È un errore chiudere teatri e sale cinematografiche. Luoghi che avevano garantito le misure contro i contagi, la protezione della salute ai lavoratori e agli spettatori. Il settore obbligato dall’inizio della crisi a fermarsi, deve subire un altro brusco stop che non comprendiamo, soprattutto perché le misure imposte non consentivano il ritorno alla normalità, e comunque davano spazio, a nostro avviso, a un aumento della capienza, ove possibile, mantenendo le condizioni di sicurezza.
“Chiediamo al Governo – ribadiscono le segreterie nazionali di SLC Cgil- FISTEL Cisl e UILCOM Uil – di ripristinare l’operatività del settore, perché sappiamo che in questi mesi molti teatri sono rimasti chiusi e diverse sale cinematografiche hanno definitivamente chiuso.
Il comparto ha la necessità di essere sostenuto, per avere una reale ripartenza e una prospettiva futura. Nel frattempo è necessario garantire un sostegno certo ai lavoratori. In troppi non hanno ancora ricevuto le indennità promesse. Queste sono le motivazioni della manifestazione, che si svolgerà il 30 ottobre a livello nazionale a cui parteciperanno, nel rispetto delle misure anticovid, tutti i lavoratori dello spettacolo”.
Venerdì 30 OTTOBRE – LE PIAZZE IN ITALIA
TRENTO > ore 10.00 Via S.Croce
TORINO > ore 10.00 P.za Castello (davanti alla prefettura)
MILANO > ore 10.00 P.za della Scala
VENEZIA > ore 10.30 Palazzo Ferro Fini
TRIESTE > ore 10.30 P.za Unità (di fronte alla prefettura)
BOLOGNA > ore 10.00 P.za Roosevelt
FIRENZE > ore 10.00 P.za SS. Annunziata
ROMA > ore 10.00 Piazza di Montecitorio
PERUGIA > ore 10.00 Piazza Italia
ANCONA > ore 10.30 P.za del Plebiscito (c/o Prefettura)
PESCARA > ore 16.00 P.za Salotto (in attesa di autorizzazione definitiva)
CAGLIARI > ore 9.30 P.za Palazzo (davanti alla prefettura)
NAPOLI > ore 10.00 P.za del Gesù
BARI > ore 10.30 P.za Prefettura
PALERMO > ore 10.00 P.za Verdi
CATANIA > ore 9.30 P.za Università
Manca ancora la piazza calabrese, che sarà o a Cosenza o a Catanzaro. In Liguria, in cui c’è il divieto di manifestare, si sta cercando una forma di protesta alternativa.