Cronaca

Il governo Conte bis ha senza dubbio lasciato una pesante eredità al nuovo premier Mario Draghi. E ci si riferisce in particolare a quella causata dalla pandemia di Covid, definita la peggiore recessione economi ca del Dopoguerra. A questa si aggiunge un incremento della pressione fiscale, per gli esperti a livelli paragonabili a quelli del governo Monti.

Perfino l’Istat ha reso noto che nel 2020, secondo la seconda stima del Pil, il rapporto tra pressione fiscale e prodotto interno lordo è salita al 43,1% dal 42,4% del 2019. Ciò dimostra come le tasse hanno continuato ad aggredire, aggravando il carico dei contribuenti che già devono  fare i conti con gli effetti economici, il più delle volte devastanti, causati dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria.

Carmelo Finocchiaro

A pensarla così è anche il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale definisce  “inaccettabile che la pressione fiscale sia salita, considerato che l’emergenza sanitaria in atto ha determinato la chiusura forzata delle attività produttive, portando milioni di famiglie sull’orlo della povertà.

E come se non bastasse –aggiunge il presidente nazionale di Confedercontribuenti–  mentre le famiglie e le imprese sono allo stremo, invece di risarcimenti adeguati… sugli italiani sono piovute tasse! Fra le altre cose da fare bisogna abbassare le tasse, per ridare ossigeno alle attività del nostro Paese! E raccomandiamo al nuovo governo, ancora una volta, che qualunque tipo di manovra fiscale (come una nuova rottamazione) sia compatibile con le difficoltà che gli italiani e le imprese stanno vivendo in questo ultimo anno e soprattutto non sia frutto di scelte burocratiche prive di ogni collegamento con la realtà: il rientro del pagamento delle imposte e delle tasse devono essere compatibili con i conti economici delle aziende e compatibili con i redditi effettivi delle persone.

Credo –prosegue il presidente Finocchiaro– che il governo Draghi e il ministro Franco devono assolutamente affrontare le questioni concertandole con chi rappresenta le imprese e i contribuenti e ascoltando assolutamente i problemi che derivano dal Paese. Solo così –conclude il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finiocchiaro– usciremo insieme con una compliance che porterà risultati per lo Stato e per i contribuenti”.

E che nel Paese si stia determinando un momento di stanchezza e scoramento da parte di cittadini e imprenditori è sotto gli occhi di tutti. E’ una situazione che non aiuterà certo l’economia italiana e lo Stato che invece ha bisogno  di poter contare su contribuenti solvibili e non “poveri”, così come sostiene il presidente Finocchiaro: “Bisogna mettere al centro il contribuente e le imprese, aiutandoli ad essere in grado di poter contribuire al meglio e senza metterli in difficoltà… senza costringerli a stare alle corde…o meglio alle soglie della povertà, perché così facendo non potranno più essere in grado di far fronte ai loro doveri di ‘contribuenti’, utilizzando quei pochissimi soldi rimasti in loro possesso solo per la sopravvivenza di se stessi e della loro famiglia.”

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