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Il 10 agosto, alle ore 21.00, al Giardino Pippo Fava, via Caronda 82 a Catania, nell’ambito della programmazione estiva della compagnia Fabbricateatro in scena “La mia vita sognata”, mise en espace sulla poetessa Antonia Pozzi, coordinamento organizzativo di Carmelo Failla, luci e fonica Simone Raimondo, adattamento e regia di Elena Ragaglia, produzione Fabbricateatro. In scena Elena Ragaglia (attrice) e Francesca Gugliotta (violinista).

Antonia Pozzi

“Si tratta di una intensa ed emozionante mise en espace sulla poetessa italiana Antonia Pozzi (1912-1938) – spiega Elena Ragaglia nella sua nota di regia – . La Pozzi scrisse gran parte dei suoi componimenti poetici tra i sedici e i venticinque anni quindi quando ancora era brillante alunna del Liceo Classico Manzoni di Milano e poi eccellente studentessa della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale di Milano che si opponeva al regime fascista. Si laureò con Antonio Banfi con una tesi su G. Flaubert e frequentò l’ambiente universitario e intellettuale antifascista. Antonia Pozzi fu anche una grande sportiva, amante delle scalate in montagna, delle nuotate al lago e al mare e delle corse in bicicletta, ma anche una bravissima fotografa e un’appassionata di musica classica e dell’opera lirica che sin da bambina ascoltava al Teatro alla Scala”.

Elena Ragaglia

“La poesia della Pozzi è molto moderna, sia nella metrica che nelle immagini poetiche (…Noi siamo come l’erba dei prati…Per troppa vita che ho nel sangue…Guardami sono nuda) che nei contenuti (…ti hanno strappato dal mare bambino…sono rimasta sola nella notte…poesia mi confesso con te che sei la mia voce più profonda…). Nei suoi versi si alternano momenti di lirismo classico (nel prato azzurro del cielo…) annotazioni biografiche del travaglio emotivo adolescenziale( ‘tu eri il cielo in me’…’ti do’ me stessa..’) pagine diaristiche ( ‘ciascuno la propria tristezza se la compra dove vuole’…Si va sull’Anapo verso sera…) drammatiche introspezioni (‘lasciate che io sia una cosa di nessuno’) malinconiche riflessioni, sofferte confessioni alla ricerca di un possibile dialogo con Dio ( …Pesano tra me e te troppe parole non dette..) ma anche con la natura ( …Anima sii come la montagna…) e con la stessa Poesia (…Poesia tu bene mi pesi l’anima…). La contemplazione della natura e la beatitudine che ne deriva diventano metafora dell’arcano mistero della vita ardua da affrontare come un’incantevole montagna da scalare. Le poche, ma tormentate storie d’amore, che Antonia visse sono trasfigurate in versi trasognati  in cui si evince la purezza del sentimento l’emozione del primo incontro e l’evolversi della passione con inquiete e dissonanti visioni poetiche al momento della separazione e della fine della vita sognata”.

Nella pièce le poesie lette e recitate dall’attrice Elena Ragaglia diventano la storia della poetessa e la musica del violino di Francesca Gugliotta sottolinea i cambi di registro e di atmosfera. Di gradevole contrappunto l’ascolto di alcune romanze d’epoca all’interno del lkavoro.

Info e prenotazioni al 347.3637379 (anche whatsapp). La normativa COVID prevede la registrazione degli spettatori, preferibilmente qualche giorno prima dello spettacolo. Ingresso: € 10,00.

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