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“Libere dalla violenza. Libere di vivere” è il titolo dell’iniziativa promossa della Cisl di Catania, insieme alle sue Federazioni e Associazioni, che si terrà domani, mercoledì 25 novembre, alle 16.30, presso la sede di Palazzo Bonaventura (via V.zo Giuffrida, 160 Catania), in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Proprio la sede della Cisl etnea sarà al centro della manifestazione: nell’atrio verrà inaugurata una panchina rossa, simbolo di rifiuto della violenza nei confronti delle donne; mentre un drappo rosso verticale di 15 metri, coprirà parte della facciata, con la scritta: “Contro ogni forma di violenza sulle donne”.

All’iniziativa parteciperanno (nel pieno rispetto della normativa anticontagio da covid 19),  Marisa Scavo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Catania; Barbara Mirabella, assessore alle Pari opportunità del Comune di Catania; Elena Fiscella, presidente della Scuola forense della Fondazione “V. Geraci” di Catania; Liviana Sciacca, dell’Ordine degli Psicologi di Sicilia; rappresentati della Questura di Catania; i segretari delle federazioni sindacali e il Coordinamento Donne della Cisl di Catania.

Locandina

“Noi la lotta a ogni forma di violenza sulle donne la esercitiamo quotidianamente lottando sui luoghi di lavoro contro ogni forma di abuso, discriminazione  e alienazione dei diritti delle lavoratrici. Questa, invece,  vuol’essere una iniziativa di sensibilizzazione che la Cisl  tutta, Federazioni e Associazioni, vuole vada al di là del simbolismo – spiega Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – e in continuità con quella organizzata lo scorso anno sulla nuova legislazione in materia, il cosiddetto “Codice Rosso”. Un impegno che sentiamo particolarmente verso la comunità catanese, in un momento tristemente storico  in cui il femminicidio e le violenze domestiche contro le donne sono tema ormai troppo frequente nelle cronache dei quotidiani italiani. Un fenomeno, come evidenziato anche dall’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite, correlato alle persistenti disuguaglianze tra uomini e donne, che trovano terreno fertile, ancora oggi, in radicati stereotipi e prescrizioni sociali e culturali legati al genere“.

Per Attanasio “le conseguenze dell’emergenza sanitaria sul piano economico e sociale hanno aggravato le disuguaglianze esistenti tra uomini e donne”. “Durante i mesi di lockdown, infatti, la maggior parte del lavoro familiare extra è ricaduta sulle donne – sottolinea – a riprova che, tutt’ora, la cura dei figli è prevalentemente legato al genere femminile. Secondo l’Istat, dati 2019, una donna su tre lascia il lavoro alla nascita del primo figlio e l’uscita dal mercato del lavoro è quasi sempre definitiva”.

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