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Hanno raccolto 1,68 miliardi di €, mentre nel solo mese di gennaio 2020 hanno registrato scambi per 555.719 contratti. Gli ETF stanno acquistando una importanza sempre maggiore nei portafogli dei risparmiatori, ma le banche li osteggiano dicendo che si tratta di una bufala.

Cosa sono gli ETF

Gli Exchange Traded Funds sono fondi di investimento a gestione passiva. In breve essi replicano l’andamento di un indice di mercato, senza cercare inutilmente di ottenere risultati superiori. In Italia sono disponibili dal settembre del 2002.

I vantaggi degli ETF

Investire in ETF presenta molti vantaggi per l’investitore, mentre nessuno per la banca. Ecco, in sintesi, i benefici offerti.

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Trasparenza

L’investimento in ETF non riserva sorprese. Il loro guadagno sarà sempre pari all’andamento del sottostante. A titolo di esempio un prodotto che clona l’indice della borsa italiana crescerà esattamente nella stessa misura, al netto delle commissioni di gestione minime.

Costi bassi

Gli ETF sono privi di commissioni in ingresso e in uscita. Il loro acquisto prevede una commissione bassissima, pari allo 0,20% massimo se si opera on line. I costi di gestione non superano lo 0,70%, contro i fondi tradizionali che costano circa l’1,80% l’anno.

Nessun rischio gestore

Chi si affida ad un gestore per investire affida il suo futuro all’abilità di un soggetto terzo. Se questo sbaglia qualche cosa otterrà rendimenti inferiori rispetto al mercato. Si tratta della norma per i fondi tradizionali. Nel corso gratuito Welcome imparerai ad analizzare i tuoi fondi comuni, per tenere solo i migliori.

Le critiche agli ETF

Ragioni commerciali impongono al sistema bancario di criticare gli Exchange Traded Funds. In particolare al fine di promuovere i fondi a gestione attiva ben più convenienti per gli intermediari, ecco cosa viene detto.

Gli ETF possono fallire

Si tratta di un’affermazione falsa. Poiché essi sono fondi di investimento, hanno le stesse probabilità di andare in default di un qualunque prodotto venduto dalla banca. Per fortuna la normativa è piuttosto stringente e nessun fondo è mai fallito fin dalla loro creazione, avvenuta nel marzo del 1983.

In particolare gli ETF che in portafoglio non hanno direttamente i titoli che compongono l’indice che replicano hanno un paniere sostitutivo a garanzia. Questo sconfessa la storiella secondo cui i prodotti che replicano sinteticamente il sottostante sono rischiosi. A fronte di un derivato che permette la clonazione dell’indice di mercato, l’ETF ha adeguate garanzie patrimoniali a copertura.

Gli ETF non proteggono durante i ribassi

Nemmeno i fondi a gestione attiva lo fanno. Altrimenti come mai molti prodotti hanno perso, tra il 2000 ed il 2002, il 75% del proprio valore? Inoltre i fondi a gestione attiva non sono mai investiti al 100%. Una parte delle disponibilità, infatti, è tenuta liquida per fronteggiare le richieste di rimborso.

Grazie a questo fenomeno, noto come “cash drag” i fondi tradizionali scendono un po’ meno durante i ribassi. Tuttavia la stessa liquidità li frena durante le fasi positive di mercato.

Un buon gestore attivo batte il mercato

Il 90% dei fondi a gestione attiva ottiene sistematicamente risultati inferiori a quelli del mercato in cui investe. Inoltre un fondo ha il 40% di probabilità di sparire nei prossimi 10 anni in seguito a fusioni o estinzione anticipata. E se un fondo perde e viene chiuso, come potrà recuperare?

Gli svantaggi degli ETF

Al pari di tutti i prodotti finanziari, anche gli ETF presentano dei limiti.

Fiscalità sfavorevole

Dal momento che gli ETF sono fondi ad essi si applica la stessa normativa fiscale. In sintesi i guadagni sono tassati, mentre le minusvalenze non sono compensabili. Per recuperarle occorre pertanto investire in singoli titoli mentre non potranno essere dedotte dai profitti ottenuti su un altro ETF o fondo tradizionale.

Mancanza di consulenza

Le banche storcono il naso quando si tratta di investire in ETF. La risposta classica che viene data è “noi non li trattiamo, Arrangiati”. L’investitore resta dunque disorientato di fronte ad un’offerta nutrita di prodotti simili.

Per fortuna grazie al corso gratuito Welcome è possibile imparare come scegliere i prodotti migliori.

Giacomo Saver – Segretibancari.com

Giacomo Saver

Giacomo Saver è lo pseudonimo di Daniele Cottino, ex bancario pentito della precedente carriera negli istituti tradizionali.

Stufo di sottostare a pressanti budget di vendita che ormai facevano i soli interessi del sistema, Giacomo ha lasciato il posto in banca per fondare il sito SegretiBancari.com.

Forte della sua laurea in Economia con il massimo dei voti e della sua ventennale esperienza sul campo ha insegnato in questi anni a migliaia di persone a investire in modo consapevole, semplice e indipendente.

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