Cronaca

“I genitori italiani sono gravemente preoccupati per le scelte politiche sulla scuola che il Governo sta attuando in risposta alla crisi pandemica”, queste parole di Carlo Stacchiola, Presidente di Articolo 26, Associazione nazionale membro del FoNAGS, il Forum Nazionale dei Genitori nella Scuola presso il MIUR, trovano consenso diffuso tra genitori, docenti, e studenti.

L’incertezza della data di ripresa delle lezioni al termine delle vacanze natalizie, la variegata modulazione di orari e di tipologia didattica “distanza” o “in presenza” sono il segno della pesante confusione che caratterizza ancora una vola il nuovo anno appena iniziato.

Spettacolo indecoroso, sulla pelle degli alunni, delle famiglie, dei dirigenti e docenti, dell’intera società, che, temiamo, sarà destinato a proseguire”, afferma l’ex ispettore, Roberto Leoni, presidente della Fondazione “Sorella Natura”.

 I ragazzi, le nuove generazioni stanno pagando ​il prezzo più elevato in termini di disagio psicologico, rischio d’insuccesso e abbandono scolastico.

Il Covid non ha fatto altro che mettere a nudo le gravi carenze del sistema scolastico e se ci si confronta con gli altri Paesi, si registrano notevoli diversità e l’ombra nera della dispersione appare molto pesante. A fine gennaio si procederà alla valutazione quadrimestrale, ma con quali criteri se i giorni di scuola sono stati alternati nelle modalità e gli apprendimenti sono stati spesso frammezzati da interruzioni difficoltà relazionali.

Questa pesante crepa, dalla quale alcuni ottimisti dicono di intravedere la luce, fa registrare un blocco ai valori dichiarati nei documenti ufficiali: la Costituzione, la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo (art. 26), il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (art. 13), la Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo (art.2), la Carta di Nizza dell’Unione europea (art. 14) tutti documenti che declamano le libertà connesse al fondamentale diritto all’istruzione, al diritto dei genitori a educare i propri figli conformemente alle proprie convinzioni etiche e religiose, al diritto di soggetti diversi dalle autorità pubbliche di istituire scuole (libertà delle scuole).

Queste irrinunciabili libertà orientano verso una convergenza nella ricostruzione di una positiva e ricca dialettica tra pubblico e privato” ampiamente favorita in tutta Europa.

 Perché tutto ciò non avviene in Italia, si chiede Suor Anna Monia Alfieri, constatando come la scuola paritaria viene ostacolata e annientata?

Le conseguenze di questa miopia politica oggi la pagano gli studenti italiani e le conseguenze si vedranno negli anni futuri per gli “studenti Covid-19” .

Per ripartire davvero la scuola statale deve necessariamente andare di pari passo con quella paritaria. Non dimentichiamo che, tra l’altro, uno studente della scuola paritaria costa al sistema in media 5.500€, mentre uno di quella statale ben 8500€, risorse, quest’ultime, che tuttavia si perdono nella farraginosità della macchina burocratica italiana.

Questa volta l’economia potrà essere di aiuto all’Educazione, della quale si registra un grave emergenza sociale e culturale.

Giuseppe Adernò

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post