Cronaca

Emerge una fotografia tutta catanese nel sondaggio realizzato nei giorni scorsi dalla Confesercenti Sicilia per capire il trend delle vendite con l’avvio dei saldi 2020, ma anche la percezione e l’atteggiamento degli imprenditori rispetto alle difficoltà della ripartenza dopo l’emergenza Covid 19.

“La crisi economica generata dall’emergenza Coronavirus comporterà ancora conseguenze gravi, inattese ed inevitabili, almeno per buona parte del 2021 – dichiara il neo presidente della Confesercenti  dell’area metropolitana di Catania Claudio Miceli, eletto lo scorso 7 luglio-  Con i consumi praticamente fermi, dobbiamo essere pronti ad affrontare i rischi che impatteranno sull’equilibrio finanziario e la continuità produttiva ed occupazionale”.

E se da un lato, la quasi totalità degli commercianti intervistati ha considerato positiva la conferma dell’avvio dei saldi al primo di luglio, dall’altro Il trend delle vendite resta insoddisfacente. La città etnea impatta meglio la batosta post Covid e solo per il 25%  degli intervistati il dato è in calo, mentre per il 58,33, non c’è stata una significativa differenza di vendite rispetto allo scorso anno.  Ma a fare riflettere sono le perdite già dichiarate. A Catania, il 58,34% lamenta una perdita che si attesta sul 30%, un 8% ruota attorno al dimezzamento degli incassi, un 25% non quantifica ancora. 

“Ribadiamo la necessità di prolungare di almeno un mese la stagione dei saldi, fino a settembre – sottolinea Claudio Miceli – e di riconfermare le stesse condizioni con le aziende, resi e pagamenti più comodi per la stagione autunno-inverno grazie alle quali abbiamo potuto alzare le saracinesche”.

In 10 domande di Confesercenti Sicilia, i commercianti etnei manifestano tutte le loro perplessità e un certo pessimismo che si attesta su un tondo 50% che le cose possano cambiare nelle settimane che verranno, mentre un 41,67% attende ma non si illude. Diversi i fattori che stanno determinando questa situazione di stallo a seconda, naturalmente, del settore merceologico. Ma in generale, si possono riassumere: nel diminuito potere d’acquisto delle famiglie; nella paura del contagio e nella complicazione dell’accesso ai punti vendita per le misure di sicurezza e distanziamento fisico e l’impossibilità di provare i capi in negozio (per il 70% di loro le misure anti-Covid stanno infatti influendo negativamente); nell’assenza sia dei turisti in città sia di iniziative culturali.

Interessante l’analisi  su se e come i commercianti si siano attrezzati nei mesi scorsi per affrontare la ripartenza. Il 66% ha attivato strategie di vendita alternative: l’innovazione ha coinvolto grandi e piccoli esercenti prevedendo un ventaglio di proposte: dalle vendite online, alcune con le tecnologie più sofisticate che permettono di provare gli abiti in 3D caricando la propria foto, a strategie di marketing sui social o sul proprio sito, a sistemi di messaggistica, o vendita a domicilio. La quasi totalità, eccetto un 8,33%, ha fatto ricorso agli aiuti governativi, ma un terzo di loro (66,66%) è ancora in attesa dell’esito.

Fa riflettere, infine, la risposta all’ultimo quesito del sondaggio e cioè in quanti in piena crisi si siano rivolti alle associazioni di categoria per ricevere indicazioni e supporto: e se, ben 58,33% non l’ho ha fatto, quel 41, 67% che viceversa si è presentato agli sportelli ritenendo utile il sistema associativo per venire fuori dalla crisi generata dalla pandemia, soprattutto per l’accesso agli aiuti del governo e il dialogo con il sistema creditizio.

“A Catania ripartiamo con grande entusiasmo e determinazione –  conclude il presidente Miceli – La nostra, sarà un’associazione “aperta al confronto” e capillarmente presente su tutti i comuni della provincia, con rappresentanti locali che diano assistenza vera.  Costituiremo una task force composta da giovani e un comitato tecnico-scientifico che apra il dialogo con il mondo dell’Università. La mia più grande aspirazione, quindi, è poter costruire insieme un’associazione forte, fatta di eccellenze, attenta alle esigenze del territorio e delle persone, in una parola, un’associazione che esprima forza nuove e pulite”.

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