosa nell’unica lingua che conosce, il dialetto catanese.

Ancora Savì Manna

Dopo “Lupo”, “Sheet” e “Importante, molto importante”, Savì Manna prosegue la sua ricerca attoriale e linguistica fissando l’attenzione, ancora una volta, su un personaggio ai margini della società, metafora della Sicilia, una terra periferia dell’Occidente. Patrizzia è anche testimone di un’identità di genere frammentata, smarrita, nella quale le costruzioni simboliche di appartenenza sessuale si destrutturano e si ricompongono in un conflitto interno incessante: ricercare una propria identità per sopperire alla mancanza di relazioni fondanti ed identificative. Espressione di una sofferenza e di un conflitto che si traduce in atteggiamenti provocatori e spesso violenti che la condannano nel tremendo gioco di vittima e carnefice, Patrizzia è un veliero senza timone. Ed il ricorso al dialetto è possibilità di espressione immediata e immaginifica, capace di trasformare la realtà in astrazione leggendaria.

“Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker” è senza ombra di dubbio il lavoro che più mi ha messo in crisi – scrive Savì Manna nelle note di regia -. Eppure il suo concepimento è stato, oserei dire, involontario. La prima bozza la scrissi di getto una notte a Milano, dopo una eccesiva bevuta di sake, l’alcolico giapponese. Occasione più unica che rara considerando il fatto che di norma sono astemio. Il mattino successivo mi svegliai intontito e ancora vestito sul letto con un foglio sul viso, foglio che non ricordavo neanche di aver scritto. Rileggendo e decifrando le mie stesse parole, mi accorsi che la storia che avevo immaginato era davvero incredibile.

La lasciai fermentare per un po’ prima di ritornarci. Viaggiammo insieme in lungo e in largo per l’Italia. Ma dopo un concepimento così naturale, non riuscivo a superare delle difficoltà interpretative, la storia mi convinceva ma qualcosa mi sfuggiva, lo stesso personaggio. Non mi sentivo credibile. Ho provato a confrontarmi con il regista e amico Claudio Collovà, ma tutto andava in direzione contraria al punto in cui mi trovavo. Ero turbato.

Poi una sera, seduti a un tavolo della Vucciria, nel cuore del centro storico di Palermo, mentre cercavo di dare forma alle mie perplessità, si è materializzata Patrizzia – continua Manna -. Per la prima volta nella mia vita ho incontrato il personaggio di uno spettacolo già scritto, e non nego che ho avuto paura: sono stato insultato, quasi aggredito fisicamente, e costretto per un lasso di tempo indefinibile a restare in sua compagnia. Infine con diplomazia, o semplicemente per spirito di conservazione, sono riuscito ad uscirne indenne. Era il segnale che aspettavo. La chiave di volta che stavo cercando era la stessa realtà a fornirmela. Patrizzia è il difetto, l’indicibile, il lato oscuro della mia città, ciò che nessuno vuole vedere o sentire, ma di cui tutti siamo complici. È quella furia sciocca, volgare e indomabile, che si respira e si perpetua tra le strade di Catania”.

Scheda spettacolo

PATRIZZIA. LA VERA STORIA DI UNA SENSATION SEEKER

di, con e regia Savì Manna

Scenografie e disegno luci Salvo Pappalardo

Produzione Leggende Metropolitane

Con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania

Sabato 29 Febbraio ore 21 – Domenica 1 marzo ore 18

Centro Teatrale Fabbricateatro – Sala G. Di Martino -Via Caronda 82/84 – Catania

CHI E’ SAVI’ MANNA

Savì Manna, catanese classe 1971, è autore, attore e regista teatrale. Dopo aver fatto parte della compagnia di artisti di strada “I Batarnù”, ha lavorato nella compagnia di Carmelo Vassallo mettendo in scena gli spettacoli “Donna Nedda” e “Lupo”. È autore, regista e interprete di spettacoli di successo come “Turi Marionetta” (2009); “Importante, molto importante, la trilogia” (2012) da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Alessandra Pescetta”; “Patrizzia, la vera storia di una sensation seeker” (2015); la sua ultima opera, con un cast di 30 elementi, è il melodramma sulla Shoah “Ogni storia ha la sua musica” (2018), testo già finalista al concorso europeo di drammaturgia Premio Tragos nel 2014. Savì Manna ha vinto diversi premi di drammaturgia, tra cui il Festival Potenza Teatro nel 2010 e il Premio Vernacolo Bordighera nel 2014.

Trailer dello spettacolo

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